La Galleria Borghese dedica in questo autunno a Roma una grande mostra monografica a Luigi Valadier. Il più celebre orafo, argentiere e bronzista italiano del suo tempo. La mostra “Valadier: Splendore nella Roma del Settecento”, curata dalla direttrice Anna Coliva, apre oggi 30 ottobre e chiude il 2 febbraio 2020. L’esposizione si ispira al profondo legame tra i Borghese e Valadier. Nelle sale del museo sono state riunite una novantina opere: sculture sacre e arredi liturgici, argenti profani, bronzi, arredi da tavola, metalli dorati con marmi e pietre dure, disegni. Un’occasione unica e difficilmente ripetibile per conoscere e studiare la vastissima produzione di Luigi Valadier. Genius loci della Villa, fu tra le menti più brillanti e creative al servizio del principe Marcantonio e del progetto di riconfigurazione dell’edificio affidato all’architetto Antonio Asprucci.
Le opere in mostra, concesse da istituzioni internazionali e da collezioni private, costituiscono un insieme di assoluta eccezionalità. E’ il caso delle monumentali lampade d’argento per il santuario di Santiago de Compostela, partite da Roma nel 1764 e mai più rientrate. Anche l’imponente bronzo del San Giovanni Battista dal Battistero San Giovanni in Fonte al Laterano, restaurato in occasione della mostra, è esposto per la prima volta al di fuori della sua nicchia e visibile nelle sue parti usualmente nascoste.
Le tipologie artistiche di Valadier
Nel percorso espositivo sono presenti tutte le tipologie e le tecniche artistiche con cui si è misurato il grande artista. Si susseguono opere sacre come il servizio per pontificale del Cardinal Orsini da Muro Lucano e le statue di santi dall’altare della cattedrale di Monreale. Bronzi come le grandi riproduzioni di statue antiche realizzate da Valadier per sovrani e principi europei, provenienti dal Louvre. Si possono ammirare i preziosi oggetti di arredo: servizi da tavola, orologi, bronzetti, fino al mirabile sostegno in marmi, bronzo e cristallo di rocca del cammeo di Augusto, eseguito per il Museo Sacro e Profano in Vaticano. Le straordinarie invenzioni dei deser, trionfali centrotavola, come quello ordinato dal Balì di Breteuil e poi venduto a Caterina II di Russia, oggi a San Pietroburgo. E ancora la ricostruzione del tempio di Iside a Pompei per Maria Carolina d’Austria, dal Museo di Capodimonte.
Il disegno strumento per l’evoluzione della creatività
Una sezione importante è dedicata ai disegni, strumento fondamentale per comprendere l’evolversi del procedimento creativo di Valadier dall’ideazione alla realizzazione dell’opera. La sezione include il prezioso album della Pinacoteca Comunale di Faenza, che viene per la prima volta interamente catalogato e pubblicato in occasione della mostra. Visibile una selezione di disegni attraverso riproduzioni digitali. I disegni spesso offrono anche la testimonianza di opere oggi disperse.
Luigi Valadier nasce nel 1726 da Andrea, argentiere francese stabilitosi pochi anni prima a Roma, dove aveva raggiunto notevole fama. Erede nel 1759 dell’attività del padre, Luigi si afferma presto per l’innovazione della sua arte. Egli è l’interprete per eccellenza del Settecento dal quale sono scaturiti i valori della modernità fondati sullo studio e sulla conoscenza della civiltà antica squisitamente romana. Una conoscenza che Valadier trasmette come gusto, come diffusione evocativa dell’erudizione archeologica.
I lavori eseguiti da Valadier per i Borghese
Risalgono al 1759 i primi lavori eseguiti per i Borghese: il rifacimento della cappella di famiglia in Santa Maria Maggiore e del SS. Sacramento in Laterano. Da quel momento l’artista presta la sua opera per la famiglia per oltre venticinque anni, fino alla sua morte avvenuta nel 1785. Il lavoro di Valadier qualifica le grandi imprese decorative e di rinnovamento del Palazzo di città e della Palazzina presso Porta Pinciana, volute dal principe Marcantonio IV Borghese.
Il Museo custodisce molti capolavori dell’artista come l’Erma di Bacco e la coppia di Tavoli dodecagonali. Suoi sono inoltre i preziosi dettagli ornamentali che qualificano il camino della Sala XVI della Galleria e le quattro colonne in granito e bronzo dorato ora esposte nella Sala XIV. Se la committenza Borghese costituisce il filo conduttore dell’attività di Valadier, il rango e il numero dei committenti rivelano lo straordinario successo della sua carriera.
La mostra evidenzia la vastità, l’originalità e l’impronta internazionale della sua produzione. Oltre alle opere la mostra accoglie due totem multimediali dedicati ai Luoghi di Luigi Valadier a Roma. Si potrà così ripercorrere siti, chiese, palazzi e ambienti significativi per la vita, la produzione e la storia dell’artista. Un invito a trasferire questo percorso virtuale nella realtà, per comprendere meglio quel Valadier romano, artista nella più splendida e moderna Villa di delizie della città eterna e allo stesso tempo regista di un gusto internazionale che da Roma partiva per diffondere uno stile ricercato e imitato in tutta Europa.
Info:
Il Catalogo della mostra, edito da Officina Libraria, è a cura di Geraldine Leardi. L’esposizione è sostenuta da FENDI, Intesa Sanpaolo e con il contributo della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti.
www.galleriaborghese.it