Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Acqua viziata

Acqua viziata di Roberto Goracci, TEA, pagine 240, Euro 11,00.” width=”162″ height=”260″>Acqua viziata di Roberto Goracci, TEA, pagine 240, Euro 11,00. Il tratto di mare da Fiumicino all’isola di Ponza, il caldo di fine giugno, le acque affollate di un week-end lungo, cinque barche e altrettanti equipaggi, tutti rigorosamente italiani: lo skipper a noleggio, disincantato e disadattato, che porta in giro le coppie di città; il cafone arricchito che organizza festini e orge su una barca esagerata; il patito della navigazione che comanda la sua barchetta come fosse una portaerei e si crede un ammiragli… Un romanzo grottesco, ma anche … Leggi tutto

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di Roberto Goracci, TEA, pagine 240, Euro 11,00.
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Acqua viziata
di Roberto Goracci, TEA, pagine 240, Euro 11,00.

Il tratto di mare da Fiumicino all’isola di Ponza, il caldo di fine giugno, le acque affollate di un week-end lungo, cinque barche e altrettanti equipaggi, tutti rigorosamente italiani: lo skipper a noleggio, disincantato e disadattato, che porta in giro le coppie di città; il cafone arricchito che organizza festini e orge su una barca esagerata; il patito della navigazione che comanda la sua barchetta come fosse una portaerei e si crede un ammiragli…

Un romanzo grottesco, ma anche un po’ malinconico, che racconta le varie forme dello sfascio sociale e del disagio individuale che ci colpisce un po’ tutti e dove gli italiani in barca diventano lo specchio, ancora più nitido, degli italiani “sulla terra”.

«Fermo sull’acqua di quel fiumaccio infame che era il Tevere all’altezza di Fiumicino. Acqua dolce ma verde, densa, trafficata da tronchi marci, pesci morti, talvolta gatti gonfi e preservativi usati che serpeggiavano cercando la foce, come spermatozoi l’ovulo. Con il motore che girava al minimo per contrastare la corrente, aspettava il ponte, che avrebbe dovuto alzarsi entro pochi minuti. Era il sesto week-end consecutivo che portava gente in barca, sempre a Ponza, avanti e indietro, silenzioso e scoglionato come un autista del 60 notturno.»

La scrittura di Roberto Goracci, graffiante, divertente, anarchica (come quella di un Bukowski redivivo), ne fotografa le nevrosi, gli slanci, le meschinità e l’involontaria comicità.

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