Per l’amica Leslie, Gwendolyn è una ragazza fortunata: quanti possono dire di abitare in un palazzo antico nel cuore di Londra, pieno di saloni, quadri e passaggi segreti? E quanti, fra gli studenti della Saint Lennox High School, possono vantare una famiglia altrettanto speciale, che da una generazione all’altra si tramanda poteri misteriosi? Eppure Gwen non ne è affatto convinta.
Da quando, a causa della morte del padre, si è trasferita con la mamma e i fratelli in quella casa, la sua vita le sembra sensibilmente peggiorata.
La nonna, Lady Arisa, comanda tutti a bacchetta con piglio da nobildonna e con l’aiuto dell’inquietante maggiordomo Mr Bernhard, e zia Glenda considera lei, Gwen, una ragazzina superficiale e certamente non all’altezza del nome dei Montrose. E poi c’è Charlotte, sua cugina: rossa di capelli, aggraziata, bravissima a scuola e con un sorriso da Monna Lisa. È lei la prescelta, colei che dalla nascita è stata addestrata per il grande giorno in cui compirà il primo salto nel passato. Charlotte si dà un sacco di arie, ma Gwen proprio non la invidia: sa bene che si tratta di una missione pericolosissima non solo per la sua famiglia ma per l’umanità intera, e da cui potrebbe non esserci ritorno. E non importa se Charlotte non viaggerà sola ma sarà accompagnata da un altro prescelto, Gideon de Villiers, occhi verdi e sorriso sprezzante… Gwen non vorrebbe davvero trovarsi al suo posto. Per nulla al mondo…
“Mi sentii strattonare in aria all’improvviso. Avevo lo stomaco sottosopra. La strada si trasformò in un fiume grigio davanti ai miei occhi. Quando tornai a vedere chiaramente, scorsi un’auto d’epoca che girava l’angolo mentre io ero inginocchiata sul marciapiede e tremavo di paura. C’era qualcosa che non andava nella via. Era diversa dal solito. Il presentimento che mi aveva assalito si andava trasformando lentamente ma irrevocabilmente in un’agghiacciante certezza. Sapevo perfettamente che cosa era successo. Lo sapevo e basta. E sapevo anche che doveva esserci stato un errore. Ero finita in un’altra epoca. Non era successo a Charlotte. Era successo a me. Qualcuno doveva aver commesso un errore madornale.”