Anthropocene è il titolo della mostra di fotografie, videoinstallazioni e realtà aumentata in programma al Mast di Bologna ancora fino al 22 settembre. Anthropocene è il nome che alcuni scienziati internazionali hanno dato a una nuova era geologica. Un’era geologica diversa da tutte le altre, perché, per la prima volta, è l’uomo a cambiare, forse in modo irreversibile, il panorama ambientale del pianeta.
Il pubblico alla ricerca di proposte nuove, sguardi originali sul presente e il futuro che ci aspetta e su inedite forme di rappresentazione, si ritrova spesso a Bologna, alla fondazione Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia di via Speranza. Questa volta, l’impegno artistico è a cura di Edward Burtynsky, autore delle fotografie e dei registi Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier. La mostra è un percorso multimediale dove l’immagine visiva non è mai statica: vi confluiscono arte, cinema, ricerca scientifica e tecnologia.
Anthropocene: che cosa sta succedendo
Secondo gli studiosi di Anthropocene Working Group, l’attuale era geologica Olocene, iniziata circa 11 mila e 700 anni fa, sta cedendo il testimone all’Anthropocene, un’epoca governata, in un modo mai come prima preponderante, dagli interventi umani. Il paesaggio naturale diventa, per larghissime aree del pianeta, urbano; lo sfruttamento delle risorse si fa intensivo, fino a depauperarne le riserve; industrializzazione e, spesso, inquinamento, modificano in modo permanente gli ecosistemi.
Edward Burtynsky, Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier descrivono il fenomeno con uno sguardo al di là delle valutazioni: prima di emettere un giudizio, le loro opere sono soprattutto una testimonianza, vivida e dettagliata, di un processo che ha caratteristiche ineludibili. Nicholas de Pencier ha spiegato: “Mi sento chiamato a raccontare luoghi ed eventi attraverso l’obiettivo e sono quindi attratto da soggetti che allo stesso tempo mi ispirano e mi preoccupano”.
La mostra multimediale
Come spesso accade al Mast, è il formato a mandare un messaggio forte al visitatore. Edward Burtynsky presenta 35 fotografie di grandi dimensioni. Quattro murales ad alta risoluzione includono filmati di Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier, oltre a tredici videoinstallazioni. Il visitatore trova, accanto ad alcune opere, un tablet: puntando il monitor sull’opera si possono vedere filmati e immagini in realtà aumentata. Gli stessi contenuti si possono vedere anche dal proprio smartphone, scaricando un’applicazione gratuita.
C’è qualcosa di monumentale e drammatico nelle immagini in mostra: dall’immensa discarica di rifiuti di Nairobi al muro di corallo di Komodo, in Indonesia, dalle 30 mila auto danneggiate dall’uragano Harvey dall’inondazione del 2017 fino al rogo dei corni d’avorio africani, evocato in realtà aumentata. Continua Nicholas de Pencier: “Molti degli ambienti che abbiamo visitato erano così tossici da suscitare in noi una repulsione disorientante all’arrivo e un sollievo tangibile nel momento in cui ce ne siamo andati. (…) Ma c’è anche molto di positivo nei luoghi che abbiamo immortalato: persone intelligenti e stimolanti che si stanno impegnando per risolvere i problemi”.
Presso l’auditorium, è possibile vedere il film “Anthropone: the human epoche”, codiretto dai tre artisti.
Anthropocene, fino al 22 settembre. Ingresso gratuito, da martedì a domenica 10-19
info: www.anthropocene.mast.org