Progetto “Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana”
Ci sono piccoli borghi – già meritevoli di una visita per la loro intrinseca bellezza – che racchiudono inestimabili opere d’arte. E lo fanno con la modestia sicura di chi non deve dimostrare nulla, perché racchiudono tra mura più che centenarie opere di grandi artisti.
Tra la Valdichiana e la Valtiberina, quindi fra Toscana e Umbria, Sansepolcro, Castiglion Fiorentino, Citerna e Monterchi custodiscono quadri e sculture di Bartolomeo della Gatta, Piero della Francesca, Donatello e tanti altri. Così per agevolare quei visitatori che, magari approfittando delle festività natalizie, vogliono scoprire queste opere e questi luoghi immersi nell’incanto della campagna toscana, i sindaci di questi borghi, con la consulenza del critico d’arte Vittorio Sgarbi, hanno varato il progetto “Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana”.
Si tratta di un portale per una visita virtuale al territorio e ai suoi musei, ai suoi capolavori, il tutto in un raggio di una quarantina di chilometri. Il portale è in doppia lingua, italiano e inglese e ha un bel corollario di foto. Da seguire anche su Facebook, Instagram e TikTok.
Rinascimento: Castiglion Fiorentino
Castiglion Fiorentino (AR), in Valdichiana, vanta origini etrusche, e la sua antica storia è ripercorribile nel “Sistema Museale Castiglionese”.
Un sistema che comprende l’Area del Cassero, con il Piazzale e l’omonima Torre trecentesca, la Pinacoteca con le opere di Bartolomeo della Gatta, il Fondo Antico, il Percorso Archeologico Sotterraneo e il Museo Archeologico con reperti etruschi e medioevali.
Bartolomeo della Gatta è la vera “star”, infatti abbiamo nella Pinacoteca due sue opere, “San Francesco riceve le stimmate” (1487), e “San Michele Arcangelo” (1480 circa), e nella Collegiata dei Santi Michele e Giuliano troviamo la “Pala di San Giuliano”, opera dalle molteplici vicende, divisa in due parti poi riunita.
Rinascimento: Citerna
Citerna (PG), uno dei “Borghi più belli d’Italia”, al confine fra Toscana e Umbria, domina l’Alta Valle del Tevere. Lo spirito religioso permea questo luogo da secoli, qui passava San Francesco per andare alla Verna, e ancora oggi è una tappa del cammino di San Francesco.
E nella sacrestia della chiesa di San Francesco è custodito uno dei capolavori di questo percorso nel Rinascimento, la Madonna con il Bambino di Donatello, una scultura in terracotta policroma a grandezza naturale. L’opera ha una storia curiosa: gli abitanti di Citerna la veneravano da anni anche senza conoscerne la storia.
Poi una giovane studiosa di storia dell’arte, la dottoressa Laura Ciferri, la notò casualmente e cominciò a studiarla, così nel 2005 appurò che sotto strati di pitture si celava un capolavoro realizzato da Donatello tra il 1415 e il 1420, riportato ai suoi splendori da restauri durati sette anni.
Rinascimento: Monterchi
Monterchi si è sviluppata nel Medioevo attorno al castello. È piccola e deliziosa da percorrere lungo le sue stradine, ma oggi è nota per la “Madonna del Parto” di Piero della Francesca, conservata nell’omonimo museo. Ritrae una Madonna giovanissima, molto bella, vestita alla moda dell’epoca e in dolce attesa. Piero della Francesca la dipinse verso la metà del ‘400 per la chiesetta di Momentana, che adesso fa parte del cimitero.
Non si sa perché il pittore, già famoso, dedicò un’opera così pregiata a un luogo fuori mano, ma gli studiosi ipotizzano che sia stato un omaggio che volle fare a sua madre, originaria del luogo, venerato fin dall’antichità per tradizioni e rituali legati alla fertilità.
Nel Museo ammiriamo anche la Madonna del Latte, del l XIV secolo, che si trovava sotto l’affresco di Piero della Francesca.
Rinascimento: Sansepolcro
Sansepolcro, dalla lunghissima storia, fu anch’essa importante centro religioso della Valtiberina, e anche qui troviamo tracce del passaggio di San Francesco tra eremi, chiese e monasteri.
A Sansepolcro nacque Piero della Francesca e nel Museo Civico troviamo sue splendide opere: “Resurrezione” (1460/1468?), “Polittico della Misericordia” (1445-1462), “San Giuliano” proveniente dall’ex-chiesa di Santa Chiara e “San Ludovico di Tolosa” proveniente da Palazzo Pretorio, entrambi datati fra 1454 e 1458.
Il Polittico in particolare è un’opera davvero grandiosa, che si compone di cinque grandi pannelli, una predella e undici tavolette. L’oro dello sfondo fa da cornice alle figure dei Santi, e fra tutte si staglia, ieratica e dolcissima, la Madonna della Misericordia, che allarga il suo mantello per proteggere uomini e donne inginocchiati in preghiera.
Ancora, da vedere a Sansepolcro la Casa natale di Piero della Francesca, l’imponente Cattedrale, dove si trovano il Volto Santo (antichissimo crocifisso di epoca longobarda o carolingia tutt’ora venerato come miracoloso) e la pala di Perugino.
Da vedere ancora la chiesa di San Lorenzo, con la celebre Deposizione di Rosso Fiorentino, la chiesa di Sant’Antonio Abate, che custodisce lo stendardo opera di Luca Signorelli, e la chiesa di San Francesco.
Rinascimento tra arte e cucina
Se l’arte e il Rinascimento è il filo conduttore di questo itinerario, c’è anche un altro tipo d’arte da scoprire, ed è quella della tavola, un’arte antica. La cucina del territorio è ricca di tradizione e nei numerosi ristoranti si trovano ancora prodotti genuini.
Un antipasto non può prescindere dai famosi salumi (da provare quelli di Cinta Senese) e dai formaggi, dai tipici crostini di fegato, da quelli col cavolo nero che è di stagione, così come lo è il pane con l’olio novello.
Fra i primi piatti sono assolutamente da provare i pici – o bringoli- una sorta di spaghettoni fatti a mano che sono il vanto del territorio. Si condiscono secondo la tradizione con un sugo di pomodoro e aglione, un aglio particolare tipico della zona più digeribile dell’aglio comune, ma si possono condire anche con il ragù di “nana” (anatra) o ragù di salsiccia.
Altri primi gustosi sono la pappa col pomodoro e la ribollita. La bistecca qui è di casa, rigorosamente di Chianina, ma troviamo anche altre specialità come il “peposo”, uno stracotto particolare che secondo la tradizione piaceva moltissimo a Brunelleschi quando lavorava a Firenze alla costruzione della Cupola di Santa Maria del Fiore.
Dolci secchi e vini locali non mancano mai in una cena da queste parti, per accompagnare questi cibi genuini come questa terra, un po’ Toscana e un po’ Umbria, un po’ severa e tanto dolce, un po’ schiva e tanto ospitale, e misteriosa quel tanto che fa venire voglia di tornare.
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