Domenica 12 Maggio 2024 - Anno XXII

Agosto: vacanze alle Maldive, ai Caraibi? Molto meglio il Lido di Venezia

Mete esotiche a gogò, con i loro “pro” e i loro “contro”, come si conviene. Per scoprire poi che l’erba più verde la si trova a casa propria. Nell’incanto universale di una lunga isola sabbiosa, che protegge Venezia dall’Adriatico

Quale alternativa? Il Lido, naturalmente

Agosto: vacanze alle Maldive, ai Caraibi? Molto meglio il Lido di Venezia

La seconda parte della mia arringa (in gratuito patrocinio, non faccio marchette, mi incita solo l’‘aficiòn’ già dichiarata in precedenti scritti) a favore delle ferie al Lido di Venezia non va “per esclusione” bensì elenca i piaceri godibili. Vacanze tranquille, fors’anche demodé (mancano ‘discos’ e tamarri, Casinò trasferito a Mestre), comunque garantenti passatempi (oltre che, ovviamente, balneari) sportivi (tennis e golf; ah, dotarsi di una bicicletta), culturali e beninteso (xemo in Veneto, scarso il consumo di Coca Cola) non analcolici con pregevoli risvolti gastronomici. Passo al dettaglio.

Piccoli “piaceri” veneti

Agosto: vacanze alle Maldive, ai Caraibi? Molto meglio il Lido di Venezia

O forse trovi eccessiva la pur poca gente su queste spiagge? Vai ai Murazzi (magnifica la passeggiata) e impari cos’è la solitudine (se poi ti tuffi un paio di metri sotto peschi pure i peòci per condire gli spaghetti). Altri piaceri vacanzieri proposti dal Lido oltre alla elioterapia balneare? Vuoi sguazzare ma anche far andare la testa, ragionare? Al Lido puoi, anche senza andare a Venezia, a 10 minuti di vaporetto o aspettare la Mostra del Cinema (e in quel periodo sì che la folla imperat e gli addetti ai lavori vanno in tilt: i miei neoamici del bàcaro Cri Cri mi contano che chiudono solo tre giorni all’anno, il 25 dicembre, il 1° gennaio e – evidentemente per stress accumulato – il giorno dopo la fine della Mostra).

Stanchi di Bagni & Sport & Cultura? No problem: al Lido ti infili in un Bacaro o un in bar e vai facile con Spritz, Ombre e Cicheti (polpeti, moscardini, sarde in saor, mozzarella fritta con acciuga, seppiette alla griglia, batagin-baccalà).

N.B. Tutto si paga separatamente, drink e ogni cicheto degustato, mica quella vaccata milanese dell’Happy Hour, dove strapaghi una birretta perché comprensiva di improbabili pizzette ghiacciate e della pastasciutta avanzata del ristorante fianco al bar (che non ti frega niente di mangiare).

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Dal Lido è passata la Storia

Complesso di San Nicolò
Complesso di San Nicolò

Tanta storia si può infatti trovare su questa lunga isola sabbiosa antistante la Serenissima (di cui costituì per secoli l’orto e la vigna). Al Lido, nel 1202, il doge Enrico Dandolo parcheggiò per vari mesi (non mi si chieda come camparono, mancava solo che vigesse pure il ‘fermo pesca’ come ahimè accade adesso) ventimila crociati che si erano fidati di Venezia per il trasporto marittimo in Terrasanta (Quarta crociata). Un passaggio che ai pii guerrieri costò caro perché giunsero sfiniti in Palestina soltanto dopo più di due anni: ‘lungo strada’ il sullodato doge aveva infatti chiesto ai guerrieri un ‘supplemento di biglietto’ consistente in una ‘lezione’ da impartire a Zara (rea di aver maltrattato alcuni mercanti veneziani) e una “deviazione” a Costantinopoli con tremenda messa a ferro e fuoco della capitale bizantina (che si ritrovò senza i famosi quattro cavalli, fregati dal Dandolo per abbellire San Marco, dopodiché Napoleone li fregò a Venezia, ma questa, direbbe Kipling, è un’altra storia). E al Lido (oltre a due storici cimiteri ebraici e uno protestante) visiti chiostro e chiesa di San Nicolò (c’è pure la campana che annunciò a Venezia la vittoria nella battaglia di Lepanto, 1571) fai poi un salto nella quieta e pittoresca Malamocco (più in là, puoi andare in bus a Pellestrina) e pure l’ex nemica Chioggia non è lontana. Sempre al Lido si svolge da secoli la più bella manifestazione nella storia della Serenissima, lo Sposalizio del Mare nel giorno della ‘Sensa’ (Ascensione).

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