Non sempre il trasformismo, di moda nella scena politica italiana, è negativo. A volte la capacità di diventare qualcos’altro può aggiungere valore. Ovviamente mi riferisco agli oggetti. Nella moda, proprio per quel suo insaziabile desiderio di rinnovamento, gli esempi sono in aumento. Tra gli ultimi “casi”, ottima idea per le serate di fine d’anno, “K Quattro”, un gadget di lusso come è stato definito dal suo ideatore Giovanni Colucci del “FF Creative Group” di Napoli. È un rettangolo in organza di seta plissettata con due nastri laterali, disponibile in vari colori. A seconda di come si ripiega diventa top, mantellina bolero, spencer, con connotazioni sexy, classico, easy, importante. Ideale per cambiare faccia a un tubino nero o sdoganare per la sera un’anonima canotta di cotone.
Dagli abiti all’arredo
Daniele di Montezemolo per Twin, da anni crea pezzi per uomo double face: dalla cravatta bifronte al blazer classico che diventa sahariana. Carlo Pignatelli ha creato la twin racket, completamente reversibile, seria e di un rigoroso grigio da giorno, glamour in seta a motivi floreali da sera. Nel mondo dell’arredamento ci traghetta Sandro Zara, maestro di tabarri, che ne ha “progettato” uno trasformabile in tenda, per dandy viaggiatori. Nella casa, la palma del trasformismo va ai mobili Foppa Pedretti dalla straordinaria versatilità. Ecco la minimale consolle che diventa tavolo con quattro sedie, la scala che si rivela sgabello, il cubo-appoggio che nasconde dentro di sé una stireria completa. (29/12/10)