Spesso la toponomastica inganna, soprattutto in montagna. Non è raro trovare diavoli, orchi, inferni ad accompagnare il nome di vallate e passi che si rivelano tutt’altro che orribili o funesti. “Colpa” delle leggende valligiane o delle storpiature dialettali. Lo stesso vale per il Disgrazia, un’imponente montagna tra la Valmasino e la Valmalenco in provincia di Sondrio, in Lombardia che dall’alto dei suoi 3.678 metri vanta il primato di essere la più alta cima della Lombardia interamente su suolo italiano. In realtà il Disgrazia deriverebbe il suo nome dal verbo “sciogliere”, in dialetto lombardo “desglascià”, per la massiccia quantità d’acqua che scende a valle d’estate. Il Disgrazia nell’Ottocento era chiamato anche Pizzo Bello, con molta probabilità per la sua posizione panoramica e non gli è mancato un terzo soprannome, quello di Picco Glorioso una qualifica che quest’anno torna d’attualità.
Appuntamento in valle
Il 24 agosto saranno 150 anni esatti dalla prima salita al Disgrazia. Era il 1862 quando due aristocratici appassionati di montagna inglesi, Leslie Stephen e Edward Shirley Kennedy e il loro servitore Thomas Cox, accompagnati dalla guida svizzera Melchior Anderegg intrapresero la prima ascensione dando l’avvio a una stagione gloriosa, appunto, dell’alpinismo sulle Alpi Retiche. In ricordo di quell’impresa dal 20 al 24 agosto tra Chiesa in Valmalenco, la vicina frazione di Chiareggio e Bagni di Masino sono attesi convegni, escursioni guidate, ascensioni rievocative, presentazione di libri e uno spettacolo teatrale.
(14/08/2012)