Per conoscere un luogo, la sua civiltà, le tradizioni il modo migliore è farlo attraverso le persone che lì vivono e operano. In questo servizio vi portiamo a scoprire un volto forse insolito di Genova con gli occhi di chi la vive e la trasforma ogni giorno.
Genova è città di mare e di vento, di pietre antiche e vicoli che sanno di sale e mistero. Ogni strada racconta una storia, ma solo a chi si ferma ad ascoltare. È in questo intreccio di passato e futuro, di scambi e incontri, che Unexpected Italy presenta “Genova al femminile”, un itinerario dedicato a dieci donne genovesi che con il loro talento, la loro creatività e la loro visione tengono viva l’anima più autentica della città.

Il progetto, firmato dalla startup travel tech fondata da Elisabetta Faggiana (vicentina) e Savio Losito (barlettano), invita viaggiatori e cittadini a scoprire Genova attraverso i mestieri e le storie di chi, ogni giorno, la abita con passione.
Dieci donne, dieci visioni, dieci mani che intrecciano sapori, forme, profumi e tessuti: dalle botteghe storiche alle cucine creative, dagli atelier d’arte alle dimore che accolgono, ognuna rappresenta una sfumatura della Genova di oggi, capace di sorprendere chi la attraversa con curiosità.
Il Manifesto dell’Ospitalità Etica
Genova, nei secoli, si porta dietro l’appellativo di città al femminile. Petrarca la chiamava “Signora del Mare”, Enea Silvio Piccolomini la immaginava come la nuova dimora di Venere. Nel 1519 Fadrique Enriquez de Ribera scriveva: “Le genovesi sono le più libere d’Italia, stanno sempre per la strada parlando con chi vogliono, senza preoccuparsi dell’opinione del marito”.
Una libertà di spirito e indipendenza, che ritroviamo nelle protagoniste di questo viaggio firmato Unexpected Italy. Il progetto del Manifesto dell’Ospitalità Etica nasce come antidoto alla banalizzazione. Un invito a muoversi, a scoprire l’Italia, in questo caso Genova, con occhi nuovi, attraverso chi la vive e la trasforma ogni giorno.
Storie di dieci donne nella città “Signora del mare”

Il viaggio inizia tra i vicoli di via Prè, una delle strade più complesse della città. Qui Giorgia Losi all’età di 27 anni ha lasciato un lavoro sicuro a Milano per tornare nella sua amata Genova. Senza esperienza nel settore, ma con dedizione e determinazione, trasforma un locale abbandonato in un’icona della cucina genovese: la Trattoria dell’Acciughetta.
Vulcanica e solare, Giorgia insieme ai soci Matteo e Simone, seleziona accuratamente i fornitori locali, le cantine con cui collabora, gli artisti e artigiani con cui ha arredato lo spazio. La cucina unisce creatività e tradizione, diventando uno dei locali più in voga della città. Tanto che, a furia di dire no ai clienti che volevano prenotare, nasce un secondo locale, Quelli dell’Acciughetta, unendo accoglienza, sperimentazione e legame con il territorio.

Poco distante, in Piazza delle Vigne, Laura Sailis apre le porte dell’Hotel Palazzo Grillo e del Residence Le Nuvole, trasformando l’ospitalità in un racconto. In una città sempre più dominata da affittacamere e case vacanze, Laura porta avanti con il marito Matteo Paini un’ospitalità sincera e professionale, all’interno di due palazzi storici e affrescati. Ogni soggiorno le stanze di questi luoghi raccontano la storia di Genova. Come presidente di Federalberghi Genova, Laura promuove la città come destinazione d’eccellenza, valorizzando il centro storico.
Prodotti di qualità e sensibilità sociale

Genova è una città che sa unire prodotti d’eccellenza a una forte sensibilità sociale, come dimostra Martina Francesconi con il suo Gelatina in via Garibaldi 20. Qui il gelato diventa arte, cultura e memoria del territorio. Il laboratorio unisce gelateria artigianale, caffetteria e libreria gastronomica, con attenzione alla sostenibilità e all’inserimento di giovani diversamente abili.
Ogni gusto racconta storie e ricordi, trasformando materie prima di altissima qualità, che seguono rigorosamente le stagioni, in un atto di cura e memoria collettiva.

Dal gelato alle fragranze. L’atelier La Strega del Castello di Caterina Roncati, alchimista contemporanea, crea profumi “fatti a naso”. Ogni fragranza è un racconto sensoriale.
Il progetto unisce intuizione, ricerca e capacità imprenditoriale, restituendo alla figura della “strega” il significato originario: donna libera, sapiente e profondamente connessa alla natura.
La Strega del Castello nasce dalla storica Farmacia del Castello, guidata dalle tre sorelle Giovanna, Emanuela e Caterina, che hanno trasformato l’eredità paterna in un microcosmo di creatività e ricerca sensoriale.
Laboratori artigianali di ceramica

Lo Studio Bira di Emanuela Biraghi, trasforma la ceramica in poesia e spiritualità. Ceramista e artista ligure d’adozione, Emanuela fonde la passione per la ceramica con la sua esperienza nella pratica delle arti marziali orientali, creando un linguaggio poetico dove ogni opera nasce dal dialogo tra istinto e forma, equilibrio e metamorfosi.
All’interno dello studio, i visitatori possono ammirare opere originali, commissionare pezzi su misura e accedere gratuitamente alla suggestiva galleria sotterranea.

Architetta e ceramista, Martina Geroni riscopre la manualità dopo esperienze in Italia e in Messico, trovando nella materia naturale il suo centro creativo.
La sua ricerca nasce dall’antica tradizione rinascimentale dell’Impagliata, quando alla puerpera si regalava un set di ceramiche impilate per il primo pasto del neonato.
Da questa ispirazione prendono vita creazioni come il Tablino e la Brocca Airone, oggetti quotidiani che si trasformano in sculture modulabili e armoniche, portando l’arte nella vita di tutti i giorni.
Cultura, arte orafa, tradizione tessile

La cultura a Genova ha molte figure femminili. Le donne le troviamo al timone dei musei, dai Musei del Mare al Museo di Arte Orientale, fino a Via del Campo 29. Tra queste, Raffaella Besta si distingue come una delle personalità più influenti del panorama culturale genovese. Ha competenza, passione e determinazione nella valorizzazione del patrimonio artistico della città. Dal 2019 ricopre l’incarico di Responsabile del Polo Musei di Arte Antica, e coordina le strutture dei Musei di Strada Nuova, tre straordinari palazzi dei Rolli che custodiscono capolavori di Veronese, Van Dyck, Caravaggio, Rubens e Canova, fino al prezioso Violino di Paganini.

A pochi passi dai Musei di Strada Nuova, in via dei Macelli 60, il ristorante I Canovacci racconta un legame profondo tra famiglia, territorio e autenticità.
Le sorelle Federica e Alessandra, con il supporto della sorella più grande Paola, hanno scelto di ribaltare i ruoli tradizionali: l’uomo ai fornelli, le donne ad accogliere.
Ogni piatto è un omaggio a Genova e alle sue terre.

Il nome I Canovacci nasce dal negozio di tessuti che un tempo occupava lo stesso locale, gestito da un’altra donna che oggi sta lasciando la sua impronta tra le case dei genovesi: Luisa Mongiardino.
Con il suo progetto Le Tele, Luisa dà nuova vita alla tradizione tessile genovese, realizzando tovaglie, tende e poltrone che intrecciano memoria, artigianato e sostenibilità. Ogni creazione racconta la Genova delle botteghe storiche e il legame tra materia e territorio.

Infine in via di Scurreria si trova il laboratorio di gioielli di Elisabetta Comotto che porta avanti la storica tradizione orafa genovese di Carlo Sforza.
Cresciuta tra laboratori, pietre e ceselli, Elisabetta respira fin da bambina la magia del mestiere.
Le sue creazioni uniscono linee essenziali, materiali selezionati e lavorazioni antiche, trasformandosi in gioielli che dialogano tra storia e contemporaneità: piccoli capolavori che raccontano identità e memoria.
Chi è e cosa fa Unexpected Italy
Nata a Londra, ma col cuore in Italia, la startup Unexpected Italy è un progetto travel tech fondato da Elisabetta Faggiana e Savio Losito, lei di Vicenza e lui di Barletta, premiato alle Nazioni Unite per il suo approccio etico e innovativo al turismo. L’app è “una bussola per viaggiatori consapevoli”, attiva in 13 territori italiani, tra cui Venezia, Roma, Torino, Padova, Vicenza e la Valle d’Itria, e si propone come un antidoto alle trappole del turismo di massa.
L’idea alla base è semplice ma rivoluzionaria: mappare luoghi autentici, incontrare personalmente artigiani, osti, produttori e piccoli albergatori, e entrare in contatto con realtà che resistono all’omologazione. “Non tutti i luoghi sono per tutti,” spiegano Faggiana e Losito. “La nostra missione non è portare tutti negli stessi posti, ma far incontrare le persone giuste con i luoghi giusti.” Un’idea di viaggio che non consuma, ma cura.
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