Azzurro, rosso, giallo, verde, nero e bianco: ci sono tutte le nuance, in questa terra inondata dal sole! I colori del Monferrato formano una tavolozza dal blu del cielo, dal rosso vermiglio delle sue terre più particolari che hanno dato vivacità alle dimore; dal verde della policroma vegetazione immersa tra i vigneti; dal giallo dei fiori e dal bianco della pietra. Colori affiancati da mille, delicate sfumature che rendono il quadro di una bellezza incomparabile. Non mancano nemmeno tonalità più vigorose legate alle presenza di tartufi bianchi e neri o al nero del Barbera; un vino il cui contraltare di colore più blando è il giallo paglierino del Cortese.
Colori del Monferrato: una gara tra uomo e natura
Un collage derivante dalla spontaneità della natura e soprattutto dalle attività umane che hanno manipolato la terra per le proprie esigenze. In quest’atmosfera pertanto risulta evidente la gara tra l’uomo e la natura al fine di ottenere, pur involontariamente, il miglior risultato. Un tale paesaggio, ovviamente, appaga la vista ma coinvolge anche gli altri sensi poiché il panorama è sottolineato dallo scorrere delle acque e dal ronzio di api che bottinano con affanno tra i fiori.
Chi come noi ha il compito di documentare e raccontare i luoghi non fa altro che subirne il fascino. Rimanendo ammaliato dai colori del Monferrato, da queste combinazioni cromatiche le quali, immancabilmente, rendono più piacevole l’esplorazione delle regioni. In questo caso il nostro lavoro sembrerebbe agevolato già in partenza poiché stiamo per approdare nell’area probabilmente più ricca del territorio: l’OroMonferrato, nel Nord Astigiano.
Colori del Monferrato: Il trifulau di Moncalvo
Proprio in questa città, già Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, faremo conoscenza con uno dei gioielli del Monferrino: il tartufo nero. Andiamo per campi accompagnati dal trifulau, Aldo Guarnero, e il suo inseparabile compagno di lavoro: il vivace Balin, una nera pallina di pelo che nel giro di mezz’ora avrà percorso trecento chilometri! Ovviamente la grande intesa tra i due, frutto evidente di mesi di addestramento, ha creato anche simpatiche scenette in diretta. Infatti abbiamo assistito ad un continuo inveire bonario del Guarnero verso il suo cane per indurlo a cercare il prezioso fungo.
Ma Balin giocava, scodinzolava, si sedeva tra l’erba, si rialzava improvvisamente e riprendeva a correre! Infine ci è sembrato che fosse lui, Balin, a decidere quando cercare e, una volta individuato il piccolo fungo, era sicuro di ricevere, come ricompensa, l’ambita crocchetta. Meno pregiato rispetto a quello bianco, la colorazione scura di questo fungo ipogeo è legata al periodo della nostra visita. Ovviamente abbiamo assistito ad una dimostrazione ben sapendo che nessun trifulau indicherebbe, anche a gente di passaggio, quali sono i suoi segreti luoghi di “ricerca”. Ciononostante Belin ci ha fatto dono di ben cinque piccole e nere sfere bitorzolute.
Colori del Monferrato: La città più piccola d’Italia
Con i suoi tremila abitanti circa, Moncalvo in provincia di Asti, è considerata la città più piccola d’Italia. I suoi monumenti più significativi sono tutti raccolti intorno a piazza Carlo Alberto. L’ampia platea, circondata da un lungo porticato, accoglie il mercato settimanale del giovedì mentre, negli altri giorni è adibita a parcheggio. L’area mercatale è sorta laddove esisteva il castello del XIII secolo dei Marchesi del Monferrato; dell’antico maniero oggi restano solo due imponenti torrioni che, dal punto più alto dell’abitato, offrono una vista panoramica sui dintorni.
Passando dinanzi all’ex Sinagoga (1700 circa), oggi proprietà di privati che ne hanno restaurato la facciata, si raggiunge la contigua Piazza Garibaldi sulla quale troviamo il bellissimo prospetto dell’ottocentesco Teatro Civico. Infine, tra palazzi storici (Testa Fochi, Lanfrancone) non dovrebbe mancare la visita al Museo Civico che espone opere di De Chirico, Modigliani, Morandi e altri importanti autori.
Il paese più alto del Monferrato
Albugnano con i suoi 549 metri d’altitudine detiene questo record. A circa due chilometri dal centro abitato visitiamo uno dei suoi monumenti più insigni: la Canonica di Santa Maria di Vezzolano. Siamo dinanzi all’ingresso principale di questa chiesa voluta, secondo la leggenda, da Carlo Magno, mentre un tiepido sole al tramonto avvolge il cotto della facciata decorata da sculture. L’interno è caratterizzato da una struttura a cinque archi che divide in due la navata centrale. Una soluzione probabilmente voluta per separare fisicamente gli officianti dai fedeli.
La parte superiore del divisorio è abbellita da due file sovrapposte di figure che, nel livello più in alto, rappresentano scene di vita della Madonna mentre i suoi antenati riempiono il livello sottostante. Superato questo ostacolo siamo dinanzi all’altare alle cui spalle è posizionato un prezioso polittico in terracotta policroma del 1400, mentre le finestre dell’abside retrostante sono incorniciate da bassorilievi in pietra, della seconda metà del 1100, raffiguranti l’Arcangelo Gabriele. Non resta che visitare il chiostro con i suoi affreschi duecenteschi parzialmente recuperati e la parte absidale esterna circondata da un originale meleto.
Colori del Monferrato: Albugnano DOC
Un importante progetto di valorizzazione dell’enogastronomia locale è stato realizzato appena tre anni fa con la creazione dell’Enoteca Regionale dell’Albugnano. Attualmente ne fanno parte circa venti produttori di questo DOC, un rosso ottenuto da Nebbiolo in purezza. L’attuale sede occupa l’edificio dell’ex scuola elementare intestata alla benefattrice, Camilla Serafino, che nel 1927 ne volle la costruzione. Al piano terra, un tempo destinato a palestra, vi è il punto accoglienza dei visitatori i quali avranno la possibilità di fermarsi per una degustazione tra i vini in bella esposizione.
Nelle finalità dell’Ente, inoltre, vi è la volontà di sottoporre all’attenzione degli ospiti anche la gastronomia locale i cui piatti saranno, ovviamente, abbinati alle rispettive produzioni vinicole. Infine vi è la volontà di far conoscere i circa sessanta comuni che insistono sul territorio: un colorato panorama da ammirare dall’ultimo piano dell’ex edificio scolastico.
Patrimonio Unesco a Govone
Da Albugnano la strada che imbocchiamo in direzione Govone ci fa passare nei pressi di Aramengo. Il nome della cittadina richiama immediatamente un antico modo di dire: andare a ramengo. Un’espressione nata nel medioevo ad Asti quando i condannati per reati patrimoniali erano mandati in esilio in questo comune, posto ai margini dell’allora Ducato di Savoia. Non avendo commesso reati di alcun genere, proseguiamo tranquillamente verso la nostra meta: il Castello Reale di Govone. La sua costruzione, iniziata nel 1675 dai conti Solaro signori della città, terminò quasi cento anni dopo con la creazione dello scalone d’accesso a doppia rampa.
Gli ingressi posti su due livelli sono sostenuti da coppie di giganteschi telamoni che caratterizzano l’intera facciata. Questa residenza, che appartenne anche ai Savoia, nel 1897 fu acquisita dal Comune che la destinò ad accogliere sedi scolastiche (testimoniate ancora dai graffiti lasciati in alcune stanze), uffici comunali e quelli della Pretura.
Oggi è divenuto un contenitore culturale che vede convegni, mostre d’arte e concerti occupare il grande parco all’italiana ed i saloni del palazzo. I preziosi arredi originali, all’atto dell’acquisizione comunale, furono messi all’asta; oggi resta da ammirare il salone centrale completamente affrescato con trompe-l’oeil e le Sale cinesi: quattro ambienti completamente tappezzati con carte da parati sulle quali sono rappresentate scene di vita della Cina XVIII secolo.
Colori del Monferrato: Picnic in campagna
Non potevamo chiudere questo itinerario senza aver prima testato la sua parte più dolce! Una qualità quest’ultima ritrovata anche nella cordiale accoglienza di uno dei titolari dell’Azienda Agricola Fratelli Durando, che ci ha fatto da guida. Agricoltori da secoli, di generazione in generazione hanno sempre apportato miglioramenti rivolti soprattutto alla cura di vigneti e noccioleti. Di quest’ultima pianta abbiamo ricevuto notizie sull’intero ciclo di lavorazione del cultivar Tonda Gentile Trilobata che da vita alla Nocciola Piemonte IGP. Forse per valutare il nostro grado di apprendimento delle nozioni appena forniteci, ci siamo trasferiti nella Scuola di Nocciole con tanto di lavagna, gessetti e piccoli banchi!
Abbiamo miscelato alcune misteriose sostanze per ottenere una gustosissima e dolcissima crema di nocciole che ha trovato immediatamente spazio nei nostri zaini già stracolmi. Ma le gradevoli sorprese non erano finite: ci è stata consegnata una grande tovaglia annodata, colma di leccornie. Con questo fagotto in spalla ci siamo trasferiti all’ombra di noccioleti per consumare le gustose pietanze della cucina locale. È stata la giusta conclusione di un piacevolissimo weekend durante il quale abbiamo avuto modo di conoscere, anche se sommariamente, una piccola porzione del comprensorio vitivinicolo Langhe-Roero e Monferrato: un’area geografica giustamente riconosciuta dall’Unesco come Paesaggio Culturale.
Info utili:
Alba (CN): Ente Turismo Langhe Monferrato Roero
– Piazza Risorgimento, 2 – 0173 362807 – www.visitlmr.it
Albugnano (AT): Enoteca Regionale dell’Albugnano – via Roma 9 – 392 0128455m – www.enotecaregionalealbugnano.it
Santa Maria di Vezzolano – 011-9920607/333 1365812 – www.vezzolano.it
Govone (CN): Castello Reale – Piazza Roma, 1 – 0173 58103 – www.castellorealedigovone.it
Portacomaro (AT): Azienda Agricola F.lli Durando – viale A. Degiani 33 – 327 7867161 – www.fratellidurando.it
PHOTO GALLERY LANGHE ROERO MONFERRATO
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