Il sub-continente indiano – perché di questo si tratta: un’immensa penisola che si protende nell’Oceano Indiano e che ospita oltre un miliardo di persone – compie passi da gigante ogni giorno che passa, attirando per conseguenza milioni di visitatori da ogni parte del mondo. Visitatori attratti, è vero, dalla cultura millenaria del paese India, ma anche dalle notevoli possibilità di fruizione turistica che un’attenta programmazione nazionale sta portando su livelli di qualità davvero notevoli.
L’India è ancor oggi riconoscibile, secondo i parametri della iconografia tradizionale, come un territorio essenzialmente agricolo e pastorale, sul quale una miriade di villaggi e piccoli centri, in quasi tutti gli stati federati, testimoniano la realtà di vita della stragrande maggioranza della popolazione: lavoro nei campi, cura degli animali, rispetto delle tradizioni. Ma c’è un’altra India che si propone all’attenzione generale ed è quella delle tecnologie più avanzate, delle grandi industrie, non esclusa quella cinematografica e tutta particolare di Bollywood, nella città di Mumbai, che ha superato per produttività quella americana.
È un’India a più marce, si capisce. Occorrerà del tempo perché le linee di sviluppo procedano in armonia; ma intanto stupiscono i “picchi” di successo che sono sotto gli occhi di tutti: collegamenti e ricettività degni di un grande paese; ricca diversificazione delle offerte di soggiorno e la grande sorpresa della crescita di poli informatici e tecnologici di assoluto rispetto: nel centro-sud del paese (Bangalore, Hyderabad) e, soprattutto, Gurgaon, la città satellite di Nuova Delhi, dove regna l’high-tech, tanto da far definire la zona “l’America dell’India”.
Di questo ed altro parliamo con Mr. Gobind Chandra Bhuyan, Direttore dell’Ufficio Nazionale del Turismo Indiano di Milano.
L’intervista a Mr. Gobind Chandra Bhuyan turismo India
Mr. Bhuyan, lei è da pochi mesi in Italia. Quali sono le sue prime impressioni di questo paese, di questa città?
Sono qui da quattro mesi e la mia permanenza è prevista per almeno tre anni; in precedenza ho lavorato per quattro anni a New York, sono tornato in India e ora eccomi in Italia. La prima cosa che dovrò fare, è cercare di rendermi il più possibile “autonomo” per quanto riguarda la lingua; sto infatti seguendo dei corsi accelerati per riuscire a capire quello che mi dicono e per farmi a mia volta capire. Nel frattempo, ho scoperto che la gente è simpatica, amichevole; tutti cercano di essere gentili e di farmi sentire a mio agio. Ho scoperto la cucina, tanto diversa da quella indiana, e ho scoperto che mi piace moltissimo la pasta, specie i fusilli e i maccheroncini; per la cucina tradizionale, ho sempre quella di casa con quello che cucina mia moglie. Altra scoperta simpatica: lo shopping in generale (bellissimi negozi!) e ciò che si trova negli outlets di città e delle zone vicine a Milano. Praticamente tutto!
Entrando nel vivo di quello che è e sarà il suo lavoro, com’è andato l’andamento turistico in India nel 2010, specialmente per quanto si riferisce agli arrivi dall’Italia?
Nel 2010 sono arrivati in India, da tutto il mondo, 5 milioni e 580mila visitatori. Il ché significa un 3,3% di incremento sull’anno precedente, notoriamente un anno di crisi generale. La “geografia” degli arrivi ha visto al primo posto gli Stati Uniti d’America, quindi la Gran Bretagna; al terzo posto il gruppo di paesi confinanti con l’India: Bangladesh, Sri Lanka, Pakistan, Myanmar ecc., per poi proseguire con i paesi europei: Germania, Francia e via via tutti gli altri. Gli italiani giunti in India nel 2009 sono stati 78mila. Non ci sono ancora i dati analitici del 2010, ma l’aumento degli arrivi dovrebbe esser stato apprezzabile. La crescita è ad ogni modo costante e pensiamo che per quest’anno possa oscillare attorno al 9-10%.
Cosa è stato fatto in India in questi ultimi tempi per favorire l’arrivo dei turisti, in termine di accoglienza (hotel, ristorazione, trasporti, collegamenti aerei ecc.)?
Vediamo prima il traffico aereo. Dall’Italia vi sono voli da Roma e ora anche uno giornaliero da Milano a Delhi. Gli aeroporti indiani classificati come “internazionali”, sono oggi 75. A Delhi è stato inaugurato da poco il Terminal 3, considerato dagli esperti tra i migliori del mondo; nuovi aeroporti hanno anche le città di Bangalore e Hyderabad, centri tecnologicamente all’avanguardia. Parzialmente rinnovati nel 2010 sono stati anche gli scali di Mumbai (Bombay), Chennai (Madras) e Kolkata (Calcutta) e altri 26 aeroporti.
Le infrastrutture hanno subito migliorie per quanto riguarda le strade, soprattutto lungo due grandi direttrici: nord-sud e est-ovest, senza contare che un grande sforzo è stato compiuto per collegare al meglio i numerosissimi villaggi rurali dell’India che prima non avevano vie di comunicazione accettabili che li legassero alla viabilità principale. In India, va ricordato, il 75% della popolazione vive nelle campagne. Una grande strada, simile ad una moderna autostrada, è stata poi inaugurata fra Delhi e Agra, riducendo il tempo di percorrenza dalle 4 ore di qualche anno fa alle 2 ore attuali di percorso automobilistico. Per quanto riguarda i treni, oltre a potenziare i collegamenti fra le grandi metropoli (Delhi-Ahmadabad-Mumbai e Mumbai-Kolkata) è stato dato grande impulso anche al trasporto merci su rotaie, con l’intento di decongestionare quello dei mezzi pesanti. Gli hotel, infine. Tra il 2011 e il 2012 saranno attivi ben 1500 hotel moderni ed accoglienti, adatti quindi alle esigenze turistiche. Dal piano di sviluppo sono state favorite tutte le città più importanti e molte di quelle minori, perché abbiamo riscontrato che i visitatori desiderano visitare ogni zona dell’India, in particolare quelli che ci sono già stati e ci ritornano volentieri. Sono stati intensificati anche i collegamenti col Punjab, grazie alle migliorate relazioni con il Pakistan.
Quali i luoghi privilegiati del turismo nel 2010 e quali le “novità” del 2011? Ammettiamolo. L’India turistica non sarebbe India se non si citassero in primo luogo le grandi attrattive del “Golden Triangle”, del triangolo d’oro compreso fra Delhi, Agra e Jaipur: templi, palazzi, paesaggi noti in tutto il mondo. Altra zona d’elezione, il Rajasthan, stato nel quale la natura gioca un ruolo importantissimo, assieme alle tradizioni di vita e alle splendide dimore dei Maharaja. Per non parlare delle mete legate alle tradizioni religiose del paese (Varanasi, l’ex Benares), le mete balneari collaudate (Goa) e tanti altri luoghi disseminati un po’ ovunque. Nei progetti governativi, stanno assumendo grande importanza quelli relativi allo stato dell’Orissa, nel nord-ovest del paese, quelli che valorizzano gli itinerari culturali, i grandi parchi naturali, e, soprattutto, il nuovo progetto di un turismo rurale, già attivo con 126 villaggi nei quali soggiornare e conoscere da vicino la vita d’ogni giorno delle comunità contadine. Un progetto che ha avuto un buon successo e che intendiamo sviluppare ulteriormente.
Promozione in Italia. Su quali iniziative puntate?
Premesso che l’Italia è per noi uno dei mercati più importanti, senza dubbio fra i primi dieci del mondo, ci stiamo organizzando per promuovere l’India al meglio delle nostre possibilità. Soprattutto a Milano e a Roma, appoggiandoci a compagnie di advertising, utilizzando la pubblicità on-line, i social networks, la carta stampata (quotidiani e periodici specializzati) ecc.; quindi mediante congressi, work-shop, al fine di promuovere i numerosi centri congressuali analoghi che abbiamo in India, oltre alle mete tradizionali e i nuovi obiettivi turistici dei quali abbiamo parlato prima. Quanti italiani ci aspettiamo in India per quest’anno? Come minimo, 100mila. Sono fiducioso di poter raggiungere l’obiettivo.
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