Sia pur raramente qualche indeciso vacanziere, kamikaze del turismo, mi domanda ‘dove posso andare in agosto?”. A quel punto gli incauti, attendendosi da me suggerimenti “esotici”, tipo le Maldive o i Caraibi, si ritrovano sorpresi udendo la mia risposta: “Al Lido di Venezia”. E se mai anche il cortese lettore fosse colpito da perplessità, passo a soddisfare la sua curiosità mediante due ragionati commenti.
Ogni luogo ha un’estate diversa
Il primo, definibile “a esclusione”, si riferisce a uno studio dei soliti e più noti posti turistici (evidenziante aerei cari e incasinati e soprattutto il pessimo meteo di agosto nel mondo) e termina con la immediata bocciatura dei medesimi. Esempio. Ai Caraibi inizia la stagione degli uragani e se va male ti barrichi in albergo; alle Maldive piove (monsoni); idem nel Kenya e nel sudest asiatico; nell’America meridionale è inverno, idem in Australia (quindi va bene solo la Barriera Corallina); Cina caldo-umida, India caldissima, umida e non; resterebbero altri posti (pensa il lettore) tipo Canarie e Marocco; ma lì è il caso che un italiano, massime se del nord, ci vada d’inverno. E la pessimistica disamina potrebbe proseguire.
Quando i “Bagni” erano d’élite
Fare il bagno. Di spiagge ne hai per chilometri, forse nei primi 50-60 metri (fin dove ‘si tocca’) l’acqua non sarà quella dei Tropici ma sarà mica il caso di spaccare il capello in quattro (e sono ahinoi desaparecidos i bei, eleganti e lignei mosconi-pattini per andare ‘al largo’, oggidì rimpiazzati da rari nonché brutti e plastificati pedalò, ma ‘sto fenomeno affligge ormai tutte le spiagge). E ovunque tu vada, anche a Ferragosto (importante ‘atout’ del Lido) di gente ne trovi poca. Scarsi bagnanti sulla diga non lontana dal Mose (e di lì puoi assistere al passaggio di quei mega Villaggi Turistici Natanti un tempo – quando la popolazione era dieci volte inferiore – chiamati navi da crociera). Un po’ più di gente, ma sempre pochina (avete presente Viserbella o il sciccoso ‘Forte’ in agosto?) la trovi sulle sabbie tra il Des Bains (ancora chiuso, vedo la facciata e mi viene in mente la mitteleuropa austro-ungarica) e l’Excelsior (mannaggia quanti capanni, e nessuno fa un plissè se ti ci infili e vi scippi una doccia). Sempre fascinoso, questo storico hotel che dalle candide divise dei gerarchi fascisti (lì nacque nel ‘32, la Mostra del Cinema voluta dal conte Volpi, ultimo doge di Venezia) passò alle camicie hawaiiane dei milionari yankees, quando il dollaro era il dollaro, business is business.