Turisticamente parlando, la vicenda dei due Marò nel Kerala lascia un pochino perplessi (e suggerisce pure di domandare a una giornalista del Corriere cosa intenda per “detenuti”)
Eh sì, due modesti commenti a proposito dei due Marò.
1. Si parla tanto di Spending Review ma quanto (si ha un’idea? tra benzina, straordinari dei piloti ed equipaggio, spese varie, sorvoli ecc. ecc.) sono costati i voli ‘di Stato’ India-Roma-India per far tornare in vacanza di Natale (eppoi riportare) i due Marò? E non per ‘ingrassare’ l’iniziativa privata (compagnie aeree, agenzie viaggi con biglietteria aerea) ma una bella andata e ritorno con voli di linea (ci “sarebbe stato” pure il passaggio in ‘business’) mica sarebbe andata ugualmente bene?
2. Fiorenza Sarzanini, sul Corriere (4/1) informando sulla vicenda indiana dei due Marò, scrive che attenderanno la sentenza “da detenuti”. E a tal proposito (senza malizia relativa a quel che si sta attualmente commentando sulle carceri italiane) chiedesi: cosa intende per “detenuti”? In base a quanto letto, sembra infatti che nel Kerala alla libertà dei due Marò non siano state imposte pesanti restrizioni e risultino “detenuti” in un buon albergo (nel quale, chissà, potrebbero incontrare turisti italiani che quell’albergo lo pagano, ‘inclusive’ tra i costi di un viaggio in India; comprendente pure i voli a/r su aerei di linea, in ‘economy class’).
Turisticamente parlando il (magnifico) Concerto di Capodanno alla Musikverein di Vienna (che la Rai tivù provinciale ha trasmesso in differita) ha prodotto un’eccellente promozione per l’Austria.
E nell’intervallo è stato proiettato un bel documentario dell’Austria con magnifiche riprese di paesaggi bucolici e gioielli architettonici (tutto bello lindo pulito, sembrano gli Scavi di Pompei tra crolli e moonnezza). E che bello il finale con la Marcia di Radetzky.
Turisticamente parlando il ministro del Turismo (uscente, per fortuna il ministro, non il Turismo) non ha commesso un solo errore.
Come sempre accade quando chi deve far qualcosa non fa una beata fava di niente.
Turisticamente parlando – a proposito delle prossime elezioni – non resta che piangere.
Morire che ci sia un partito, movimento, ‘agenda’ che parli di turismo (ma se è per questo il Belpaese è devastato e occupato da tremendi, infiniti blablabla ma latitano – ‘lo dice’ anche il Corriere – info programmi su che cosa fare e come, dove e quando farla). Piccolo dettaglio: se si parla di economia, in Italia il Turismo – detto anche Industria senza Ciminiere – è tremendamente importante e nel mondo costituisce-produce il fatturato più alto.
Turisticamente (ed economicamente) parlando anche un deficiente (e invece …) potrebbe dare una risposta alla seguente domanda …
Cosa fareste (lo terreste aperto per buttar via tantissimi altri soldi o tirereste giù la clèr) di un aeroporto, quello di Montichiari (Brescia, a pochi km da quelli di Bergamo e Verona), che perde 6 milioni all’anno (e di milioni di deficit ne ha già accumulati altri 30) e come se non bastasse (‘lo dicono’ i giornali) è “privo di qualsiasi collegamento di linea”?
Turisticamente parlando (di Trasporti ferroviari) non è azzardato ritenere che tra tutte le stazioni di Trenitalia ex FFSS le “Obliteratrici” tuttora presenti o funzionanti non superano le 4, massimo 5 unità, ma in compenso a bordo dei treni l’azienda dispone delle modernissime e tecnologiche Penne Biro (e ahinoi ci sarebbe pure la vicenda delle Fernord…).
Può dimostrarlo lo scrivente “inviato speciale”. “Ricercatore” di una “Obliteratrice” (parola da sempre affascinante utenti di treni e tram) alla stazione di Salerno gli viene detto di dimenticarsele per il semplice fatto che il capostazione s’era rotto le balle nel vederle rubate o distrutte. Alla stazione Centrale di Milano, invece, il 28/12, dalle 0,05 al binario 13 le 2 macchinette “obliteranti” col cacchio che funzionavano imperocché dopo vani tentativi operati da tanti e per lungo tempo) appare il controllore del treno (che – un filino incazzato per l’incombenza guarda caso lavorativa di dover informare – dice di salire pure a bordo che ‘ci avrebbe pensato lui’). E una volta a bordo si è messo a obliterare, biglietto per biglietto, mediante uso manuale di penna Biro attestando il N° di treno, l’itinerario, la data, l’orario (più timbro ecc ecc) talché l’“inviato speciale” ha pensato conveniente segnalare all’obliterante la possibilità di farsi raggiungere da un amico notaio che desse una mano.
(Meno) Turisticamente parlando (qui il Turismo c’entra poco, ma tutto è Polis) è doveroso inchinarsi e mandare un bel basìn a Rita Levi Montalcini
Una donna eccezionale: basti pensare che pur non essendo un’olgettina, l’Italia si è ricordata di Lei dichiarandoLe (almeno formalmente e si spera non ipocriticamente) rispetto e fors’anche amore. N.B. Ma non sarà mica che il Belpaese farebbe meglio a non vantarsi più di tanto della “Montalcini italiana”? I motivi? Prima (vedi note leggi razziali) la caccia in malo modo. Poi, tornata dall’America, il Belpaese le lesina (vedi l’indegno investimento dello Stato nella Ricerca, e accadeva anche quando si navigava nell’oro) quei contributi per le ricerche scientifiche e quei riconoscimenti che (oltre alla libertà) “quei bambinoni degli americani” le avevano concesso.
(10/01/2013)