Nelle Vite Parallele di Plutarco, una combinazione di eventi ha visto nascere e convivere due realtà economiche differenti tra loro ed evolutasi in tempi diversi. C’è sempre stata un’epoca in cui le difficoltà di vita costringevano alcuni a cercare gloria e fortuna lontano dalla terra natia, mentre ad altri, più fortunati, era concesso di restare in quella stessa terra e godere i frutti del lavoro degli antenati chi li avevano preceduti.
Ma spesso l’imperscrutabile Fato decide che questi due mondi debbano incontrarsi scegliendo per ognuno, però, un percorso diverso di vite parallele. Alla fine si scoprirà che essi hanno percorso, nella stessa direzione, una singola rotaia dello stesso binario. Un viaggio nel tempo che, caratterizzato da alcuni elementi, inconsapevolmente accomunerà il loro operato.
Vite parallele: la storia di Francesco Antonio
Siamo sul finire del 1500. Una famiglia proveniente dalla Campania acquista alcuni terreni nelle aree depresse del basso Salento, in Puglia. Erano agricoltori e possiamo immaginare che il loro amore per la terra li portasse a curare questi aridi campi facendoli divenire sempre più produttivi. Quasi certamente conoscevano le tecniche di coltivazione delle uve e qui trovarono il Negroamaro, l’antico vitigno introdotto probabilmente durante la colonizzazione greca della regione.
Questa pianta presentava un’elevata produttività agevolata dai terreni calcarei, dalla vicinanza al mare e dalla costante ventilazione nel territorio che evitava (ed evita) lo sviluppo di muffe. Tali condizioni indussero i nuovi coloni a dedicarsi alla coltura de “lu niuru maru”, termine dialettale usato ancora oggi, che ne sottolinea le peculiari caratteristiche date dal colore nero e dal sapore amarognolo del suo nettare.
La bontà di tali operazioni li portò, di generazione in generazione, a realizzare nuove acquisizioni di terreni da mettere in coltura. Come nelle migliori favole, questa meritoria attività fu premiata dall’allora Papa Leone XIII che, nel 1884, concesse ai neo benestanti il titolo nobiliare di Conti.
Come uso a quei tempi, dopo la vendemmia, le uve venivano esportate per essere usate per il taglio di vini francesi e vini del nord Italia. Questa mancata valorizzazione del nero chicco ebbe termine nel 1935 allorché il conte Alcibiade fece costruire un moderna cantina per la produzione del nobile vino. Una tradizione che, continuando ad ammodernare i metodi di vinificazione e le attrezzature necessarie all’uopo, arriverà fino ai giorni nostri con la creazione di prestigiose etichette, esportate in tutto il mondo.
Vite parallele: la storia di Fernando
Dal Salento era stato costretto a trasferirsi in Svizzera per trovare una fonte di reddito da sempre ricercata, invano, nella sua terra. Insieme al fratello e ad altri compaesani aveva trovato lavoro, come operaio, presso una birreria di Friburgo.
Addetto al duro lavoro di carico e scarico delle casse di birra, il suo pensiero correva sempre alla famiglia lontana mentre era sempre più vivo il desiderio di rientrare in patria. Nel 1963 mise per iscritto questi suoi pensieri e li inviò certamente alla moglie. Una lettera scoperta casualmente molti anni dopo che indusse il figlio Maurizio, e i futuri nipoti, a realizzare il sogno paterno di produrre birra nella propria terra.
Un’avventura, intrapresa agli inizi del secondo millennio, che è riuscita a guadagnare un posto d’onore tra i numerosi produttori di birre artigianali. Ma sono andati anche oltre: hanno destinato un piccolo appezzamento di terreno alla coltivazione del luppolo. Dopo gli ottimi risultati ottenuti, hanno deciso di estendere le aree di coltivazione per ottenere un prodotto strettamente legato al territorio. E se tutto ciò non dovesse bastare, sono anche riusciti a creare una birra che, con tasso alcolico pari allo zero per cento, diviene una risolutiva bevanda per automobilisti responsabili.
Vite parallele che accomunano due famiglie
Ma quali sono gli elementi che accomunano queste due famiglie? Viene da pensare che il Destino abbia usato le sue armi migliori. Francesco Antonio proveniva dalla Campania e decise di stabilirsi a Leverano, in provincia di Lecce; ma Leverano è anche la città natale di Fernando!
Il toponimo della cittadina deriva dal greco e significa zona aquitrinosa; e non notiamo che entrambi indirizzano le loro attività su elementi liquidi?
Ma ancora più singolare è che entrambe le famiglie, pur non avendo vincoli di parentela tra loro, avessero (ed hanno) le stesso cognome: Zecca! Sono nate così da queste storie, le Cantine dei Conti Zecca e il birrificio Birra Salento.
Mondi e vite parallele a Leverano
Questo paese di 14mila abitanti circa, che tanta importanza ha avuto nella storia delle due famiglie, naturalmente ha subito i benefici derivati da queste e altre realtà economiche presenti nel tessuto urbano, come la Cooperativa vitivinicola Vecchia Torre.
Il centro storico, come tanti altri centri del Salento, si presenta con abitazioni unifamiliari affacciate su un intrico di strette strade. Piazza Roma, salotto cittadino, è contornata dalle usuali attività economiche col suo immancabile Bar Roma, la vicina tabaccheria e alcuni punti di ristoro; sul fondo è chiusa dal rosso edificio dell’ex frantoio ed ex tabacchificio, ora sede di una banca.
Su tutto domina, dall’angolo di via Greci, l’ottocentesca Torre dell’Orologio che dall’alto dei suoi dodici metri, continua a segnalare sonoramente le ore, scandite dalle sue lancette.
Svoltando su via Vittorio Emanuele si trova l’eccellente ristorante di Cosimo Russo quasi a ridosso della Torre Federiciana. Questo prisma alto ventotto metri, fatto costruire da Federico II di Svevia nel 1220, serviva come punto elevato di osservazione sulle vicine coste, spesso soggette alle reiterate incursioni saracene.
Il suo interno ha perso tutte le tramezzature che dividevano in quattro livelli il corpo di fabbrica; oggi, nonostante tali perdite, rimane la possibilità di ammirare, direttamente dal basso, la volta a crociera.
Da sottolineare che questa appartata località salentina, un po’ discosta dai principali itinerari turistici, è pur sempre a breve distanza dalle famose e affollate spiagge di Porto Cesareo dalle quali, in estate, si riversa il popolo dei vacanzieri in cerca di tranquillità e buon cibo.
Riferimenti utili:
Azienda Agricola Conti Zecca – via Cesarea – tel. 0832 925613 – www.contizeccashop.it
Birra Salento – Via Ancona, 2 – 0832 925196 – www.birrasalento.it – info@birrasalento.it
Ristorante Cosimo Russo – via Vittorio Veneto 9 – 0832 1814489/375 5351682 – cosimorussoristorante@gmail.com
Cantina Vecchia Torre – Via Marche 1 www.cantinavecchiatorre.it
Comune di Leverano – via C. Menotti 14 – 0832 923411 – www.comune.leverano.le.it
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