È una “vacanza” come tutte le altre il riposo che all’anima dà il silenzio di una montagna? E visitare i luoghi dove la vita di molti è stata cambiata da incontri straordinari è ancora e semplicemente, turismo? In Francia, accanto al grande flusso di pellegrini verso Lourdes, è possibile individuare un itinerario di mistica contemplazione che dalle Alpi arriva fin quasi a Lione.
Embrun, la “Nizza” delle Alpi
È Embrun (www.otembrun.fr), antica città di rango arcivescovile, conserva un notevole patrimonio architettonico. Per la mitezza del clima durante tutto l’anno, è chiamata “Nizza delle Alpi”. La città vecchia è un libro di Storia che si lascia sfogliare, pagina dopo pagina. E così si passa dalle chiese alle antiche abitazioni, dalle fontane alle sculture. La cattedrale di Notre Dame du Réal (corruzione della parola “royal”), costruita tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo, è uno dei monumenti più importanti delle Alpi francesi. Ha un’architettura di ispirazione longobarda ed è stata realizzata alternando scisto nero e calcare bianco. Sul fianco nord si trova la celebre Loggia: leoni e atlanti sorreggono le colonne, mentre il timpano contiene un affresco che rappresenta i Re Magi. Durante il periodo monarchico, la cattedrale è stata meta di molti pellegrinaggi reali. Nella Cappella interna di San Francesco è custodito uno dei più ricchi tesori di arte sacra francese: oggetti di oreficeria e molti paramenti sacerdotali, realizzati dal quindicesimo al diciannovesimo secolo.
Un’Abbazia dalla lunga storia
Isolata dal contesto urbano e nel cuore di un’abetaia è invece l’Abbazia di Boscodon (www.abbayedeboscodon.fr). Fondata nel 1130 da Guillaume de Montmirail, fu affiliata dodici anni più tardi all’Ordine monastico di Chalais, gruppo benedettino che rifiutava il contatto con il mondo. I monaci dell’Ordine di Chalais dovevano vivere del lavoro fatto nei boschi e dell’allevamento di ovini. L’Abbazia di Nôtre-Dame de Boscodon diventò Casa principale dell’Ordine all’inizio del tredicesimo secolo, ma circa cento anni dopo, in seguito a vari saccheggi, iniziò la sua decadenza. Fu ricostruita alla fine del diciassettesimo secolo, ma venne abbandonata dai monaci nel 1769, con le sue proprietà trasferite all’arcivescovado di Embrun.