Se c’è un nome da ricordare che aleggia su tutto il Ponente ligure, è quello degli Hanbury, ricchissimi commercianti inglesi. Alla fine dell’800 avevano scoperto il meraviglioso clima, il paesaggio e la luce mediterranea della costa che va da Ventimiglia ad Alassio. Qui arrivarono, portarono una fiorente comunità inglese, fecero costruire hotel e ville private, giardini e campi da tennis.
Non solo ricerca di clima dolcissimo e salutare, ma anche ricerca di echi letterari sulle tracce del romanzo “Il dottor Antonio” di Giovanni Ruffini.
Così il Ponente ligure, tra gli anni ’70 del 1800 e gli anni ‘30 del 1900, diventò una località di villeggiatura elegante, mondana, molto British style. E poiché gli inglesi, si sa, amano molto i giardini, tutta questa zona, già vocata per clima e terreno ad una splendida vegetazione, si arricchì di parchi e giardini spettacolari.
Ponente ligure: Giardini Hanbury a Ventimiglia
Gli Hanbury erano commercianti ricchissimi. Thomas, già a 21 anni, commerciava con la Cina, importando tè, spezie e seta, ed esportando cotone e carbone. Trovandosi in Riviera per cura, fu proprio Sir Thomas a creare i famosi Giardini Hanbury a Mortola di Ventimiglia, un paradiso terrestre che offre uno spettacolo memorabile di fronte al mare, visitato e celebrato anche dalla Regina Vittoria.
Uno dei principali giardini botanici di acclimatazione dell’area mediterranea, oggi gestito dall’Università degli Studi di Genova, ma anche un’Area Protetta Regionale che comprende una parte terrestre e una a mare.
Un patrimonio vegetale vastissimo, ricco di specie ornamentali, farmaceutiche, alimentari, aromatiche: yucca, aloe, agavi, cactus, acacie, eucaliptus, cycas, araucarie, pergole e rampicanti. E, tra piante ed alberi, qua e là opere d’arte acquistate da Sir Thomas: bassorilievi, la campana giapponese in bronzo, il dragone collocato presso la Fontana del Drago.
Il palazzo Orengo, nel cuore dei giardini, ha un mosaico dedicato a Marco Polo, icona amatissima da Sir Thomas per i suoi legami con la Cina. (www.giardinihanbury.com)
Ponente ligure: giardini Villa Pergola ad Alassio
Gli Hanbury, generosi mecenati, lasciarono tracce ovunque. Ad Alassio furono proprietari anche di quelli che sono i giardini di Villa Pergola, vincitori del premio “Parco più bello d’Italia”, restaurati e curati dall’architetto paesaggista Paolo Pejrone, oggi appartenenti alla famiglia Ricci. Anche questi, ricchissimi di piante, sono famosi soprattutto per la fioritura e la varietà dei glicini in aprile.
Già particolarmente amati dalla famiglia Hanbury: la fioritura era per loro così importante che veniva celebrata ogni anno con un “Wisteria Party”, organizzato da Ruth, moglie di Daniel, a cui erano invitate le autorità cittadine di Alassio e la comunità inglese.
In aprile spettacolari cascate di differenti colori creano una scenografia unica, regalando ai visitatori un’esperienza indimenticabile. Ma in tutte le stagioni i Giardini Pergola offrono passeggiate rilassanti, scorci sul mare, la scoperta di piante esotiche e rarissime che qui in Riviera si sono perfettamente acclimatate: oltre a carrubi, ulivi, mandorli, cedri del Libano, lecci, anche jacarande, araucarie, strelizie Nicolai, esemplari unici di palme canariensis. Fiore all’occhiello dei Giardini è Villa della Pergola, Relais & Châteaux con il Ristorante Nove, una stella Michelin. (www.villadellapergola.com – www.giardinidivilladellapergola.com)
Alassio e la comunità inglese
Il ricordo della comunità inglese è ancora vivo nel Tennis Club di Alassio, un’oasi ferma nel tempo. Un luogo ancora del tutto British style, dai cartelli indicatori, alle foto d’epoca di tornei in bianco e nero. Fino ai servizi di porcellana dedicati al tennis e alle poltroncine in paglia di Vienna con la sagoma delle racchette.
Alassio, ovviamente, è anche tanto altro, oltre a ville e giardini. A cominciare dal famoso “muretto” che si deve all’intuito di Mario Berrino, proprietario del Caffè Roma. Qui, tra le oltre mille piastrelle in ceramica autografate da celebri personaggi, spiccano le coppie di fidanzatini in tutte le forme, che ci rimandano all’altra icona, i famosi Baci di Alassio che si acquistano nella via dello shopping, il cosiddetto “budello”, pittoresco e frequentatissimo.
Ponente ligure: Bordighera la luce e Monet
Tutto il Ponente ligure offre straordinari panorami sul mare: la collina si alza ripidamente alle spalle della costiera e offre scorci sorprendenti, soprattutto dai sentieri immersi tra ulivi e palmeti. Fu questo uno dei grandi attrattori per i pittori che vennero qui a catturare la luce mediterranea.
“Mi sono sistemato in un paese fiabesco. Non so da che parte girarmi, tutto è superbo e vorrei fare tutto …. è terribilmente difficile, ci vorrebbe una tavolozza di diamanti e di pietre preziose. Quanto al blu e del rosa, qui ce n’è…” così scriveva Claude Monet alla moglie.
Ancora sconosciuto e squattrinato, Monet arrivò a Bordighera nel 1884 e rimase tre mesi, affascinato dalla luce e dal paesaggio. Il Sentiero Monet ripercorre le tappe del suo girovagare col cavalletto in spalla alla ricerca degli scorci più suggestivi. A Bordighera, Monet dipinse 38 quadri che allora nessuno comprò.
La Fondazione Pompeo Mariani a Bordighera
Ce ne parla Carlo Bagnasco, che ha scritto un intero capitolo sul catalogo della mostra. E con Bagnasco, personaggio lui stesso di una storia memorabile, scopriamo la Fondazione Pompeo Mariani, collocata in una villa e in un bellissimo parco di Bordighera.
Appassionato d’arte, Bagnasco, che ne è proprietario, ha voluto preservare questa magnifica tenuta da ogni ipotesi di speculazione edilizia, proteggendo la casa. Una dimora ricca di opere d’arte, come i ferri battuti di Mazzucotelli e l’atelier ancora integro di Pompeo Mariani, celebre pittore dell’Ottocento, vincitore di medaglie d’oro e d’argento nelle più importanti mostre internazionali.
Un creativo disordine regna nell’atelier del pittore, tra cavalletti e vecchie cornici, bombette e cappellini, set da viaggio e tavolozze ancora intrise di colore. Questa integrità fa della Fondazione Pompeo Mariani un unicum nel panorama artistico italiano di fine ‘800, tanto da potersi candidare, insieme ad altre case e atelier d’artista in Europa, a patrimonio Unesco. (www.fondazionepompeomariani.com)
Gioiello del FAI: Villa Laura a Ospedaletti
È stata acquisita dal FAI per donazione solo nel 2021 la splendida Casa e Collezione Laura di Ospedaletti. Un sorprendente scrigno che racchiude l’originale e personalissima raccolta d’arte applicata di Luigi Anton e Nera Laura. Appassionati d’arte e design, grandi viaggiatori, arredatori e antiquari, i coniugi Laura avevano accumulato un vero tesoro che rimane oggi a disposizione di strabiliati visitatori.
Su tre piani si susseguono circa seimila pezzi di altissima fattura, arazzi, porcellane, argenti, maioliche, mobili in legni pregiatissimi, oggetti di arredo originali e sofisticati, provenienti da ogni parte del mondo, in particolare Europa e Oriente.
Un patrimonio, che non risiede solo nella collezione, ricchissima e istruttiva come un manuale di arti applicate, o nella casa, suggestiva come un’opera d’arte in sé, ma anche nello spirito dei proprietari, due persone animate da un’insaziabile sete di conoscenza. (www.faicasalaura.it)
Ponente ligure: dove alloggiare
Di grande appeal lo storico Grand Hotel Alassio Beach & SPA Resort, che ha inaugurato la stagione con l’apertura delle nuove suite, tra cui la Suite Hemingway, dedicata al celebre scrittore che ha soggiornato ad Alassio negli anni ’40 e ‘50. All’interno della suite, il ritratto originale di Hemingway realizzato dal pittore Mario Berrino, e la penna del pappagallo Pedrito. (https://ghalassio.com)
Ottimo ad Alassio, centralissimo ed accogliente, a 80 metri dalla splendida spiaggia, e a pochi passi dal famoso “budello” l’Hotel Toscana Alassio. (www.hoteltoscanaalassio.it)
Ospitale e pittoresco a Bordighera il B&B I Colori di Monet. Situato nel centro storico, e all’inizio del Sentiero Monet in Via della Madonnetta, 4 (www.facebook.com/icoloridimonet)
Info: www.lamialiguria.it
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