Villa Borghese fu edificata dalla ricca e nobile famiglia senese dopo la elezione a papa nel 1605 di Camillo Borghese col nome di Paolo V. La Galleria Borghese, museo statale italiano, è unica al mondo per il numero e l’importanza delle sculture di Gian Lorenzo Bernini e delle tele del Caravaggio. La maggior parte dei dipinti che si trovano nella Villa rappresentano la storia della famiglia: dal mitico eroe romano Marcus Furius Camillus ai Borghese dell’epoca.
Nella meraviglia delle XX sale della Galleria Borghese la direttrice Francesca Cappelletti ha inaugurato l’iniziativa “I quadri scendono le scale”. Per circa 1 mese, dal 4 gennaio al 7 febbraio 2022, la Galleria Borghese intende valorizzare e mostrare al pubblico piccoli tesori custoditi al suo interno. Tesori che non trovano posto nel percorso espositivo. Opere custodite nei depositi della Galleria al di sopra dei piani espositivi e al momento non accessibili. “Non vogliamo e non dobbiamo vedere il museo come una realtà fissa, ma come un organismo vivente”, ha dichiarato la direttrice Cappelletti. Il museo, con tutte le storie che s’intrecciano, si scoprirà che non è un deposito di oggetti.
Galleria Borghese “I quadri scendono le scale”
Si tratta di circa quindici opere, custodite nei piani alti e che scenderanno le scale e, mostrate a rotazione, arricchiranno l’esposizione. I pezzi esposti sono in prevalenza quadri di piccole dimensioni. Opere, su tela o tavola, che mostrano figure e paesaggi. Vi sono anche figure su rame, prevalentemente di scuola fiamminga. E non solo queste troveranno i visitatori.
Di rilevo il nucleo di pittrici donne, tra cui il Ritratto di dama di Lucia Anguissola, probabilmente il ritratto della sorella Sofonisba, anche lei pittrice.
Il quadro mostra un volto delicato, incorniciato da un pizzo leggero e bordato di luce dorata.
La figura di dama ritratta tiene fra le dita la collana a cordoncino, segno pittorico di riconoscibilità di Lucia Anguissola.
Oppure Le tre grazie, un olio su tela già attribuito a Francesco Vanni e a Rutilio Manetti, e recentemente restituito alla mano di Ventura Salimbeni. Il quadretto rappresenta un paesaggio impreziosito da profili di luce, alla maniera di Paul Brill, al centro del quale sono raffigurate le tre Grazie: Aglaia, Eufrosine e Talìa. Secondo la mitologia greca e romana, divinità legate al culto della natura e della vegetazione, oppure, secondo la visione neoplatonica, le tre facce dell’Amore: Castità, Voluttà e Bellezza, legate al culto di Venere-Afrodite.
Info: galleriaborghese.beniculturali.it