Martedì 30 Aprile 2024 - Anno XXII

L’antico volto di Ravenna

Cinque erme, andate perdute in un naufragio in Adriatico nel XVI secolo, furono poi ritrovate casualmente da alcuni pescatori al largo di Ravenna. Oggi, dopo un attento e preciso intervento di restauro sono state collocate in una sala del Museo Nazionale a loro dedicata. Le erme rappresentano i profili di eroi e divinità greche e sono esposte assieme ad altre straordinarie sculture rimaste ignorate per molti anni

La nuova sala delle Erme
La nuova sala delle Erme

Il Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici Antonella Ranaldi ha inaugurato la Sala delle Erme e Antichità del Museo Nazionale di Ravenna in via San Vitale 17. Al tradizionale taglio del nastro era presente anche il Sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci che ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa che aggiunge un ulteriore valore aggiunto al già considerevole patrimonio museale e archeologico di Ravenna.

Nella Sala delle Erme e Antichità sono esposte numerose preziose sculture dell’età classica cui si sono aggiunte le cinque erme ripescate in mare nei pressi di Ravenna, dove erano rimaste, per oltre due secoli, a seguito del  naufragio avvenuto nel XVI secolo. Le erme sono pilastrini di sezione quadrangolare, di altezza variabile tra 1 e 1,5 m, sormontati da una testa scolpita a tutto tondo, che, nell’antica Grecia, raffiguravano Ermes (da cui il nome) ed erano spesso collocate dinnanzi alle porte per invocare la tutela del dio, cui veniva attribuita, fra le altre cose, la protezione dei viandanti. 

Eroi e filosofi della Grecia antica

Rilievo con figura femminile
Rilievo con figura femminile

Le cinque erme recuperate raffigurano i volti di eroi e filosofi della Grecia antica, Milziade, Carneade, Epicuro, Dionisio. Poichè erano molto gradite agli studiosi di archeologia del XVI secolo, furono scelte, da Pirro Ligorio, per essere collocate nella biblioteca, poi andata perduta, di Alfonso II a Ferrara, allestita nel castello estense.

Le erme partirono da Roma per Ferrara, ma non arrivarono a destinazione perché l’imbarcazione che le trasportava fece naufragio in Adriatico, nei pressi di Ravenna. Solo nel 1936, quindi alcuni secoli dopo, furono casualmente ritrovate da alcuni pescatori ed entrarono a far parte delle collezioni del Museo Nazionale. Ora, dopo essere state sottoposte ad un accurato intervento di restauro le erme sono esposte in una sala a loro dedicate, unitamente ad altre straordinarie sculture, poco conosciute e valorizzate perché per molto tempo dimenticate nei depositi del museo: Anfione e Zeto, Zeus Serapide, il Sileno dormiente, un frammento di statua identificata con la Musa Polimnia, capitelli con festoni e puttini insieme ad altre opere già conosciute ed apprezzate che arricchiscono l’imponente collezione lapidaria. 

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Il Museo Nazionale nel complesso di San Vitale

Affreschi trecenteschi provenienti dalla chiesa dedicata a Santa Chiara. Foto archivio soprintendenza
Affreschi trecenteschi provenienti dalla chiesa dedicata a Santa Chiara. Foto archivio soprintendenza

Situato nei chiostri dell’ex monastero benedettino, nel complesso monumentale di San Vitale, il Museo Nazionale raccoglie importanti collezioni di arti minori tra cui alcune stele sepolcrali ed epigrafi, diversi reperti archeologici, una collezione di stoffe (da quelle copte a quelle rinascimentali), una pregevole raccolta di avori, una ricca raccolta di icone, una sezione numismatica ed un’affascinante collezione di armi antiche. All’interno del museo si trova il ciclo degli affreschi trecenteschi di Santa Chiara che ornava la chiesa delle Clarisse di Ravenna. Inoltre la struttura ospita i mosaici pavimentali provenienti dal complesso archeologico di via d’Azeglio, rinvenuti nel 1993 nel corso dei lavori di ristrutturazione di un edificio ed esposti a partire dal 1995, a seguito di un accurato lavoro di restauro.

Il Museo Nazionale resta, quindi, una meta da non perdere per chi visita la città di Ravenna. Orari: dal martedì alla domenica 8,30 – 19,30.

(27/01/2014)

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