Era la “superba” Repubblica marinara, regina del Mediterraneo. Nel secolo d’oro, tra il 1450 e il 1600, Genova fu una città ricchissima e potente. Una oligarchia di famiglie, i Fieschi, i Doria, gli Spinola, i Grimaldi, godevano di patrimoni enormi per merito dei commerci per mare con tutti i paesi conosciuti. Commercianti, armatori di navi e poi banchieri, che prestavano denaro al re di Francia e al re di Spagna.
Quest’epoca d’oro ha lasciato uno strabiliante complesso, i palazzi dei Rolli, che caratterizzano il centro storico di Genova, nella Strada Nuova (oggi via Garibaldi). 42 di questi palazzi sono inseriti nel Patrimonio Unesco dal 2006.E infatti quest’anno Genova ha ospitato il WTE 2024, Salone Mondiale del Turismo delle Città e dei Siti Patrimonio Mondiale UNESCO.
Genova e i palazzi dei Rolli
Ma perché Rolli? Perché nei “rotoli” o “liste” erano elencati in ordine di importanza i palazzi in grado di ospitare ricche delegazioni straniere. Infatti, in assenza di una corte a Genova, nei palazzi dei Rolli si ricevevano principi e ambasciatori.
E l’ospitalità portava nuovi affari!
Oggi questi magnifici palazzi, adorni di statue, stucchi, scaloni monumentali, arredi d’epoca, quadri di artisti celebri, giardini e loggiati, sono protagonisti delle Rolli Experience.
Una bellissima iniziativa che prevede la possibilità di alloggiare a palazzo, seguire visite guidate e partecipare a una cena rinascimentale a tema.
Le proposte si svolgono per un week end al mese fino a febbraio 2025.
Tutte le info su www.visitgenoa.it.
Mescolanza di stili e musica
Ma Genova colpisce anche per la mescolanza di stili e di ambienti. Dalla via Garibaldi, così sontuosa e imponente, parte una fitta rete di vicoli strettissimi, dalle case colorate, panni stesi, porticine misteriose.
Il centro storico così mescola alto e basso, nobiltà e miseria, come nelle migliori tradizioni delle città portuali e marinare.
Ancora di più domina questa atmosfera nella zona fronte Porto Antico, nei portici di sotto Ripa, nella famosa Via del Campo.
Qui si respirano atmosfere uniche, di botteghe e bordelli, di artigiani e cantautori, di canzoni memorabili e parole malinconiche. Perché con “quella faccia un po’ così” sono solo i genovesi.
Passeggiata da non perdere allora lungo Via del Campo e lunga sosta al negozio 29 rosso, a leggere le storie di De André, Tenco, Paoli, Lauzi, che hanno fatto la storia della canzone italiana.
Tra le dediche di Fernanda Pivano, i ricordi del liceo di Fabrizio e le foto in bianco e nero, spicca la famosa ultima chitarra di De André comprata all’asta.
D’altronde la musica è una costante di un itinerario a Genova.
Basti pensare al memorabile violino di Paganini “Il Cannone”, costruito da Giuseppe Guarneri del Gesù, esposto nel museo di Palazzo Tursi e alla statua di Paganini presso il teatro Carlo Felice.
Esperienze a palazzo
Nella passeggiata in centro, palazzi un tempo nobili ora délabré, chiese nascoste dalle facciate discrete e gli interni strabilianti, testimoni del famoso barocco genovese.
Le famose tarsie bianche e nere ci guidano nel percorso, segno preciso del gusto ligure, fino alla bellissima cattedrale di San Lorenzo e fino alla riservata piazzetta San Matteo, dove la chiesa gentilizia e tutte le case intorno ci parlano dei Doria.
Andrea Doria è anche il principe della famosa Villa del Principe che domina il mare, fastosa dimora allora fuori città, anche questa nel patrimonio Unesco dei Rolli, oggi parte del trust Doria Pamphili.
Entrare nei saloni, ammirare gli arazzi preziosissimi alle pareti, i cristalli e i dipinti, i camini monumentali e i loggiati sul mare è un’esperienza che porta lontano nel tempo.
E ancora di più ci si perde lontano nel tempo, partecipando a una cena a tema, come quella di Palazzo Imperiale, dove il proprietario, indossando un severo abito di velluto nero, racconta le gesta dei suoi antenati e introduce un menù a tema servito dai paggi vestiti alla moda del ‘600.
Ecco allora il capponmagro della ricetta originale, il prosciutto servito con ananas e frutta secca, una tacchinella alle castagne, il tutto accompagnato da vino speziato. (www.visitgenoa.it)
Avventure esoteriche
Proseguire il percorso strabiliante nelle varietà di Genova vuol dire anche allontanarsi dalla città e andare a scoprire un parco misterioso.
Siamo a Pegli, dove un tempo le famiglie ricche avevano ville suburbane. Qui sorge il Parco Durazzo Pallavicini, premiato come Parco più bello d’Italia 2017, realizzato tra il 1840 e il 1846 su 8 ettari di collina, su progetto dell’architetto Michele Canzio, per conto del marchese Ignazio Alessandro Pallavicini.
E anche qui siamo in un contesto strabiliante! Il paesaggio vegetale è vario, esotico, lussureggiante, fitto di alberi secolari, palme, cactus, fiori colorati e profumati.
Il paesaggio architettonico stupisce, tra tempietti, castelli in mattoni rossi, grotte, cappellette, giochi d’acqua, sepolcri classicheggianti, pagode cinesi. Immersi in questa varietà, si scoprono anche altri livelli di lettura sottintesi e nascosti.
Perché tutto il parco appare come un percorso esoterico, che a tappe conduce verso la rivelazione. Concepito come un racconto teatrale a sfumature esoterico-massoniche, il parco offre così un’esperienza storico-culturale, paesaggistico-botanica ma anche meditativo-filosofica.
E quindi si passa dal prologo all’antefatto, ai tre atti, ognuno composto da quattro scene caratterizzate da laghi, torrentelli, cascate, edifici da giardino, arredi, piante rare, inganni scenografici.
Lo sguardo si sposta dal panorama esterno a simboli e immagini interiori, perché questo luogo “magico” induce alla meditazione.
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