Sardegna, terra dalle infinite diversità ambientali. Diversa nelle forme, nei colori del suolo e del mare. Nei contrasti della vegetazione a volte tipica macchia mediterranea, altre volte montuosa, impervia e selvaggia. Baie, piccoli promontori, insenature scortate da isole, isolotti, scogli, spiagge sabbiose lungo brevi distese pianeggianti e lagune di piccole dimensioni. Città importanti per gli scambi commerciali o piccoli paesi che s’affacciano lungo le coste, architetture e resti di antiche mura e torri conferiscono all’isola una bellezza unica, tutta da esplorare. La Sardegna, dalla forma grosso modo romboidale, è circondata dal Mar Tirreno a Est, dal Mar di Sardegna a Ovest e a Sud dal Mediterraneo. La prestigiosa Costa Smeralda si sviluppa lungo la parte orientale dell’isola nel tratto costiero della Gallura che si estende per 55 chilometri.
A Nord-Ovest dell’isola si trova la città di Alghero, definita capoluogo della Riviera del Corallo dovuto al fatto che nelle acque del mare prospiciente si trova una grande quantità di corallo rosso molto pregiato. Non è un caso che lungo il centro storico di Alghero vi siano numerosi negozi di oreficeria che vendono monili in corallo rosso o altri tipi minori di colore rosso-arancio. I trascorsi storici della città sono testimoniati dagli edifici e dai monumenti antichi, alcuni in stile gotico-catalano come ad esempio la Chiesa di San Francesco. Mura e bastioni s’affacciano lungo il porto e sono chiamati coi nomi di grandi navigatori: Colombo, Pigafetta, Magellano e Marco Polo.
Come arrivare alle Grotte di Nettuno
Dal Porto di Alghero partono varie imbarcazioni per accompagnare i turisti alle famose Grotte di Nettuno, dio del mare nella mitologia classica romana.
L’accesso alle grotte può avvenire via terra attraverso una scalinata di 654 gradini che si estendono all’esterno del promontorio roccioso chiamato Capo Caccia; oppure in barca via mare con partenza dal porto di Alghero. Naturalmente l’accesso alle Grotte di Nettuno è consentito solamente se le condizioni climatiche e marine sono buone.
L’esperienza in barca permette di raggiungere Capo Caccia ammirando tutta la bellezza della vasta area marina frequentata solo dalle motonavi turistiche. L’area infatti è zona marina protetta dal 2002 per gli aspetti di alto valore naturalistico e paesaggistico. Lungo il tragitto in barca è possibile osservare la Riviera del Corallo, situato a sud della pianura di Nurra. All’altezza della riviera si trovano l’Isola di Foradada e l’isola Piana. Proseguendo nella navigazione si può scorgere Capo Giglio, promontorio calcareo divenuto famoso durante la seconda guerra mondiale per la costruzione di una base antiaerea perfettamente mimetizzata col materiale calcareo della roccia.
Alla scoperta delle meraviglie costruite dalla natura
Trascorso il tempo di navigazione di circa 40 minuti, si approda accanto all’ingresso delle grotte. Il biglietto per entrata alle Grotte di Nettuno costa 14 euro, ridotto per over 65 e per i bambini. Un percorso studiato e provvisto di corrimano accompagnerà i turisti alla scoperta delle stalattiti e delle stalagmiti d’origine carsica dovute all’erosione operata dalle forze della natura in milioni di anni. Il carsismo è un fenomeno fisico-chimico in cui l’acqua piovana, che contiene anidride carbonica, provoca lentamente l’erosione delle rocce. Si formano così le stalattiti, dalla forma conica o cilindrica, che pendono dalla volta verso il suolo. Possono avere lunghezze che variano da pochi centimetri fino a diversi metri.
Le stalagmiti, diversamente, sono forme erose a cupole sovrapposte che si sviluppano sul pavimento della grotta esattamente dove cade la goccia che si stacca dal soffitto. Le colonne invece si formano attraverso l’unione delle stalattiti e delle stalagmiti. La voce narrante di una guida accompagna il visitatore spiegando il fenomeno carsico, la storia della grotta, l’origine delle sale all’interno della grotta. Qui si trova il laghetto La Marmora lungo circa 120 metri il cui nome è un omaggio a Alberto La Marmora, geografo italiano che esplorò le coste di questo tratto della Sardegna.
Quadri viventi disegnati in uno scenario fiabesco
L’itinerario è un continuo saliscendi con vista mozzafiato per la bellezza delle “sculture” naturali. Al centro del laghetto si rimane stupefatti dalla forma incredibile della colonna stalagmitica detta Acquasantiera e qui un tempo dimorava la foca monaca ormai scomparsa. Proseguendo lungo il camminamento, speleologi e geologi hanno dato i nomi più disparati quali: Sala delle Rovine, cosiddetta per i danni causati dai visitatori dell’Ottocento; La Sala della Reggia, meravigliosa con colonne che si innalzano fino a 9 metri congiungendosi col soffitto; Sala Smith in onore al capitano inglese che fu uno dei primi esploratori delle grotte nel secolo XIX. In questa sala, al centro, si trova il Grande Organo che ricorda, appunto, le canne d’organo per la sua formazione calcitica e la Cupola, ovvero una formazione di stalagmiti liscia che rimanda alla cupola di una chiesa.
Lungo il percorso s’incontra la Sala delle Trine e dei Merletti per la fitta rete di stalattiti simili a frange e merletti. La visita termina con la Tribuna della Musica dove tempo fa un’orchestra suonava in occasioni importanti. Il costo dell’escursione deve tener conto sia del prezzo della navigazione e sia del biglietto d’ingresso alla grotta.
Informazioni: grottadinettuno.it/
www.grottedinettuno.it/services/linea-grotte
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