Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

In viaggio “Ovunque” con Virginio

Il nuovo disco del vincitore di Amici 2011 è l’antidoto giusto per combattere la nostalgia di casa che può colpire anche il più incallito viaggiatore. L’intervista

Ritratto metropolitano per il giovane Virginio
Ritratto metropolitano per il giovane Virginio

 

Prendere l’aereo un giorno sì e un giorno no (o quasi). Dormire ogni sera in una camera d’albergo diversa. E una volta fatto ritorno a casa, non avere il tempo di disfare le valigie che è già tempo di prepararne di nuove. In linea di massima è questa la vita di un artista. Vita a cui si è dovuto abituare anche Virginio dopo la vittoria, il 6 marzo 2011, ad Amici, il talent scout di Maria De Filippi. Mesi di promozione e tanti live hanno portato questo giovane cantautore (classe 1985) in viaggio un po’ “ovunque”. E proprio questo avverbio di luogo dà il titolo al suo terzo album (Ovunque per l’appunto). Tredici brani inediti (a cui si aggiunge la cover di Leonard Cohen “Hallelujah”, bonus track disponibile solo su iTunes) in cui Virginio apre i cancelli del suo bosco fatto di note, stelle, amori e una nuova scoperta di se stessi: un disco notturno, ma che guarda verso l’alba, pronto a spiccare il volo. E che noi di Mondointasca consigliamo ai nostri lettori di ascoltare in viaggio. Il perché ce lo svela lo stesso Virginio in quest’intervista.

 

Parlaci un po’ del tuo nuovo album.

Ovunque è un disco che parla di viaggi, di aerei presi e persi, di chi si abitua a vivere sempre con la valigia pronta e, di conseguenza, per sopravvivere alla nostalgia dei propri cari, a trovare casa nelle piccole cose. Il senso del disco è proprio questo e lo riassume bene la traccia che dà il nome all’album stesso (“Adesso ti sento in ogni parte del mondo”). Una volta nello spiegare il mio disco a un giornalista dissi che alla fine è come sentirsi sempre al gate di un aeroporto. Uno spazio di passaggio che, giorno dopo giorno, diventa sempre più familiare. Fino al punto da sentirsi lì a proprio agio.

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La cover dell'ultimo album
La cover dell’ultimo album

Il 19 dicembre suoni alla Salumeria della Musica, a Milano. Che effetto ti fa?

È un grande onore. Sono ansioso di esibirmi insieme alla mia band in questo locale dove sono stato tante volte in qualità di spettatore.

 

Con la tua band c’è feeling?

Sì, c’è molta sintonia. Quando siamo sul palco ci sentiamo come a casa (alla Salumeria della Musica Virginio sarà accompagnato sul palco dalla sua nuova band formata da Vincenzo Angrisani, Enea Bardi, Will Medini, Dario Bettinelli e alternerà alcuni brani dei suoi precedenti lavori con quelli contenuti nel suo ultimo album d’inediti, ndr).

 

Un tuo brano s’intitola “Nella mia valigia”. Ce ne parli?

In questa canzone racconto la voglia di partire portando con sé le persone care (“Ti porterei con me aria nella valigia ce n’è quanto basta anche per te” ).

 

Cos’è che non manca mai nella tua valigia?

In viaggio mi porto sempre un sacco di cose. Non manca assolutamente il mio iPad su cui carico tanti libri, film e musica. Fuori casa mi piace addormentarmi guardando un film.

 

Abbiamo capito che sei un tipo che viaggia tantissimo. C’è un posto che ti è piaciuto più di altri?

Mi piace molto Londra per l’atmosfera energica che mi ha trasmesso tutte le volte che l’ho visitata. Madrid mi ha colpito molto, anche se Barcellona è più bella. Anche New York mi ha colpito piacevolmente. Nel 2013 vorrei visitare Berlino.

 

Da un viaggio torni sempre con qualche ispirazione?

A me piace molto descrivere il quotidiano e osservare le persone. Quando arrivo in una città nuova, ti sembrerà strano, vado al supermercato per vedere come vivono quelli del posto. New York, ad esempio, è costellata di pharmacy, ovvero mini market dove trovare sia medicinali che alimentari. Mi capita di andare al supermercato a caccia di volti anche a Milano. È una cosa che mi aiuta, mi fa stare bene.

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Natale dove lo passerai?

Sicuramente a casa in famiglia.

(18/12/2012)

Il trionfo ad Amici
Il trionfo ad Amici

Ovviamente parli per esperienza (dopo il liceo classico Virginio si trasferisce da Fondi a Milano per frequentare l’Accademia di Belle Arti).

Sono andato via da casa quando avevo 18 anni perché ne avevo bisogno. Ed è stato proprio in quegli anni che mi sono abituato a viaggiare molto, a prendere aerei su aerei non solo per staccare la spina, ma anche per colmare le distanze. Dopo Amici ho viaggiato ancora di più. Nel corso degli anni, come racconto in Inutili Parole mi sono reso conto che il fatto di essere continuamente dappertutto non necessariamente comporta il provare la mancanza delle persone che ami di più, perché comunque le trovi sempre vicino a te.

 

Nel 2010 partecipi alle selezioni di Amici e torni a Roma. Tra Roma e Milano cosa preferisci?

Roma pur essendo vicino alla mia città (Fondi, in provincia di Latina, ndr) la conosco poco. Comunque non ha bisogno di grandi presentazioni. La cosa che posso dire con certezza è che rispetto a Milano è meno vivibile. A Milano ho vissuto 9 anni (questo è il decimo) e ormai la sento come la mia città. Credo che sia una cosa naturale dal momento che ci ho vissuto gli anni dell’adolescenza. Lì ci sono i luoghi dove sono diventato grande e che mi fanno sentire a casa. Del capoluogo lombardo mi piace poi molto il suo aspetto di città europea. Non è poi una città appariscente e in quest’aspetto assomiglia un po’ a me. Si fa scoprire piano piano.

 

Perché dopo la delusione di Sanremo 2006 proprio Amici?

Ho scelto di parteciparvi solo perché potevo portare le mie canzoni. Grazie a Maria De Filippi sono anche cresciuto. In più di un’occasione ha cercato di farmi capire che stare rannicchiato accentuava la mia difficoltà ad aprirmi e a godermi il momento. E questo mi è servito molto.

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Com’è cambiata la tua vita da quando sei diventato famoso?

Il successo non mi ha cambiato a parte il fatto che oggi le persone mi riconoscono per strada. Il mio pubblico me lo sono sudato. Il mio è stato un cammino tutto in salita.

 

A quale tipo di viaggio il tuo album è indicato a fare da colonna sonora?

Sono dell’idea che la musica vada sempre ascoltata mentre si è in viaggio in auto o in treno, con paesaggi che scorrono. Nei miei testi ricorre spesso il tema della notte. In sottofondo c’è uno scenario urbano non cupo, ma quasi romantico. In cui si ritrova tutto il fascino che solo le grandi città possiedono.

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