«Che cento fiori fioriscano, che cento scuole di pensiero gareggino», che 16 librerie si aprano e centocinquanta dipendenti vendano libri… Diverse le circostanze e i propositi fra il celebre detto di Mao, e la volontà di tre giovani donne di aprire il negozio di Zamolek. Un luogo di cultura, una libreria, in cui mettere in vendita opere letterarie in arabo e nelle lingue occidentali: francese, inglese e tedesco. La libraia del Cairo è la storia dell’autrice Nadia Wassef che con la sorella Hind e l’amica Nihal l’8 marzo 2002, inaugurava Diwan, la prima libreria moderna e indipendente d’Egitto. Un periodo in cui la cultura e i libri erano considerati un lusso e non una necessità.
La libraia del Cairo racconta il viaggio incredibile di queste tre donne che non si arrendono in un paese che corre verso la rivoluzione. Un luogo dove la cultura è appannaggio di pochi e soprattutto degli uomini. Diwan vuole ripercorrere a ritroso l’antico detto “gli egiziani scrivono i testi, i libanesi li pubblicano e gli iracheni li leggono”. Le tre giovani ribaltano l’antico detto: saranno gli egiziani a leggere i romanzi, le opere letterarie, le poesie provenienti da ogni parte del mondo; a cominciare dagli autori arabi, insieme a quelli di altre nazioni, in modo da favorire il mescolarsi di pensieri e culture.
La libraia del Cairo: lettera d’amore per l’Egitto
È una rivoluzione che sente gli stimoli sociali che giungono dalla società e mettono in discussione il potere assoluto e tirannico di Mubarak prima e della Fratellanza musulmana poi, con dimostrazioni in presidi permanenti a piazza Tahrir. Millioniyat si chiamano, manifestazioni di piazza oceaniche, che contaminano tutto il Maghreb, le primavere arabe ricche di aspettative per il cambiamento democratico e invece soffocate dalle armi e dagli “stivali” dell’esercito.
“Diwan è stata la mia lettera d’amore per l’Egitto”, confida Nadia Wassef, autrice di “La libraia del Cairo”. Il libro descrive il lungo lavoro organizzativo per mettere in piedi la libreria, le difficoltà nel reperire il materiale da esporre. Parla delle innovazioni apportate nell’accompagnare i luoghi dell’esposizione con una caffetteria per favorire il dialogo; le sezioni immaginate e realizzate: i libri di autoaiuto, gli Egypt Essenzials, testi sull’antico Egitto, fotografici, guide tascabili, sulla cucina e sull’arte, attingendo alla tradizione e alla cultura locale anche preislamica. Negli anni Nadia Wassef e i suoi collaboratori, con la forza di chi non ha nulla da perdere, hanno trasformato Diwan in un enorme successo. Oggi conta numerose sedi, centocinquanta dipendenti e tantissimi appassionati clienti.
La libraia del Cairo di Nadia Wassef, Garzanti Editore, pagine 235, € 17,00.
Autore
Nadia Wassef
ha studiato alla University of London e alla American University del Cairo. Ha lavorato come ricercatrice e patrocinatrice della Female Genit al Mutilation Task Forcee all’interno del Women and Memory Forum. È apparsa nella lista di «Forbes» delle duecento donne più potenti del Medio Oriente nel 2014, 2015 e 2016 e il suo lavoro è stato segnalato su «Time»,«Monocle», «Business Monthly». Vive a Londra con le due figlie.