Martedì 30 Aprile 2024 - Anno XXII

Magica e misteriosa. È la Marca Trevigiana

Guida agli itinerari e alle curiosità della terra veneta. Dopo la prima pubblicazione, arriva il secondo volume di “Marca magica e misteriosa”, edizioni Dbs. Il libro si concentra su Valdobbiadene, Vittorio Veneto, Quartier del Piave Conegliano e Opitergino. Un viaggio tra monumenti, tesori artistici ed eventi storici che svela al lettore la magia di luoghi in cui la realtà si confonde con la leggenda. E talvolta regala curiose scoperte…

Magica e misteriosa. È la Marca Trevigiana

Il paese della fiaba

Ogni anno a Sarmede, fra novembre e dicembre, si svolge la Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia. La Mostra nacque da un’intuizione dell’artista praghese St?pán Zavrel (1932 – 1999) stabilitosi a Rugolo di Sarmede dopo essere fuggito in occidente nel 1959 quando il suo paese era sotto il regime comunista. A Sarmede è tuttora attiva anche una scuola per illustratori fondata dallo stesso St?pán Zavrel. Nel paese si possono ammirare numerosi murales eseguiti da Zavrel, dagli allievi della scuola e da altri artisti.

Il primo paracadutista

Nacque a Vittorio Veneto, Alessandro Tandura (1893 -1937), il primo paracadutista al mondo a lanciarsi nel corso di un’azione di guerra. Il lancio avvenne nella notte tra l’8 ed il 9 agosto 1918 da 1500 metri di altezza, a bordo di un aereo Savoia Pomilio pilotato dal Maggiore canadese William Baker e dal Capitano inglese Wedgwood Ben. Tandura atterrò a San Martino di Colle Umberto e si rifugiò in una grotta sul monte Visentin. Rimase tre mesi oltre le linee nemiche, costituendo un servizio di informazioni; fu arrestato due volte, ma riuscì sempre a fuggire.

La Righea

Nella settimana dopo Pasqua è tradizione nella zona fra Vittorio Veneto e Conegliano giocare alla Righea. Viene costruito un catino con terra e sassi dove i giocatori fanno rotolare uova sode, dipinte di vari colori per distinguerle, cercando di colpire le uova degli avversari senza rompere le proprie. Il proprietario dell’uovo che viene colpito paga la quota concordata. Nel campo viene anche gettata una moneta. Chi riesce a raggiungerla la vince. Quando le uova sono troppo danneggiate si mangiano. Per ripescare le uova dal campo di gioco si usa un bastoncino ripiegato a forma di cappio ad una estremità denominato “ranzin”. L’addetto a raccogliere le uova si chiama “ranzigner”. Nella zona di Conegliano il gioco si chiamava Rigolana, a Pieve di Soligo Rigola.

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L’osteria senza oste

Nei pressi di Valdobbiadene si trova la cosiddetta “osteria senza oste”. Gli avventori si servono direttamente dei prodotti che sono posti nel frigorifero, negli scaffali e nelle mensole: salumi, formaggi, pane cotto a legna e prosecco. Al termine della consumazione provvedono direttamente al pagamento lasciando la somma in un’apposita cassettina.

Il gioco della morra

Nella frazione di Stramare di Segusino si trova la chiesetta di San Valentino. Il giorno della sua festa vi si svolge un torneo di morra regolarmente autorizzato dalla questura di Treviso. La morra è un gioco d’azzardo e, come tale, normalmente vietato. Fa eccezione la provincia di Trento dove il gioco è permesso.

La strada della fame

A Combai si trova la cosiddetta “strada de la fan”, ovvero la strada della fame. La strada fu progettata dal genio austriaco per permettere il trasporto dei cannoni che bombardavano le linee italiane oltre il Piave. Fu costruita dalle donne e dai bambini di Combai costretti al lavoro obbligatorio per ottenere un po’ di cibo per sopravvivere. Il nome Combai deriva dal latino “culmen vallis”, ovvero culmine della valle.

Magica e misteriosa. È la Marca Trevigiana

La scelta del nome

Nei pressi di Col San Martino si trova un tempietto dedicato all’omonimo santo. All’interno c’è un’urna contenente dei foglietti su cui sono scritti vari nomi. Le persone che chiedono a San Martino la grazia di avere un figlio, estraggono uno dei foglietti e si impegnano ad attribuire quel nome al figlio che dovesse nascere.

La casa del Tiziano

Nella località Col de Manza di Colle Umberto si trova la Casa del Tiziano, ora villa Fabris. Quando il pittore dipinse tre pale per la chiesa di Castello Roganzuolo, si stabilì che parte del pagamento avvenisse con beni in natura e la fornitura della manodopera necessaria per la costruzione di una casa. La figlia Lavinia, che aveva sposato il conte Sarcinelli di Serravalle, servì da modella per la Madonna di uno dei dipinti. Nella chiesa sono esposte delle copie; gli originali sono nel Museo Diocesano di Vittorio Veneto. Purtroppo sono molto rovinati perché durante la prima guerra mondiale il parroco dell’epoca, Giovanni Pizzinato, li nascose nel sottotetto della chiesa per sottrarli agli austriaci; l’umidità dell’ambiente rovinò i colori.

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La casa Fungo

Nei pressi del centro di Moriago della Battaglia sorge la cosiddetta “casa fungo”. Fu progettata dal moriaghese Dante Vendramini che aveva lavorato in Francia, alla Dassault, come ingegnere. Vendramini aveva ideato una tecnica di costruzione degli edifici con modalità e materiali propri del campo aerospaziale.

Il colle di Attila

Nel tratto di pianura fra Col San Martino e Farra di Soligo si eleva una piccola collina denominata Colle di Attila. Secondo una leggenda vi sarebbe sepolto Attila. A detta di un’altra leggenda, invece, Attila vi avrebbe sepolto un favoloso tesoro.

(31/01/2014)

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