Dalla nascita dell’automobile vi sono stati eventi in cui sono protagonisti oltre che le persone anche le stesse automobili, tanto che quando si ricorda quel tale episodio si collega immediatamente anche il modello della macchina. Vogliamo presentare alcune delle auto che sono legate a particolari eventi o personaggi storici.
La Graef & Stift “Bois de Boulogne” e la Prima guerra mondiale

L’attentato all’Arciduca d’Austria Francesco Ferdinando dove perse la vita, insieme alla moglie Sofia, avvenne a Sarajevo il 28 giugno 1914, mentre era a bordo della vettura Gräf & Stift “Bois De Boulogne” del 1911. L’attentato fu la causa dello scoppio della Prima guerra mondiale che si concluse con la pace firmata l’11 novembre 1918.
Un giorno che sembra essere stato preconizzato dalla targa stessa dell’automobile: A 11 11 18, dove la “A”, potrebbe ricordare la parola Armistizio. In seguito, un’aurea di leggenda che parla di morti violente e orrendi incidenti, la definisce come auto maledetta.
L’esemplare dell’attentato, carrozzato “double phaeton”, sei posti, quattro marce monta un motore a 4 cilindri da 32 cavalli. La vettura era stata costruita dalla Gräf & Stift, azienda viennese di auto, camion e autobus fondata nel 1902 da tre fratelli. L’auto è ancora conservata al Museo di storia militare di Vienna, insieme all’uniforme insanguinata dell’erede al trono asburgico.
L’Alfa Romeo della fuga di Mussolini

L’ultima vettura di Benito Mussolini fu la Alfa Romeo 6C 2500 Berlinetta carrozzata Touring del 1939 che il Duce regalò all’amante Claretta Petacci.
Proprio l’auto con la quale i due fecero l’ultimo viaggio.
Un viaggio disperato nel tentativo di sfuggire alla disfatta definitiva della Repubblica Sociale Italiana.
La sera del 25 aprile Mussolini abbandona Milano – per cercare di espatriare – raggiungendo prima Como e poi Dongo dove il 27 aprile verrà arrestato dai partigiani insieme a Claretta Petacci.
L’Alfa Romeo della fuga rimase abbandonata in una stalla per ventun anni prima di essere acquistata da un ufficiale dell’esercito americano, per trecento dollari, che la spedì negli Stati Uniti dove venne restaurata.
La Fiat 2800 prima auto del Presidente

La prima auto del Presidente della Repubblica Italiana Enrico De Nicola è ereditata dal precedente regime. Nel 1946 l’Italia versava ancora in condizioni critiche e il primo Presidente non fece ulteriori spese, riutilizzando le Fiat 2800 dell’anteguerra, che venivano impiegate dal governo fascista.
Si trattava di un modello del 1938 pensato appositamente per i vertici del governo, Famiglia Reale compresa. Era lunga 5 metri e mezzo, e fu sempre usata da Mussolini come vettura di Stato, insieme alle più prestigiose Lancia Astura e Dilambda. Rimase in servizio anche dopo la fine della guerra per i primi due anni della Repubblica: dal 1946 al 1948.
La Fiat Campagnola di Papa Giovanni Paolo II

Fra le varie papamobili la FIAT 1107 Nuova Campagnola torpedo donata a Giovanni Paolo II dai dirigenti e dai lavoratori della FIAT il 13 aprile 1980, in occasione della visita del papa a Torino, occupa un posto di rilievo.
Fu allestita in appena una settimana e spedita in Vaticano. Qui venne sottoposta ad ulteriori modifiche e il 12 maggio 1980 fu immatricolata nei registri vaticani con la targa SCV 3. Giovanni Paolo II si trovava proprio a bordo della Campagnola quando subì l’attentato del 13 maggio 1981.

Nell’estate del 2004 la Campagnola fu ritargata con la nuova targa SCV 1. L’ultima apparizione pubblica della fuoristrada FIAT fu il 7 novembre 2007, durante il pontificato di Benedetto XVI.
La vettura è rimasta nei locali dell’autoparco vaticano fino al 2012 e dal 16 ottobre dello stesso anno è esposta all’interno del Padiglione delle Carrozze, nei Musei Vaticani.
La Mercedes 770K di Hitler

La Mercedes 770K color blu notte, che Hitler usava per le sue parate pesava 2mila e settecento chili e poteva toccare i 160 chilometri orari. Solo il telaio costava quasi 30mila marchi. Fu presentata al Salone di Parigi nel 1930 ed era il massimo della tecnologia. Non si muoveva mai da sola: erano tre o quattro le macchine che scortavano Hitler, nella prima stava lui, la seconda in genere trasportava bagagli, nella terza c’erano i medici.
La 770K sopravvissuta alla fine della Seconda guerra mondiale, dapprima passò in Austria e poi all’Imperial Palace car Museum di Los Angeles, in un museo di auto da collezione. Poi torna in Germania, acquistata da un magnate bavarese della birra, alla sua morte la moglie la rivende a un collezionista. Dopo qualche anno, viene acquistata da un miliardario di Mosca per otto milioni di euro. (1 continua)
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