Mercoledì 27 Novembre 2024 - Anno XXII

Che meraviglia le “Fallas” di Valencia!

Tra le molte “Fiestas” spagnole, le “Fallas” di Valencia si distinguono per alcuni buoni motivi: anzitutto sono aperte a tutti, locali come forestieri; poi abbondano di eleganti sfilate, rumorosi fuochi d’artificio con entusiasmante rogo finale. Forse, alla fine, le migliori dell’intero Paese

L'elaborata acconciatura di una delle Damas Falleras
L’elaborata acconciatura di una delle Damas Falleras

Della Spagna conosco le più importanti Fiestas e altre manifestazioni della tradizione e del folclore che vi si svolgono durante l’anno. A cominciare da gennaio, il 20, San Sebastiàn, con la tambureggiante kermesse (detta appunto Tamborrada) nella città che ne porta il nome e proseguendo con carnevali (mica male quello di Cadice; tipo brasileiro quello di Tenerife) Semanas Santas senza contare le Ferias per Vergini e Santi con contorno di toros.

Forte di questa mia ‘expertise ispanica’ (e nonostante la mia avversione alle classifiche e ai giudizi universali) penso di poter proclamare le Fallas di Valencia la più “elegante” festa spagnola, con virgolettatura dell’aggettivo per necessità di precisazione. Perché ci sono altre Ferias y Fiestas altrettanto eleganti, vedi quella di Siviglia, che però, oltre a essere forse un filino troppo “chic” (con tutti quei Señoritos accompagnanti le Sevillanas-bene con Peineta) si nega al mortale viaggiatore. Se non sei ‘uno di loro’, non possiedi uno straccio di invito in una ‘caseta’ tra le mille e passa allestite per pranzi e feste nell’immenso recinto, tu la Feria di Sevilla la vedi ‘da fuori’; puoi solo sbirciare quel che succede all’interno di questi esclusivi privè dei più o meno noti e ‘poderosos’.

Spagna, terra di manifestazioni popolari

Monumentale statua in Plaza del Ayuntamiento
Monumentale statua in Plaza del Ayuntamiento

Alle valenciane Fallas, no. La Fiesta, oltre che elegante è pubblica, corale. I magnifici, ornati vestiti delle Damas Falleras (e le non meno leggiadre acconciature, quasi addobbi abbellenti il capo) sono alla portata di tutti: li ammiri, fotografi, ne cogli i dettagli, parli con i protagonisti, che è poi la gente. Una festa di popolo, le Fallas, non della sola èlite cittadina; multitudinaria ma non caciarosa né sbracata (sono un vecchio Pamplonica, adoro i Sanfermines ma continuo a non capire i giovinastri che credono di divertirsi bevendo schifezze e lordandosi di vino). I motivi dell’”eleganza” delle Fallas? In gran parte la tradizione, iniziata circa duecento anni fa (e volendo far colpo si potrebbe menzionare l’antica usanza latina di festeggiare la fine dell’inverno mediante i fuochi e altri riti pagani, vedi i Saturnali).

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Le Fallas, affidate alla fantasia degli artigiani

Che meraviglia le "Fallas" di Valencia!
“Ninot”, opere di piccole dimensioni

Con l’arrivo della sospirata primavera e l’allungarsi delle giornate – questa la più accreditata versione sulle origini della Fallas – i falegnami mettevano ordine nelle botteghe e bruciavano quanto restava della legna rimasta. In un secondo tempo si passò a modellare pupazzi, effigi e financo statue: la Falla, se l’opera raggiunge ragguardevoli dimensioni, il Ninot se le misure inferiori, e quanto esposto, sono destinati ai più giovani. Negli ultimi cent’anni l’accettabile livello artistico (o se si vuole, l’altissimo valore artigianale) di quanto modellato con legno, plastica, truciolato, cartone, e presentato in tanti punti di Valencia, rese le Fallas uno dei più validi appuntamenti annuali del turismo e del folclore spagnolo. Un avvenimento con tempi e termini (in lingua valenciana, simile ma non identica, al catalano, commentano i ‘valencianos’ desiderosi di distinguersi da Barcellona) ben precisi e definiti.

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