Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Musei vaticani e Cappella Sistina in versione gay

Raccontare l’arte in versione gay. La proposta arriva da Quiiky, tour operator specializzato in turismo omosessuale. Ai turisti gay e lesbian che arriveranno in Italia per Expo 2015 da ogni parte del mondo verrà proposto una visita guidata a Roma ai Musei Vaticani e alla Cappella Sistina. Mondointasca lo ha trovato affascinante

La Cappella Sistina
La Cappella Sistina

Per l’Expo 2015 (1 maggio-31 ottobre) dall’estero si prevede che arrivino in Italia due milioni di turisti  lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), in particolare da Stati Uniti, Israele e Brasile. Come accoglierli e cosa proporre loro? Quiiky, tour operator gay friendly, attento alle esigenze di un mercato in crescita, ha ideato una proposta molto originale: portarli da Milano a Roma a vedere i Musei Vaticani e la Cappella Sistina raccontati in versione gay.

La proposta incuriosisce molto e si traduce in una visita guidata dove un esperto di storia dell’arte racconta i grandi del passato dal punto di vista gay. “Cosa si conosce della sessualità dei grandi del passato? Chi sa che Leonardo da Vinci o l’imperatore Adriano erano gay?”, spiega Quiikly. Di certo, nei documentari, per non parlare dei libri di Storia o di Storia dell’arte, la sessualità dei grandi personaggi è stata sempre sottaciuta. Ma ora c’è un vasto pubblico di persone gay e lesbiche, proveniente da tutti i Paesi del mondo, che amerebbe visitare l’Italia e le sue bellezze artistiche anche alla luce di queste note biografiche.

Esplorare le opere d’arte attraverso la sessualità dell’artista

Giudizio Universale, San Sebastiano
Giudizio Universale, San Sebastiano

Noi di Mondointasca abbiamo provato  questo tour e il risultato è senza dubbio affascinante. Esplorare le opere anche alla luce della sessualità degli artisti offre senza dubbio un punto di vista affascinante: dai grandi corpi muscolosi ritratti da Michelangelo alle opere di Leonardo da Vinci, a cui Quiikly dedica, a Milano, un tour particolare.

Se Raffaello era un tombeur de femmes al punto tale che Agostino Chigi, per ottenere che finisse i lavori, fu costretto a portargli la sua donna, Michelangelo, dedito agli amori maschili, da cattolico era in continuo conflitto con se stesso e, non avendo famiglia, si dedicava al lavoro quasi h24: non è un caso se la pelle che ha in mano San Sebastiano è l’autoritratto di Michelangelo che si auto descriveva come scorticato dalle critiche ricevute per la Cappella Sistina. Non risulta che ebbe un  compagno ufficiale ma alla fine della sua vita si innamorò di un ragazzo immortalato appunto nella Sistina. Sono parecchi i nomi citati dai critici e alcuni persino dallo stesso Michelangelo tra i suoi amanti, di ogni età e condizione sociale: Tommaso de’ Cavalieri, Gherardo Perini, Giovanni da Pistoia, Pietro Urbano, Antonio Mini, Luigi Pulci jr, Benedetto Varchi, Giovannangelo detto “il Montorsoli”, Febo dal Poggio, Cecchino Bracci, Francesco Amadori detto “l’Urbino”, Pierfrancesco Borgherini, che ricevette l’eredità più cospicua alla morte di Michelangelo.

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Leonardo, Michelangelo, Raffaello

Statua di Antinoo, Musei Vaticani
Statua di Antinoo, Musei Vaticani

“Per la Chiesa il problema era non l’omosessualità ma l’atto senza procreazione. Tanto che  – spiega la nostra guida, Felix – abbiamo avuto Sisto IV e V ma non Sisto VI per un evidente problema di suono”. Ecco che negli arazzi realizzati da Raffaello per la cappella Sistina, ed ora in mostra nei musei vaticani, compare un San Giovanni efebico, discepolo preferito di Gesù, l’unico senza barba. “È lui – spiega la nostra guida – che Dan Brown fa diventare la Maddalena”.

Per tre anni, Leonardo, Michelangelo e Raffello furono tutti e tre a Roma. Leonardo, l’uomo universale, non finiva mai quel che cominciava: disegnava corpi come trattati di anatomia e mentre lavorava ad un’opera ne iniziava altre venti tra macchine da guerra, quadri e invenzioni varie. Sempre al di sopra delle righe, non andò a lavorare al soldo del Papa per affrescare la cappella Sistina. “Raffaello – dice Felix – vive da parte sua una qualche forma di trasformazione dato le sue figure femminili diventano, col tempo, maschili. La bellezza per Michelangelo, formatosi nella cerchia neoplatonica del filosofo Marsilio Ficino, è uomo: basta guardare San Sebastiano sempre bello, etereo. Di Caravaggio non ci sono prove della sua omosessualità ma fu denunciato perché dipingeva ragazzi giovani nudi. Del resto, Roma nel 600 era piena di prostitute e di celibi, preti e non”.

Dopo la visita in versione gay ai musei vaticani, ci resta in mente una immagine che bene può incarnare la parola ’amore’: è quella di Antinoo. Quando morì, nel Nilo, durante  uno dei loro tanti viaggi insieme, Adriano – che pure aveva una moglie – fece riempire tutto il suo Impero, da est ad ovest e da nord a sud, con statue raffiguranti il bello Antinoo. E non lo sostituì mai con nessun altro.

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