Da sempre quest’isola, nel cuore dell’arcipelago caraibico, è stata paragonata a una farfalla per via della sua forma che ricorda appunto le ali spiegate del “papillon guadeloupéen”. Diciamo subito che troviamo molto singolare trovarsi a più di settemila chilometri dall’Europa e percepire una forte connotazione continentale, dovuta soprattutto all’utilizzo dell’euro, ma anche da usi e costumi che, pur traendo origine dalla cultura caraibica, risentono fortemente dell’influenza francese.
L’isola è suddivisa in due parti distinte (le ali della farfalla): la Basse Terre, che comprende un grande parco naturale, e la Grande Terre, dove si trovano le spiagge più belle, e dove è ubicata la maggior parte delle strutture turistico-alberghiere. Capoluogo dell’isola e principale centro commerciale ed economico è Point a Pitre, base dell’aeroporto intercontinentale. Si tratta di un centro che ricorda le città francesi, punteggiato qua e là da frequenti tracce della cultura caraibica, con edifici, chiese e roccaforti che riconducono alla storia post colombiana dell’isola, conquistata dai francesi nel 1635, dopo che gli spagnoli l’avevano occupata nel 1493.
Sulla Grande Terre troviamo il campo da golf di Saint Francois, a poca distanza dal quale, inizia la lunga lingua di terra che termina con le Point de Chateaux, un promontorio spettacolare che ricorda le torri di un castello. Questo luogo che richiama più di 500mila visitatori ogni anno è forse l’autentico clou dell’isola, senza dubbio la sua icona turistica più rappresentativa.
Il golf a Guadalupa
Unico percorso golfistico di tutta l’isola, le 18 buche di Saint Francois, accolgono i giocatori con una stupenda anticamera, costituita da una dozzina di royal palm – veri e propri monoliti vegetali – che circondano il putting green e introducono alle venti postazioni del campo pratica. Il percorso è limitrofo al piccolo aeroporto dal quale partono i Cessna che portano i turisti nelle vicine isole, e confina con la promenade turistica della piccola località di Saint Francois.
Si tratta di un tracciato gradevole con alcune insidie ma non possiamo definirlo un campo impegnativo. Il tracciato di Le Saint Francois, porta la firma di Robert Trent Jones sr., ed è stato inaugurato circa trent’anni fa, ma negli ultimi tempi, il percorso delle prime nove buche, è stato completamente ridisegnato. Fino al 2005, il professionista del campo è stato Daniel Damiano, un piemontese nato a Limone, che abita in quest’isola da molti anni.
Il ristorante del golf è uno dei più gettonati dell’isola. Propone un cucina curatissima con una vasta scelta di piatti tipici creoli e raffinate prelibatezze francesi. Accanto al campo, ecco un seducente hotel di charme: La Cocoteraie di Saint Francois, composto da 50 deliziose suite in perfetto stile creolo con splendida vista sul mare o sull’enorme piscina che circonda i bungalow colorati. La spiaggia, piccola quanto riservata e appartata, offre una vista da primato sulla laguna, con il profilo basso di Maria Galante proprio di fronte, e lo skyline più elevato di Dominica più lontano ma perfettamente visibile.
Jacques Cousteau, re dei fondali
Eletto all’unanimità uno dei luoghi più affascinanti della Guadalupa, la Pointe des Châteaux, si trova all’estremità orientale di Grande Terre. Il promontorio è racchiuso a settentrione da una spiaggia di sabbia bianca, oltre la quale s’innalza un’alta falesia a picco, raggiungibile in 15 minuti di cammino, ripagati da una splendida vista sulle montagne di Basse Terre, sulle sue spiagge nordorientali, sui faraglioni della Pointe des Colibris e sulla selvaggia isola La Désirade. Consigliamo un bagno in una delle spiagge coralline di Anse à Plume o Anse à la Gourde, che si trovano nei pressi.
Poco dopo l’abitato di Mahaut (siamo passati in Basse Terre), una meta imperdibile sono gli Îlets à Goyaves (o de Pigeon), intorno ai quali è stata istituita la Réserve Cousteau (fu infatti Jacques Cousteau a definire questi fondali, tra i più bei paesaggi marini al mondo). Le piccole isole sono proprio di fronte alla spiaggia di sabbia nera di Malendure dove, nel 2004, a 12 metri di profondità, è stato posato un busto del grande esploratore francese.
(06/05/2011)