Martedì 16 Dicembre 2025 - Anno XXIII

Monferrato: il valore della cooperazione per crescere insieme

Asti Monferrato prima della vendemmia

Tra le colline del Monferrato, dove la vite è radicata quanto le famiglie che la coltivano, c’è una storia che profuma di terra, collaborazione e futuro: quella dei viticoltori riuniti nella piccola Cantina di Vinchio Vaglio. I soci si avvalgono di un preciso programma di difesa integrata delle vigne: l’obiettivo è quello di attuare una viticoltura a bassissimo impatto ambientale, limitando l’impiego di fitofarmaci.

Monferrato Asti mostra Paolo Conte Original a Palazzo Mezzetti
Mostra “Paolo Conte Original” a Palazzo Mezzetti Asti (ph. v. giannella © mondointasca.it)

Il Monferrato, le sue colline, i vigneti e la mia visita di poche ore ad Asti è stata il tocco d’arte che cercavo. Un itinerario lento tra paesaggi senza tempo con una tappa ad Asti al Museo di Palazzo Mazzetti, dell’omonima famiglia di mercanti, scrigno elegante nel cuore della città di Vittorio Alfieri, di antica fondazione ma di impronta prevalentemente settecentesca.

All’interno la mostra di “Paolo Conte Original”, aperta fino al 1° marzo 2026, per vivere un viaggio nell’universo creativo del cantante astigiano nato qui nel 1937. Disegni, tempere, e inchiostri, schizzi su carta con tecniche diverse realizzate in settant’anni di attività, una riservata passione che ha coltivato per l’arte visiva.

Il percorso della mostra a Palazzo Mazzetti
Monferrato Asti Palazzo Mazzetti mostra Paolo Conte Original
Mostra “Paolo Conte Original” (ph. v. giannella © mondointasca.it)

Specificità della mostra è il percorso espositivo: le opere si susseguono secondo una scelta sorprendente, espressione del suo universo poetico particolare e singolare.
Così com’è l’artista Paolo Conte, fuori dalle mode, capace di creare un paesaggio sonoro e visivo unico, “Original”, popolato di personaggi, colori, luoghi, rivelano la stessa tensione lirica e la stessa libertà formale che attraversano la sua musica.

Monferrato Asti Galleria Palazzo Mazzetti
Palazzo Mazzetti galleria affrescata da Giovanni Caccioli (ph. v. giannella © mondointasca.it)

Palazzo Mazzetti è uno di quei luoghi in cui basta varcare la soglia per sentire immediatamente il peso elegante della storia cittadina.
Una dimora aristocratica ricca di fascino, con saloni affrescati, stucchi, soffitti dipinti e decorazioni sontuose. Ogni stanza è un piccolo mondo a sé, un contenitore raffinato dove sono custodite tele, arredi preziosi, testimonianze della vita culturale della città e delle famiglie che l’hanno abitato.
Un luogo che non si limita a mostrare l’arte, ma la custodisce con un’eleganza rara.

Le dolcezze gustose di Asti
Monferrato Asti degustazione cioccolatini e torroncini barbero
Cioccolatini e torroncini Barbero (ph. v. giannella © mondointasca.it)

La scoperta, anche se veloce di Asti, passa anche attraverso i sapori, per questo è d’obbligo una sosta golosa al torronificio cioccolateria Barbero.
Qui la dolcezza incontra l’eccellenza.
Vecchi macchinari “sfornano” gianduiotti, cioccolatini ripieni, torroni duri ma anche teneri, farciti di nocciole, mandorle e pistacchi.
Impresa impossibile uscire senza un pacchetto ricordo.

Monferrato: la cooperativa sconfigge le rivalità
Monferrato degustazione cantina Vinchio Vaglio
Degustazione nella cantina Vinchio Vaglio (ph. v. giannella © mondointasca.it)

Arrivare in Monferrato è come entrare in un racconto che non si vuole mai smettere di leggere. Questa è la storia di due comuni, Vinchio e Vaglio Serra, rivali per secoli, che hanno scelto nel 1959 di formare una cantina cooperativa in un momento particolarmente difficile per i contadini, e valorizzare insieme una terra magra, difficile, che scivola a ogni pioggia, dai pendii accentuati, tanto, “che se ti casca un acino devi inseguirlo fino giù a valle” recita un detto locale.

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Dai 19 soci iniziali, la cantina Vinchio Vaglio attualmente ne annovera quasi 200, proprietari di 500 ettari di vigneti in maggior parte a vitigni Barbera, radicati su terreni argillosi-sabbiosi che conservano viva la memoria del mare. I suoi strati sedimentari, infatti, sono ricchi di conchiglie fossili che popolavano i bassi fondali da 5 a 2 milioni di anni fa.

Colline del Monferrato Patrimonio UNESCO
Monferrato vigneti della cooperativa Vinchio Vaglio
Vigneti della cooperativa Vinchio Vaglio col paese sullo sfondo (ph. v. giannella © mondointasca.it)

Le colline del Monferrato sono patrimonio UNESCO dal 2014. Colline che si rincorrono morbide, addomesticate dall’uomo con la pazienza dei secoli, punteggiate di vigneti ordinati come ricami, e borghi minuscoli che custodiscono storie che si perdono nella notte dei tempi.
Qui è impossibile pensare a un’agricoltura estensiva e altamente meccanizzata su questi appezzamenti di diverse pendenze.

Ogni curva rasenta filari di uno dei vitigni simbolo dell’enologia piemontese: la Barbera che rappresenta infatti una buona fetta dell’intera produzione vinicola della regione.
Profumo vinoso, buona struttura e una caratteristica nota ruvida e acidula, che col passare del tempo sa diventare morbida e vellutata, acquistando armonia e pienezza: queste le caratteristiche salienti di questa signora dell’enologia italiana.

Un angolo di Monferrato fedele alle radici contadine
Monferrato bottiglia di Vino fatto da vigne di 50 anni
Vino da vigne di 50 anni (ph. v. giannella © mondointasca.it)

Neanche 900 abitanti messi assieme in questa enclave dell’astigiano, un angolo del Monferrato che è rimasto sostanzialmente fedele alle sue salde radici contadine. Senza megadiscariche, senza superstrade rumorose, senza grand’hotel.

Dall’alto della chiesetta di San Pancrazio, a Vaglio, dove s’incrociano volti e gesti di un mondo semplice, c’è una visuale bellissima da dove scrutare l’ondulato orizzonte: a est la piatta pianura padana nebbiosa, a ovest l’acuminata cima del Monviso, a sud il bagliore del Mar Ligure, a nord l’imponente mole del monte Rosa.

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La tradizione gastronomica
Monferrato Asti gastronomia Plin in brodo
Plin in brodo (ph. v. giannella © mondointasca.it)

Un altro aspetto non secondario di queste zone collinari piemontesi, è la ricca tradizione gastronomica che rende ancora più piacevole visitarle. Appena sotto la chiesetta, non mancate una sosta al ristorante Piazza Crova 3, dove sulla tavola fanno capolino pregiati piatti del territorio monferrino: Plin in brodo o alle tre carni, tajarin al sugo di porcini, agnolotti monferrini, battuta di fassona o peperoni con tonno e acciughe.

Una bella esperienza genuina e profondamente legata al Monferrato, immersi nei vigneti e nella dolce poesia di queste colline. Molte le “isole” boscose tra le vigne dove cantano ancora ghiandaie, cince, rigogoli, e qualcuno giura di vedere, da qualche tempo, branchi di lupi.

Uniti per creare una sinfonia enologica
Monferrato Asti vigneto dei tre vescovi
Vigneto dei tre vescovi (ph. v. giannella © mondointasca.it)

Qui, dove le giornate scorrono inseguendo l’alternarsi delle stagioni e dei lavori in vigna, duecento piccoli produttori hanno scelto una via diversa dalla competizione: unirsi. È un gesto antico e moderno allo stesso tempo, che ha trasformato un mosaico di parcelle e terreni, in un’unica sinfonia enologica capace di dar vita a quasi 900.000 bottiglie di vini riconosciuti e apprezzati ben oltre i confini piemontesi.
Il principio è semplice ma potente: dalla cooperazione nascono qualità, forza e identità.

Monferrato Barbera ottenuto dalle Vigne Vecchie
Barbera ottenuto dalle Vigne Vecchie (ph. v. giannella © mondointasca.it)

Ogni viticoltore porta con sé un pezzo di territorio, una tradizione, un “saper fare” tramandato e arricchito negli anni. Le loro vigne, alcune abbarbicate sui versanti più scoscesi, altre meno scomode, adagiate su colline morbide, raccontano storie diverse, che solo insieme trovano la loro massima espressione.
Le uve, portate in cantina, vengono trasformate in bottiglie che parlano di questo territorio, e l’obiettivo non è solo produrre vino, ma farlo con la consapevolezza che ciascuno dei soci contribuisce alla riuscita finale, beneficiando a sua volta della forza del gruppo.

Esempio virtuoso nel cuore del Monferrato
Asti Monferrato Grappoli di uva
Grappoli di uva (ph. v. giannella © mondointasca.it)

Quando sono arrivato a Vinchio e Vaglio Serra, ho scoperto che la cooperativa rappresenta molto più di un’azienda vitivinicola: è la porta d’ingresso a un mondo fatto di dedizione e attaccamento alla terra, un esempio virtuoso di come, nel cuore del Monferrato, la collaborazione possa trasformarsi in eccellenza.
Le degustazioni in cantina diventano così l’occasione per capire come la Barbera, il Barbaresco, il Grignolino, l’Arneis e il Nebbiolo assumano sfumature diverse a seconda del vigneto d’origine, e la sfida è riuscire a conservarne la personalità valorizzandone al tempo stesso l’armonia complessiva.

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Alle spalle della cantina, da qualche anno, la cooperativa ha acquistato un’ampia porzione di bosco confinante con la Riserva Naturale della Val Sarmassa, ripristinando alcuni sentieri che s’inoltrano in questa “oasi” alberata ancora selvaggia. Un passo decisivo, un gesto che non è soltanto investimento agricolo, ma un impegno culturale: custodire il paesaggio e coltivarlo in modo intelligente, rispettoso e lungimirante.

I vini e il rapporto uomo ambiente
Monferrato barrique cantina cooperativa vinchio vaglio
Barrique cantina cooperativa Vinchio Vaglio (ph. v. giannella © mondointasca.it)

“A guidare la rotta è un concetto semplice ma rivoluzionario: la qualità dei nostri vini non nasce solo dal vigneto, ma dal rapporto armonico tra uomo e ambiente” mi racconta Marco Giordano, direttore della cantina. “La sostenibilità qui non è un progetto astratto ma una pratica concreta. Abbiamo installato impianti fotovoltaici che alimentano parte delle attività produttive, allo stesso modo si inserisce la scelta dei bag in box per i vini bevuti tutti i giorni, una soluzione altamente ecologica perché consente di ridurre drasticamente l’energia e la CO2 necessaria per il riciclo del vetro. Inoltre c’è l’impegno alla consulenza agronomica perché si facciano meno trattamenti possibili, riducendo in questo modo gli inquinanti”.

E così, quando le ultime luci accarezzano i vigneti si capisce perché tanti scelgono di restare: perché questo è un modello che offre lavoro, formazione, e un motivo per credere che un futuro possibile esista anche qui, tra i filari e i boschi della Val Sarmassa. 

PHOTO GALLERY MONFERRATO

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