Prima di tutto, una veloce spiegazione della parola Sciovinismo (non per ‘dottorare’, ci mancherebbe, ma, oggidì – così televisivamente impegnati tra Festival di San Scemo e le Televendite – ogni tanto una rinfrescatina su Storia & Geografia potrebbe risultare utile, non meno che, forse, divertente). Sciovinismo (designante un nazionalismo fazioso e fanatico) nasce dalla parola Chauvin, che è poi un cognome. Per la precisione quello di un immaginario (inventato, per vaudeville e altri shows di quel tempo) soldato, di nome Nicolas, entusiasticamente militante nell’esercito napoleonico (forse troppo).
Ecco spiegato “Cosa vuol dire” Sciovinismo. Anche se non si potrà mai chiarire quanti miliardi di drammi umani ha creato questa parola. Per esempio, laddove, con un filino di fantasia, la si volesse considerare sinonimo di Nazionalismi (che se incazzati diventano Patriottismi o se si preferisce Isteronazionalismi), Egoismi, Particolarismi alias Guerre.
Forme di Sciovinismo
Sciovinismo è parola che si può scoprire in tante occasioni. Sciovinismo gastronomico, ad esempio: i Francesi rompono tanto i coglioni con la loro Cuisine. Ma vuoi mettere quella Italica! Secondo i miei amici isteronazionalisti novaresi, ad esempio, la Ambrosia, noto cibo degli dei omerici, je farebbe na pippa alla loro Paniscia, ma non me ne vogliano se mi salvo in corner con un britishissimo no comment).
Sciovinismo footballistico: ad esempio, il mai troppo rimpianto avvocato Prisco, nerazzurrissimo doc, che dopo aver stretto la mano a un milanista correva a lavarsela. E dopo aver stretto la mano a uno juventino guardava subito se c’erano ancora le dita.
Sciovinismo turistico
Né poteva, può, mancare (figlio delle tante puttanate che, c’era da aspettarselo, spuntano in occasione dei drammi, tipo l’attuale Coronavirus) lo Sciovinismo turistico. Una forma che, per dirla col poeta, è traducibile in: “Gli Italiani (in ferie, vacanze) in Italia!!!”. Nel senso di ‘Italiani non all’estero!’, fossero pure Mentone e/o Chiasso. E a ‘sto punto, delle due, una. O gli “stranieri” (tutti gli altri “Turismi” non italiani) sono coglioni (nel senso che incassano, non reagiscono) e allora va bene così. Oppure gli “stranieri”, fosse solo per quella parolina che si chiama “reciprocità”, potrebbero a loro volta (voler) dire/replicare: “E i turisti svedesi in Svezia … quelli Olandesi in Olanda … quelli Austriaci e Svizzeri in Austria e Svizzera”.
Vabbè, questi due ultimi non hanno il mare, ma possono pur sempre contare su amene località lacustri immortalate da sane grigliate di Birra & Salsicce; mentre a Filicudi e/o a Martina Franca col cacchio che ti ammanniscono i crauti. Col risultato che, alla fine della fiera (turistica) ognuno se ne sta a casa sua (per i milanesi ok eventuali gite sul Mottarone). O no? E allora?