Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

La montagna (e la sua salvaguardia) nel cuore

Questa settimana vi proponiamo un brano tratto da “Rifiuti verticali”, Alpine Studio Editore. Una testimonianza delle numerose lotte ambientali condotte in montagna. Una presa di coscienza degli autori che, a un certo punto della loro evoluzione come alpinisti e come uomini, sentono che è irrinunciabile la difesa di un ambiente fragile come quello della montagna

Agosto 1988, i volontari di Mountain Wilderness raccolgono i rifiuti sul ghiaione alla base della
parete sud della Marmolada
Agosto 1988, i volontari di Mountain Wilderness raccolgono i rifiuti sul ghiaione alla base della
parete sud della Marmolada

 

Nessun reale sforzo per cambiare rotta verrà mai tentato se al fianco
degli spettri agitati con fin troppo buon senso dalla scienza ecologica,
non verrà innalzato il vessillo dell’amicizia disinteressata e inutile con
la Natura. Noi combatteremmo contro la rapina delle risorse naturali
anche se, per ipotesi, le risorse del pianeta fossero infinite; combatteremmo
contro la distruzione delle foreste anche se la loro scomparsa
non provocasse una degradazione irreversibile degli ecosistemi terrestri;
combatteremmo contro gli inquinamenti delle acque, dell’aria, del suolo
anche se dagli inquinamenti non fosse minacciata la nostra salute
fisica e il nostro benessere materiale. E combatteremmo semplicemente
perché boschi, ambienti naturali, animali selvatici, acque limpide e
così via, hanno dato e danno alla nostra vita un senso al quale non
siamo disposti a rinunciare.

Carlo Alberto Pinelli

Per anni ho creduto che le montagne fossero più forti dell’uomo e che
alla fine ogni aggressione avrebbe avuto la sua degna contromisura.
Per anni ho creduto di essere circondato da esseri umani che condividevano il mio modo di sentire la natura. Per anni, quindi, ho delegato al buon senso comune il compito di arrestare uno scempio continuo. Il mio ottimismo di fondo mi impediva di vedere la realtà, la mia gioia nella scalata e nella scoperta nascondevano le mille crepe che si andavano aprendo. Oggi mi accorgo che la montagna in genere è USATA; ma piu in particolare la roccia, i boschi, i prati, l’acqua, i panorami e perfino i montanari sono USATI. Il consumo non rispetta piu nulla, altera i concetti di bellezza, impedisce alla gente di guardare senza fotografare,di percorrere senza raccogliere funghi o mirtilli.

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La montagna (e la sua salvaguardia) nel cuore

Quando esisteva ancora la necessità di raggiungere una vetta per coronare una salita era meglio, perché oggi si sta sostituendo a ciò il consumo di una bella roccia esposta al sole per qualche centinaio di metri di dislivello. Prima il rispetto della dignità di una montagna era legge comune, oggi si rischia di essere derisi se si sostiene che i record non servono che a ridicolizzare la montagna. Una volta sostenevo che dovevamo continuamente imparare da tutti, anche dai piu giovani di noi. Oggi mi è difficile continuare queste affermazioni, specie dopo il successo delle competizioni di arrampicata. Sto certamente invecchiando, ma non mi sento di concedere piu nulla alle persone che non “sentono” come me. E’ la continua lotta di chi vede la montagna come una discoteca e chi la vive come un tempio. L’idea di aderire a Mountain Wilderness e quindi di collaborare assai attivamente è stata una spalmata d’unguento benefico su vecchie piaghe mai richiuse. La convinzione che vi siano tanti appassionati che finora hanno sofferto in silenzio è provata dall’interesse che l’associazione ha risvegliato attorno a sé.

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