“Timidi segnali di ripresa” si legge nel consuntivo 2013 elaborato dall’Osservatorio Compagnie Alberghiere di Associazione Italiana Confindustria Alberghi. Con un tasso di occupazione media al 62,7% (+ 4,9% rispetto al 2012) e un costante aumento della presenza straniera, le catene registrano un ricavo medio per camera di € 82,50 (+7,2% rispetto al 2012), la performance migliore dell’ultimo triennio. La scelta di bloccare le tariffe ai livelli dello scorso anno – dichiara Giorgio Palmucci, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi – ha garantito un buon rendimento e ha premiato gli sforzi sostenuti dalle nostre Aziende. Abbiamo rischiato e creduto fortemente che l’attrattività del nostro Bel Paese, associata all’eccellenza del servizio offerto ai viaggiatori, ci avrebbe ricompensato. La politica di contenimento delle tariffe ha salvaguardato i 3 stelle – che hanno confermato gli stessi risultati del 2012 – e premiato i segmenti upscale che, con una variazione del tasso di occupazione delle camere di +5,5% ha visto crescere il ricavo medio per camera del 5,4% rispetto all’anno precedente.
A Venezia, le performance più alte
Il segmento lusso ha riportato i migliori risultati (ricavo medio per camera +11,4%). In particolare a Venezia, le strutture 5 stelle hanno registrato le performance più alte con un +35% rispetto al 2012 che ha riportato i valori vicini al periodo ante-crisi. Insieme alle bellezze naturali la città lagunare ha tratto beneficio da alcuni importanti eventi. Oltre al tradizionale Carnevale, Leonardo ospite alla Biennale e un fitto calendario di appuntamenti dedicati all’arte, alla musica e allo sport hanno catalizzato l’attenzione dei turisti di ogni parte del mondo. Il 2013 – conclude Palmucci – ha visto dei primi timidi segnali di recupero che spero segnino un’effettiva inversione di tendenza ma, siamo ancora troppo lontani dal dichiararci fuori dalla crisi. L’anno appena trascorso si è caratterizzato anche per un carico fiscale abnorme che grava pesantemente sui conti delle imprese e rischia di vanificare gli effetti del mercato. Il 2014 deve segnare un cambio di rotta anche su questo fronte. Solo così, alleggerendo il carico fiscale e il costo del lavoro potremo davvero dirci fuori dalla crisi.
(28/01/2014)