Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Il Figlio perduto

Il Figlio perduto di Diego Zandel, Alacrán Edizioni, pagine 126, Euro 13,50.” width=”179″ height=”260″>Il Figlio perduto di Diego Zandel, Alacrán Edizioni, pagine 126, Euro 13,50. «La Repubblica Italiana, con legge 30 marzo 2004 n. 92, riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.» Il figlio perduto è la storia di un uomo, di una famiglia, di un popolo, quello istriano, aggredito … Leggi tutto

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di Diego Zandel, Alacrán Edizioni, pagine 126, Euro 13,50.
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Il Figlio perduto
di Diego Zandel, Alacrán Edizioni, pagine 126, Euro 13,50.

«La Repubblica Italiana, con legge 30 marzo 2004 n. 92, riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.»

Il figlio perduto è la storia di un uomo, di una famiglia, di un popolo, quello istriano, aggredito ferocemente durante il secondo conflitto mondiale e drasticamente eroso dagli esodi forzati del dopoguerra. Il romanzo cerca di fare chiarezza su una delle pagina più oscure e controverse della recente storia Europea. L’autore, rifuggendo ogni pregiudizio e affidandosi esclusivamente alla propria onestà intellettuale e ai propri ricordi personali, fa i conti con una realtà complessa, che troppo spesso si presta a rivendicazioni, strumentalizzazioni e revisionismi che riemergono soprattutto in occasione del 10 febbraio, Giorno del Ricordo.

La storia ha al centro la vicenda tragica di una famiglia istriana: di un ragazzo, Giacomo, “venduto” dai suoi genitori; di un uomo alla ricerca disperata della propria paternità; di un mondo chiuso e superstizioso; di una donna vedova a cui nessuno perdona di essere infelice, e poi felice.

Come ha detto lo stesso autore, Diego Zandel, “la storia del romanzo è ispirata a un fatto famigliare. Negli anni Trenta i miei nonni cedettero uno dei loro sette figli a un fratello di mio nonno che era senza figli. Di quella lontana storia, ambientata nella terra di origine dei Zandel, la zona mineraria intorno ad Albona e Arsia, non si era mai parlato in famiglia. Mio padre mi aveva raccontato di un incidente di caccia. Ero già grande quando mi rivelò la verità. A parte il nucleo centrale, per il resto la storia, così com’è raccontata nel mio romanzo, è tutta inventata. Il romanzo entrò nella prima rosa del premio Campiello del 1987 e fu finalista al premio Napoli di quello stesso anno.”

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La verità su quel fratello “ceduto” e sul suo destino la ritroviamo nelle pagine di questo libro che racconta storie concrete di donne e di uomini, ci parla dei loro dolori e delle loro speranze, delle loro ansie e dei loro sogni. Emozionante e coinvolgente dalla prima all’ultima pagina.

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