Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

New Delhi e Imperial Hotel

Una ‘storia’ comune. Per la nuova capitale del vasto territorio indiano (a scapito di Calcutta) e per un Hotel che, come molti altri famosi, ha contrassegnato i fasti di un’epoca

Ingresso dell' Imperial Hotel
Ingresso dell’ Imperial Hotel

A New Delhi, India, mi ritrovo all’Imperial Hotel durante una gita (è più professional e chic chiamarla famtrip o eductour) organizzata da un tour operator per scrittori turistici e facenti viaggiare. E a proposito di questi viaggi educo-familiarizzanti informo che nelle decennali vicende del turismo poco è cambiata la liturgia (magnare, bere e dormire + giri città e visite alberghi). Unica, recente, novità (la Festa è finita, sentenziò lustri fa l’avv. Agnelli, uno che se ne intendeva, mica un Lapo qualsiasi), agli scribi medio infimi (si indovini chi appartiene a questa genìa) ma liberi di scrivere quel che vedono e pensano (quindi non a chi sa già quel che dovrà scrivere, bene) è sovente imposto di comprarsi il biglietto aereo e talvolta pure di pagare (poco, ma pagare) parte dei servizi a terra a mo’ di contributo.

Un dono appropriato
New Delhi e Imperial Hotel

La visita di un albergo tanto storico (vabbè, ha soltanto la mia età ma a volte basta poco tempo per diventare famosi) mi ha intrigato e congedandomi chiedo al direttore se (oltre al canonico depliant ) esiste ulteriore literature (su uno dei miei preferiti, il Manila Hotel, sono stati scritti ben due libri). Chiestomi se parlo francese (gli sono rimaste solo poche copie in quella che fu langue d’oil che ahinoi prevalse sulla occitana langue d’oc) e commentatogli che mica avrei chiamato mio figlio Jean Paul per niente, il manager mi dona un libro narrante la storia dell’Imperial. Un dono gradito perché doppiamente istruttivo. Perché oltre ad apprendere (e qui narro) le vicende di tanto prestigiosa costruzione (che più british non si può) scopro l’esistenza di una vera e propria Antologìa dedicata ai most famous hotels del nostro pianeta (gli interessati lettori web dipendenti clikkino famoushotels.org).

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Tutto “New”: capitale, edifici, verde diffuso
Hotel

Mica facile inventare ex novo una capitale imperiale, soprattutto (e non è questione di soldi perché l’India fu ricchissima e doviziosa tetta da succhiare) se deve soddisfare piaceri e gusti che più british non si può (basti accennare alla sfrenata ‘voglia di verde’, girare per la immensa, ma non per numero d’abitanti, New Delhi comporta ore e ore d’auto, non c’è edificio che non sia circondato da, se non un parco, un generoso spazio con prato e alberi dalle dimensioni di giardino pubblico). Non tanto le sensibili distanze (gli ingegneri Britannici furono eccellenti costruttori di ponti e ferrovie nei possedimenti del Regno Unito) quanto la Grande Guerra e la Crisi a fine Anni ’20 ritardarono un filino la costruzione di un albergo davvero imperiale nella capitale della più importante colonia dell’Empire. E finalmente ecco l’Imperial. Della cui costruzione e successivo splendore si parlerà nella prossima puntata.

L’epopea dei grandi Hotel
Portiere sikh all'Imperial Hotel
Portiere sikh all’Imperial Hotel

Fondatore (1986) eppoi corifeo di questa sorta di movimento letterario descrivente il Gotha Alberghiero, nonché autore di The Imperial, New Delhi, è Andreas Augustin, un viennese (precisasi nel libro donatomi) voyageur passionnè, esthète, specialiste des grands hotels. Cotanta auto incensazione potrà anche risultare eccessiva (ma nessuno è perfetto, e ad ogni buon conto è sempre meglio specializzarsi in – ospitanti – Grand Hotels che in tristarelle Pensioni Mariuccia). Resta però il fatto che non può esimersi dal visitare il sullodato sito un aficionado ai viaggi&turismo, ancor meglio se nostalgico di come giravasi il mondo durante la Belle Epoque (altro che i Lagervacanze All Inclusive e gli sfigati ancorché meritori – fanno viaggiare, male ma fanno viaggiare – voli Loucost). E lì scoprirà che, per scoprire ulteriori chicche e dettagli, esistono singoli libri (come il citato The Imperial, New Delhi) dedicati a hotels ormai mitici non solo per chi vi è sceso o vorrebbe soggiornarvi ma pure per chi, pigro o poco abbiente, si accontenta di conoscerlo da casa. Alcuni dei most famous? Il (proprio quello della tigre) Raffles di Singapore (1887), l’Oriental di Bangkok (1876) dello stesso anno il Frankfurter Hof e (non solo torta) il Sacher di Vienna, poco dopo l’arrivo dell’Orient Express a Istanbul (1889) ecco sorgere il Pera Palace e cinque anni dopo, a Roma, Cesar Ritz apriva il Grand (in cucina il profeta della gastronomia Auguste Escoffier).

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Nascono le due Delhi
Jama Masijd la moschea più grande del Paese
Jama Masijd la moschea più grande del Paese

La storia del The Imperial è quella dell’India moderna. A Londra, nel 1911, scoprono che Calcutta non va più bene come capitale del Raj (l’impero anglo-indiano) eccessivamente lontana, in quella regione che attualmente confina con il Bangla Desh, dall’India storica, quella dei Moghul, degli splendori del Rajasthan. E per annunciare (durante un Durbar, termine hindi definente la Corte di un governante indigeno) la creazione, dal nulla, di una nuova capitale scomodano financo King George V e la Queen Mary a essere presenti on the spot, sul posto in cui sorgerà.

La capitale si chiamerà New Delhi (in hindi cuore, quindi anche centro dell’India) esistendo già un’altra Delhi, quella Old che da secoli vanta il Red Fort (Patrimonio dell’Umanità) il Qutub Minar e la severa Jama Masijd, la moschea più grande del Paese, highlights della canonica visita turistica.

A New Delhi un Hotel davvero “Imperiale”

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