Sabato 5 Ottobre 2024 - Anno XXII

Il grido interiore di Munch a Milano dopo 40 anni

Palazzo Reale Milano Munch Il grido interiore

In occasione dell’80° anniversario della morte di Edvard Munch, a Palazzo Reale di Milano la mostra “Munch. Il grido interiore”, aperta fino al 26 gennaio 2025. Esposte 100 opere tra dipinti, disegni e stampe.

Il grido interiore di Munch a Milano dopo 40 anni
L’esposizione “Munch. Il grido interiore”

Molti illustri artisti hanno lasciato opere che segnano in modo indelebile la storia dell’arte. Pensiamo alla “Gioconda” di Leonardo, alla “Pietà” di Michelangelo e agli “Orologi molli” di Salvador Dalì. Quando si parla di Edvard Munch (1863-1944) è impossibile non menzionare il suo celebre “Urlo”.

La mostra che si tiene a Palazzo Reale a Milano fino al 26 gennaio 2025 si ispira all’inquietudine esistenziale dell’artista norvegese.
Il titolo dell’esposizione “Munch. Il grido interiore”, riflette la sofferenza umana espressa nel suo dipinto più iconico, che incarna i sentimenti più profondi e oscuri dell’animo umano.

Munch a Milano dopo 40 anni con 100 opere
Mostra Munch. Il grifo interiore Palazzo Reale Milano
Sale della mostra (ph. credits Pablo Riccomi)

Questa rassegna, che torna dopo quarant’anni, è una retrospettiva promossa dal Comune di Milano – Cultura e patrocinata dalla Reale Ambasciata di Norvegia a Roma. È prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia, in collaborazione con il Museo MUNCH di Oslo.

La mostra presenta 100 opere tra dipinti, disegni e stampe provenienti dal Museo Munch di Oslo, in occasione dell’80° anniversario della morte del celebre pittore. La curatela è affidata a Patricia G. Berman, una delle maggiori studiose dell’arte di Munch, del suo vissuto, delle sue produzioni artistiche.

Sofferenza che diventa espressione d’arte
Edvard Munch, The Girls on the Bridge, 1927 Palazzo Reale Milano
Edvard Munch, The Girls on the Bridge, 1927

Fin dalla giovane età, la vita dell’artista fu costellata da profondi dolori, ma riuscì a trasformare tutta la sua sofferenza più intima in espressione artistica.
A leggere la sua vita, viene spontaneo dire iellato. Un destino così avverso da sottrargli anzi tempo gli affetti più cari. Dapprima la madre morta di tubercolosi, poi la sorella minore, il padre perito in tragiche circostanze ed infine la relazione travagliata con la fidanzata, Tulla Larsen. 
Eppure Munch, che scrisse nel suo diario «vivo con i morti», pur afflitto da cotanta disperazione, trovò nell’arte il modo di sopravvivere. Non fuggì mai dai suoi demoni. Anzi, li mise sulla tela, lasciando al mondo un’eredità artistica in grado di comunicare la sofferenza umana.

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“L’Urlo”, Il grido interiore
Munch, L’urlo 1893 Museo nazionale di Oslo Palazzo Reale Milano
Munch, L’urlo 1893 Museo nazionale di arte, architettura e disegno, Oslo (ph-Barbera)

Il dipinto più famoso dell’artista norvegese, “L’Urlo”, cattura in modo potente l’angoscia e l’orrore dell’esistenza umana. Le pennellate rosse evocano un’intensa emozione, mentre la figura centrale, con le mani sul volto e la bocca aperta, sembra trasmettere un grido di disperazione. Questa opera rappresenta, in modo emblematico, il tormento che può derivare da esperienze traumatiche e il profondo senso di vulnerabilità della vita.

Il percorso espositivo offre una panoramica completa dell’opera di Munch, evidenziando il suo contributo all’arte moderna e contemporanea. Si parte dai suoi esordi naturalistici per arrivare alle opere visionarie e malinconiche degli anni successivi. Attraverso questa selezione, vengono esplorati temi universali che hanno contraddistinto il lavoro del geniale artista norvegese: vita e morte, paura e sofferenza, follia e malattia.

Opere celebri in mostra
Munch, Notte stellata, 1893 Palazzo reale Milano
Munch, Notte stellata, 1893 Getty Museum, Los Angeles

Tra le opere in mostra, emergono alcune delle creazioni più celebri di Munch, come una delle versioni litografiche de “L’Urlo” (1895), “La morte di Marat” (1907), “Notte stellata” (1922–1924), “Le ragazze sul ponte” (1927), “Malinconia” (1900–1901) e “Madonna” (1902).
Queste opere consentono ai visitatori di entrare nel mondo emotivo di Munch, un artista capace di esprimere le complesse emozioni umane. Il suo uso personale del colore e della forma riescono a trasmettere le paure e le fragilità della vita.

Fedele alla sua nota indole provocatoria e riservata, Munch lasciò sbigottiti coloro che, alla sua morte, scoprirono cosa si nascondeva nel secondo piano della sua dimora. Vi trovarono 1.008 dipinti, 4.443 disegni, 15.391 stampe,378 litografie, 188 acqueforti, 148 xilografie, 143 pietre per litografie, 155 lastre di rame, i suoi diari e molte fotografie.
Tutte queste opere contribuirono ad aprire, nel 1963, il Munch Museum a Oslo.

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Per arricchire la mostra milanese, ci saranno molti eventi che coinvolgeranno diverse realtà culturali della città. Questi eventi approfondiranno la figura di Munch e i temi delle sue opere, esplorando linguaggi come cinema, architettura, musica e letteratura. 
La mostra, dopo Milano, si sposterà a Roma, presso Palazzo Bonaparte, dal 18 Febbraio al 2 Giugno 2025.

Informazioni: www.palazzorealemilano.it/

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