Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Liberty, il piacere di vivere

L’arte della borghesia italiana, a cavallo degli anni fra la fine dell’800 e il nascente ventesimo secolo, è protagonista di una grande mostra allestita al Museo San Domenico di Forlì. In esposizione opere provenienti da collezioni private e da musei di tutta Europa

Carlo Stratta, Aracne, 1893. Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, su concessione della Fondazione Torino Musei.
Carlo Stratta, Aracne, 1893. Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, su concessione della Fondazione Torino Musei.

Con le sue 330 opere in esposizione, in rappresentanza di 160 artisti, la mostra “Liberty, uno stile per l’Italia moderna” offre l’occasione per rivisitare la storia dell’Italia dopo l’unificazione. Una nazione che doveva fare i conti con le altre nazioni per trovare una sua collocazione in Europa. Sede della rassegna, voluta dalla Fondazione Cassa dei Risparmi e dal Comune, è il Museo San Domenico di Forlì che ospiterà l’esposizione fino al 15 giugno prossimo.

Le nuove tendenze artistiche del periodo felice, che va dal 1875 al 1915, fino cioè allo scoppio della prima guerra mondiale, si concretizzano in uno stile che si caratterizza come tipico della nuova borghesia, fatto di eleganti volute, ritratti femminili, corpi sinuosi, piante, fiori, ma anche mobili e arredi, stoffe, vestiti, gioielli.

Dialogo tra le arti

Giorgio Kienerk: L'enigma umano: il dolore, il silenzio, il piacere (part. del trittico) post 1900 olio su tela Pavia, Musei Civici
Giorgio Kienerk: L’enigma umano: il dolore, il silenzio, il piacere (part. del trittico) post 1900 olio su tela Pavia, Musei Civici

Qualunque sia il nome con cui il periodo viene definito, Liberty in Inghilterra, Art Nouveau in Francia, Modernismo in Spagna o Floreale in Italia è certo che gli anni che contraddistinguono il fine ottocento e i primi del secolo successivo sono testimoni delle esigenze artistiche di una nuova borghesia. Testimonianze che sono raccolte, al San Domenico di Forlì, in un percorso espositivo che si snoda attraverso quindici sezioni con una precisa impostazione cronologica e tematica, partendo dal trionfo internazionale del’Art Nouveau del 1900 per analizzare poi la diffusione del movimento nel territorio nazionale.

Le sale del Museo San Domenico ospitano, infatti, una esposizione che fa dialogare la pittura e la scultura con le altre arti figurative, vetrate, ferri battuti, ceramiche. Una mostra che affascina perché si entra in un’atmosfera rarefatta di decorazioni, linee sinuose e corpi femminili. Non per nulla, per il manifesto, è stato scelto “Il silenzio” tratto dal famoso trittico “L’enigma umano” di Giorgio Kienerk.

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La letteratura dell’epoca

Manifattura Richard Ginori, Fioriera con tre figure danzanti, 1902. Sesto Fiorentino, Museo Richard Ginori della manifattura di Doccia
Manifattura Richard Ginori, Fioriera con tre figure danzanti, 1902. Sesto Fiorentino, Museo Richard Ginori della manifattura di Doccia

Si passa, poi, a Segantini di cui è in esposizione “L’Angelo della vita” realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1894, proveniente dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano e a Galileo Chini con la sua “Primavera classica”, tempera, olio e oro su tela del 1914, tanto per citare due nomi tra quelli più importanti per la pittura, al pari di Previati, Nomellini, Baccarini, Grubicy de Dragon, Pellizza da Volpedo, Longoni, Sartorio, De Carolis.

Per le sculture si possono ammirare opere di Bistolfi, Ximenes, Trentacoste, Canonica, Rubino, Andreotti, Wildt, Martini, poi le vetrate e i ferri battuti di Mazzucotelli e Bellotto, le ceramiche di Galileo Chini e i manifesti di Dudovich, Terzi, Hohenstein. Non mancano, poi, i rapporti con la letteratura, tra D’Annunzio, Pascoli e Gozzano e la musica di Puccini, Mascagni e Ponchielli. In mostra anche due vestiti di Eleonora Duse, gioielli che ben rappresentano l’omaggio alla “Divina” e alla sua raffinatezza.

Una mostra, dunque, da non perdere e che “attira e funzionerà” come ha sottolineato il presidente del comitato scientifico Antonio Paolucci, al momento dell’inaugurazione.

Orari di visita: da martedì a venerdì 9,30 – 19,00; sabato, domenica e festivi 9,30 – 20,00. Lunedì chiuso.

Info: www.mostraliberty.it

(11/02/2014)

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