Cinque grandi nomi dell’arte contemporanea inaugurano l’atto secondo di Hangar Bicocca. Lo spazio milanese, che recupera un vecchio stabilimento dell’Ansaldo, nella zona Nord della città, è stato riaperto ieri sera con l’esposizione di tre installazioni permanenti e due temporanee, di Fausto Melotti, Christian Boltansky, Anselm Kiefer, Stefano Boccalini e Carlos Casas. Un magnifico nuovo inizio per l’area che già era stata aperta al pubblico nel 2004 e, dopo i primi anni di eventi, ha visto un periodo di pausa.
I lavori, che hanno lasciato volutamente all’edificio parte del suo aspetto originario di architettura industriale, hanno realizzato all’interno una libreria, un bistrot e l’ampio capannone destinato alle mostre. In tutto si tratta di 15 mila metri quadrati, un tempo dedicati alla produzione di bobine per i motori elettrici dei treni, oggi poco lontani da cinema, negozi e locali del Bicocca Village e dal quartiere universitario.
Come arrivare all’Hangar Bicocca
M1 Fermata Sesto Marelli
Prendere la linea 51 (direzione Cherasco/Ca’Granda) per una fermata e scendere alla fermata Via Chiese.
FS Fermata Stazione Greco-Pirelli
Prendere la linea 87 (direzione Sesto Marelli M1) per 6 fermate e scendere alla fermata Via Chiese/Via Sesto San Giovanni.
Registra i battiti del tuo cuore
Nuova interpretazione della vacuità umana per l’artista francese, “Persones” è un imponente accumulo di vestiti alla sommità dei quali si trova una gru. La gru si alza e si abbassa sui vestiti, in modo ripetitivo, agganciandoli e facendoli cadere. Al grande impatto dell’installazione si aggiunge una proposta interattiva: dieci giorni prima della chiusura della mostra, prevista sino al 19 settembre, il pubblico potrà portare via alcuni dei vestiti nel cubo, contribuendo a una disgregazione “ecologicamente corretta” dell’opera.
Boltanski prosegue in Bicocca anche il progetto “Les archives du coeur”: ciascun visitatore può registrare i battiti del suo cuore ed entrare nel singolare progetto che, dal 2008 ad oggi, ha raccolto 60 mila battiti. L’archivio dei cuori dell’umanità è custodito nell’isola giapponese di Teshima. (25/06/10)
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