Quando si sente parlare di eremo, immaginiamo un luogo lontano dal centro abitato, anacronistico, fuori dalla nostra comfort zone. In alcuni luoghi del Lago di Garda esistono eremi dove ritrovare pace, serenità, immersi in un’atmosfera rilassante a contatto con la natura, lontani dai rumori e dai ritmi stressanti della vita moderna.
Si può essere interessati sia perché credenti, osservanti della propria fede religiosa, ma anche semplicemente per visitare edifici costruiti, un tempo, in zone a volte inaccessibili.
Santuario della Madonna della Corona
Sulla sponda veronese del Garda incontriamo il Santuario della Madonna della Corona a Caprino Veronese. È raggiungibile in auto da Peschiera del Garda fino ad Affi lungo la tangenziale e da qui si prosegue fino a Spiazzi per poi salire a piedi lungo un sentiero. L’eremo fu costruito su una ripida parete rocciosa del Monte Baldo a 774 metri d’altezza.
L’antica costruzione risale al Medioevo e la sua storia sembra legata a una leggenda locale secondo cui i paesani delle valli sottostanti sentirono delle voci angeliche provenire dalle pareti rocciose in cui trovarono una statua raffigurante la Pietà.
Il fervente culto religioso dell’epoca fu il pretesto per la costruzione di una cappella votiva, di un sentiero e molti gradini per facilitare i pellegrinaggi. La statua, in realtà, fu donata da Lodovico Castelbarco nel 1432 ed è situata sopra l’altare maggiore.
La devozione mariana è ancora oggi particolarmente sentita presso le parrocchie della Lessinia. Oggi non è solo importante meta di pellegrinaggio ma anche un’escursione per gli amanti del trekking che hanno l’opportunità di fare allenamento e al contempo ammirare le bellezze naturali.
Eremo di San Giorgio
L’Eremo di San Giorgio è un antico monastero conosciuto anche col nome di Eremo dei Camaldolesi del Garda. L’edificio sorge sul Monte San Giorgio che domina la costa orientale del Garda nel territorio di Bardolino. Si può raggiungere partendo dalla località Garda, seguire le indicazioni per Albarè, da qui in corrispondenza della rotonda si gira a sinistra per circa due chilometri fino ad un capitello sulla destra dove si trova l’indicazione Eremo San Giorgio.
L’eremo sorge su un’antica chiesetta costruita nel lontano 1532 e a seguito di alcuni lasciti da parte di monaci e nobili veneti, venne completato l’intero edificio nel 1665. Purtroppo i monaci eremiti che vi risiedevano furono costretti ad abbandonare l’eremo per decreto napoleonico e solo nel 1885 i monaci camaldolesi poterono rientrare in possesso del monastero.
Vita monastica: pace, silenzio, raccoglimento
L’architettura è sobria e riflette la semplicità della vita monastica rappresentata da cellette che si affacciano su un corto corridoio centrale. La chiesa, a pianta unica, cioè priva delle navate centrali, presenta quattro cappelle piccole dedicate alla Vergine, a San Romualdo, a San Benedetto e a Sant’Antonio.
I frati camaldolesi del Garda accolgono i visitatori con affabilità invitando a rispettarne il carattere peculiare come luogo di pace, di silenzio e di raccoglimento.
Eremo di San Valentino
Da Desenzano del Garda l’Eremo di San Valentino è raggiungibile percorrendo la Gardesana Ovest fino a Gargnano. Da qui si prosegue seguendo le indicazioni alla volta della frazione di Sasso e si percorre il sentiero n. 31 all’inizio del paese. Lungo l’itinerario che attraversa campi e aree boschive si possono avere vedute straordinarie del lago e del Monte Baldo. Nel proseguire, il sentiero diventa più ripido fino ad arrivare alla singolare costruzione.
L’eremo di San Valentino fu costruito a 772 metri s.l.m. dagli abitanti di Gargnano in segno di devozione al Santo per sfuggire alla virulenta epidemia di peste nel 1630. La costruzione è incastonata tra le rocce ed è ridotta all’essenziale proprio secondo la tradizione dell’eremitaggio. Vi si trovano, infatti, una cappella, una sacrestia, due locali, un deposito ed una cisterna naturale.
Gli eremiti vissuti qui
In questo luogo sembra siano vissuti almeno tre eremiti. Del primo non si conosce il nome ma vi è traccia in una relazione del 1684, il secondo fu un certo Giovanni Marchetti nel lontano 1760. Il terzo fu Geremia Paladini giunto qui nel 1849 da Casson Veronese (Cassone, attuale frazione di Malcesine) e morto nel 1865. Suo è il dipinto “Madonna col Bambino” posto sull’altare in cui egli stesso si ritrae nelle sembianze di un questuante con tunica e bastone ai piedi della Madonna insieme a San Valentino.
Tra l’ingresso della cappella e la casetta dell’eremita, si scorge il piccolo campanile.
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