Venerdì 5 Dicembre 2025 - Anno XXIII

Basilicata rurale: la Provincia materana

Basilicata rurale Ferrandina Chiesa dell'Addolorata

Il nostro viaggio nella Basilicata rurale si conclude i quattro comuni della provincia di Matera: Pisticci Scalo, dove è nato il famoso Amaro Lucano, Ferrandina, la città dell’olio; San Mauro Forte, il paese dei Campanacci, e Miglionico, il Borgo delle 7 M.

Basilicata rurale: Pisticci Scalo
Basilicata rurale Matera Pisticci Scalo Amaro Lucano
La Pacchiana ingresso Museo Essenza Lucano (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

“Cosa vuoi di più dalla vita” è il riuscitissimo slogan che ha fatto conoscere l’Amaro Lucano nel mondo. Siamo a Pisticci Scalo, salutati dalla grande figura stilizzata della Pacchiana, etichetta-simbolo dell’Amaro Lucano, dinanzi al museo “Essenza Lucano” che ha occupato le aree dell’ex stabilimento industriale.

Preceduti da una guida accediamo in questa esposizione interattiva dove si racconta la storia di Pasquale Vena, un pasticciere appassionato di erbe officinali il quale, durante le sue sperimentazioni, alla fine del 1800 riuscì quasi casualmente a dar vita al famoso amaro.

L’intraprendente artigiano per poter partecipare all’Expo di Milano del 1906 fu costretto a trovare un nome alla sua creatura. Nacque così l’Amaro Lucano che faceva riferimento alla provenienza delle erbe mentre, più tardi, l’etichetta si arricchì con la figura della Pacchiana, la donna con l’abito tradizionale di Pisticci: un’altra intuizione del neo industriale Vena.

Una ricetta di 32 erbe di cui solo 31 note
Basilicata rurale Pisticci Scalo Museo Essenza Lucano
Museo Essenza Lucano (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

All’interno del museo sono esposti torchi, alambicchi e macchine della vecchia fabbrica oltre a foto, manifesti pubblicitari e una mappa con l’evidenza dei paesi nei quali viene esportato questo amabile liquore. La realizzazione della ricetta richiede la presenza di 32 erbe, ma di queste se ne conoscono solo 31 in quanto il nome della trentaduesima è ancora oggi gelosamente custodita dalla famiglia.

Infine alcuni video illustrano il processo produttivo mentre diverse tipologie di erbe, poste in contenitori di vetro, sono liberamente esposte affinché i visitatori possano direttamente valutare le delicate fragranze.
Non mancano una reception, un fornitissimo bar (da provare il drink con chinotto e Amaro Lucano) e la possibilità di acquistare i prodotti aziendali che fanno bella mostra sugli scaffali… E senza Lucano non si può rimanere!!!

Basilicata rurale: Ferrandina la città dell’olio
Basilicata rurale Ferrandina Chiesa Santa Maria della Croce rosone centrale
Chiesa Santa Maria della Croce, rosone centrale (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

Entrando in Ferrandina si percepisce immediatamente quale sia la sua principale attività economica. Tutta l’aria, infatti, è intrisa dal pungente odore delle olive in lavorazione presso i frantoi per la produzione di olio extravergine estratto dalla Majatica, l’oliva tipica di Ferrandina.

Ma la presenza di frantoi nel territorio comunale risale a molti secoli addietro. Durante una campagna di scavi, condotta tra il 2018 e il 2019, vennero alla luce numerosi manufatti, antichi testimoni della presenza di un’area adibita a frantoio.

Il centro storico
Basilicata rurale Matera Ferrandina
Chiesa Santa Maria della Croce (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

Il centro della cittadina ruota tutto intorno a Piazza Plebiscito: sul lato destro è presente il Palazzo Comunale contraddistinto dall’alta Torre dell’Orologio mentre la Chiesa Santa Maria della Croce domina l’intero slargo con la sua ampia facciata in pietra. 
Sul cinquecentesco portale centrale risalta il candido rosone composto da sedici colonnine abbellite da testine di angeli alternate a immagini floreali. 
Questa chiesa fu voluta, nel 1491, da Federico d’Aragona al quale si deve anche il dono della reliquia della Santa Croce oggi custodita all’interno di un’aquila bicipite collocata sulla porta della sagrestia.

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Basilicata rurale Ferrandina Monastero di Santa Chiara
Monastero di Santa Chiara (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

A sinistra della basilica, un’ampia scalinata ci conduce su un piccolo slargo dominato dall’alto campanile dell’ex monastero di Santa Chiara.
Proseguendo su via Vittorio Veneto, passiamo in rassegna gli interni della chiesa di Santa Chiara e alcuni palazzi nobiliari contraddistinti da preziosi portali in pietra. Poco più avanti la chiesa di San Domenico ci preannuncia la vicinanza dell’omonimo convento.

Oggi, questo edificio monumentale ospita il MAFE, Museo Civico Archeologico Ferrandina, nelle cui sale sono esposti i reperti dei frantoi risalenti al IV secolo a.C. insieme a corredi funebri rivenienti dalla necropoli ubicata in località Le Lenze. È possibile sorvolare virtualmente quest’ultima area con i moderni visori nella sezione Mafe VR Experience.

Basilicata rurale: San Mauro Forte
Basilicata rurale San Mauro Forte Torre cilindrica resti del castello normanno
Torre cilindrica, resti del castello normanno (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

Penultima tappa nel territorio rurale della Basilicata è San Mauro Forte, anch’esso produttore di extra vergine d’oliva che, come Ferrandina, fa parte dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio.
Questa piccola comunità ci dà il benvenuto presso la possente Torre normanna.
Ai suoi piedi una pattuglia di soldati, schierati a semicerchio, richiama alla memoria l’esercito in terracotta dell’imperatore cinese Qin Shi Huang. Siamo al cospetto dell’installazione temporanea Il Crepuscolo dei Nani di Max Papeschi, prima parte del progetto Extinction già esposto a Milano e a Parigi.

Basilicata rurale San Mauro Forte Museo degli antichi mestieri e della civiltà contadina
Museo degli antichi mestieri e della civiltà contadina, sculture lignee (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

Una stretta scala a chiocciola raggiunge i vari livelli della torre fino al terrazzo da dove lo sguardo spazia a 360 gradi sull’abitato e le colline circostanti.
Da qui ci inoltriamo tra i vicoli in un percorso lungo il quale si incontrano settecenteschi portali in pietra di palazzi nobiliari.

Tra questi visitiamo il Palazzo Arcieri, in piazza San Vincenzo, che accoglie una moderna pinacoteca, continuamente arricchita con nuovi apporti, e il Museo degli antichi mestieri e della civiltà contadina.

Questo borgo è conosciuto anche per la Sagra del Campanaccio, antica tradizione pagana riproposta ogni 16 gennaio in occasione della festa di Sant’Antonio Abate. 
Uomini con cappelli e mantelli a ruota, ma anche con abiti meno tradizionali, già a notte fonda “danno fiato” ai loro campanacci; da quel momento tutto il paese è invaso dal tremendo frastuono, un intenso rumore per allontanare gli spiriti maligni e propiziare un buon raccolto.

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All’assordante sfilata partecipano tutti: donne e bambini trasportano piccoli e leggeri campanacci mentre gli uomini agitano, con l’aiuto delle gambe, grandi campane pesanti anche dieci chili. 

Cantine nella roccia per gustare vino e sapori
Matera Basilicata rurale San Mauro Forte Caciotta Impiccata
Caciotta Impiccata (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

La processione percorre i continui saliscendi dell’intero paese imponendo ai partecipanti di fermarsi più volte per riposarsi; è il momento per entrare in una cantina e riscaldarsi con un bicchiere di buon vino.
In questa Basilicata rurale le cantine scavate nella roccia sono ormai divenute mete conviviali nelle quali poter trovare i sapori della cucina tradizionale locale.

Qui ci sarà occasione per provare pietanze dai nomi impronunciabili come “l’ ruidd”, una grande forma di pane ripiena con peperone verde, cipolla, uova, salsiccia di maiale e peperone crusco, mentre la “pastorale”, a base di carne d’agnello, potrebbe essere la seconda portata di questo robusto pranzo.

Far conoscere il patrimonio agroalimentare della città è stato uno dei compiti assunti dall’Associazione Iris della quale fanno parte uomini e donne saldamente legati alla loro terra dove, inaspettatamente, si coltiva il pistacchio lucano e si dà la caccia a tartufi di ottima qualità.
Lasciamo questo borgo mentre i volti sorridenti di un uomo ed una donna, raffigurati nel murale di Tommaso Fabrizio, sembrano porgerci un cordiale saluto a nome dell’intera comunità.

Basilicata rurale: Miglionico il Borgo delle 7 M
Basilicata rurale Miglionico Castello del Malconsiglio e Stemma del paese
Castello del Malconsiglio e Stemma del paese (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

L’ultimo paese che visitiamo nella provincia di Matera è Miglionico, inserito tra i Borghi più Belli d’Italia. La cittadina sorge sulla cima di una collina, posta tra i fiumi Bradano e Basento, da dove lo sguardo spazia sui rilievi circostanti e sul sottostante lago di San Giuliano.

Non esistono fonti sicure sul personaggio Milone che dette il nome alla città; ciononostante oggi ben sette M sono inserite nello stemma cittadino: Milo Magnus Miles Munivit Milionicum Maximis Moeniis (Milone il Grande fortificò Milionicum con grandi Mura). 
La nostra meta iniziale non può che essere il Castello del Malconsiglio, un aggettivo che trova il suo fondamento nelle vicende che qui si svolsero nel lontano 1485.

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La congiura dei Baroni
Basilicata rurale Miglionico Castello del Malconsiglio sala dei Baroni
Castello del Malconsiglio sala dei Baroni (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

A quell’epoca regnava Re Ferdinando d’Aragona il quale aveva affidato il controllo dei territori in Basilicata, Calabria e Puglia ad alcuni Baroni (gli Orsini, i Caracciolo, i Sanseverino e altri). Costoro, divenuti sempre più potenti, decisero di spodestare re Ferdinando in quella che fu poi chiamata la Congiura dei Baroni.

Si racconta che il re venne a conoscenza della cospirazione in atto, per cui invitò i Baroni ad assistere alle nozze della nipote e, nel salone dove si svolgeva il banchetto nuziale, fece assassinare i congiurati.
Queste vicende possono essere rivissute nella stessa sala dove si ebbe il tragico epilogo, sedendo di fronte al re e ascoltando la storica vicenda.
Nel mese di agosto, invece, centinaia di figuranti danno vita alla rievocazione storica della Congiura dei Baroni.

Basilicata rurale
Miglionico Basilica di Santa Maria Maggiore Crocifisso del francescano Frà Umile da Petralia Sottana (1629) (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

Non resta che visitare, in Piazza del Popolo, la chiesa di Santa Maria Maggiore risalente alla metà del XIV secolo. Al suo interno sono custodite pregevoli opere d’arte come il grande Polittico di Giovan Battista Cima da Conegliano, nella navata destra, e il seicentesco Crocifisso ligneo opera di Frà Umile da Petralia Sottana.

Non possiamo lasciare questo borgo senza prima aver degustato i dolci “Sospiri di Miglionico” e i dolcetti ai fichi dell’Azienda Agricola Amati.

Informazioni utili

Pisticci Scalo

  • Museo Essenza Lucano – via Cav. Pasquale Vena s.n. – 0835 469207 – apertura giornaliera 30/19.30 con accesso libero. Visite guidate su prenotazione. 

Ferrandina

  • MAFE – Calata S. Domenico – 380 7817889 – chiuso lunedì e martedì 30/13.30 – sabato aperto anche il pomeriggio dalle 15.00 alle 16.00 – Visite guidate gratuite durante gli orari di apertura. 

San Mauro Forte

  • Polo Museale (Torre Normanna – Palazzo della Cultura – Museo dei Campanacci) – visite guidate giornaliere su prenotazione: 340 5176058
  • Associazione Iris – Cantine e Tartufo trekking: 328 3841900

Miglionico

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