Con la narrazione delle vicende dell’ “Orient Express” e della “Transiberiana”, nonché di altri storici Treni, in India (il “Toy Train di Darjeeling”), nord America (“The Canadian”) e Kenya (il “Mombasa-Nairobi”) si è offerto una esauriente panoramica sulla nascita e lo sviluppo del Turismo ferroviario. Ma resta da dedicare ulteriore spazio a Treni forse meno noti, ma non per questo meno rispettabili e meritevoli di elogio per aver condotto, o condurre tuttora (talvolta sbuffando in mica facili condizioni ambientali) turisti e viaggiatori a compiere la più bella attività, ed esigenza, di un essere umano: vedere, conoscere il mondo.
Europa, crocevia di rotaie (e treni)
Una democratica elencazione cronologica precisa che nel 1922 nacque il “Train Bleu” (e per ulteriore, possibile confusione, solo un anno dopo, ma almeno in un altro continente, cominciava a operare un “Blue Train”).
Non mancavano treni (il Calais–Nizza–Roma, il San Pietroburgo–Cannes e un misterioso Riviera Express diretto a sud da Amsterdam e Berlino) che dal nord Europa conducevano ai tiepidi panorami “Bleu” del Mediterraneo, clienti più o meno nobili e più o meno ricchi (chi “lo aveva rovinato la guerra” – in questo caso la Prima mondiale – e quei principi e duchi russi ritrovatisi senza più un kopeko al Casinò di Montecarlo). Ma dal 1922 (e tale restò fino al 1949) il “Train Bleu”, in precedenza “Mediterranean Express”, fu per antonomasia quel convoglio très chic che partendo da Calais (coi passeggeri in arrivo dalla londinese Victoria Station) sostava a Marsiglia e Nizza per terminare la corsa a Ventimiglia. Treno “Bleu” grazie a un ardito, modernista restyling sostituente il legno dei vagoni con acciaio satinato dipinto di blu e decorato con cordoncini d’oro.
Raffinatezze del “Train Bleu”
Non poteva d’altro canto meritare miglior vettore la Cote d’Azur, splendida ‘invenzione turistica’ inglese (il tempo di scoprirla, Lord Brougham, 1840, e la Regina Victoria vi andò a svernare al mitico Riviera Palace di Nizza, dopodiché, nel secolo scorso la Costa divenne di gran moda pure in estate). Breve ma intensa era la vita a bordo del treno durante i Roaring Twenties di Scott Fitzgerald (che nel 1933 scrisse di avervi viaggiato con Rosemary). Arrivato alla Gare de Lyon con i viaggiatori britannici il “Train Bleu” partiva puntuale alle 19.30 con il Tout Paris che contava e l’indomani concludeva il viaggio a Ventimiglia alle 12,30, dopo aver fornito alla gentile clientela il meglio della hotellerie godibile su un treno. Ma la concorrenza dell’aereo e del Tgv, da cui la comprensibile ma triste necessità del contenimento dei costi, penalizzarono la raffinata sciccheria del “Train Bleu” (nel 1974, orrore, per risparmiare non solo tempo, si cominciò a servire la cena col treno fermo in stazione). Fine di una leggenda.