Sudafrica. Un immenso Paese nel quale tutto sembra addirittura “esagerato”.
Panorami che evocano un continente senza fine, formato da catene montuose, foreste, deserti e altopiani a perdita d’occhio. Villaggi tribali nei quali la vita scorre sempre uguale a sé stessa, dalla notte dei tempi, forse non del tutto consapevole di far parte di una grande nazione. E poi città moderne ed “europee” che occupano valli e coste e si espandono a dismisura, accogliendo di continuo gente che arriva da ogni dove; nascono così nuovi insediamenti che, col tempo, verranno fagocitati dai nuclei urbani originari, dando vita a comunità che rispecchiano sino in fondo la nuova realtà e insieme il futuro del Sudafrica: una società multietnica; vera forza compatta di una nazione che per prima ha realizzato, dopo non poche traversie, un modo muovo e diverso di vivere e prosperare.
Grande Paese dalle infinite risorse turistiche, il Sudafrica. In attesa degli arrivi da ogni parte del mondo, scopriamo con Lance Littlefield, direttore del Turismo Sudafricano (Country Manager, Italy) cosa il suo Paese è in grado di offrire ai visitatori.
Mr. Littlefield, cominciamo con una curiosità. C’è un motto, uno slogan, che identifichi il Sudafrica?
Naturalmente. È “It’s possibile”. Fiducia in noi stessi e nel futuro.
Cosa trova di interessante il turista, in Sudafrica?
In questo periodo, dappertutto un pallone che rimbalza! A parte il grande avvenimento dei Mondiali di Calcio, sono molte le attrattive turistiche del mio Paese.
Anzitutto una “natura” che è l’essenza stessa del Sudafrica. Abbiamo venticinque Parchi Nazionali, fra i quali primeggiano (per notorietà) quello Kruger, nella parte est del Paese, verso i confini con il Botswana e il Parco Kalahari. Ma tutti indistintamente sono interessanti. Per i paesaggi mutevoli che offrono alla vista, per la grande varietà della vegetazione, per essere habitat di animali che tutti conoscono (libri, filmati, foto) ma che pochi hanno avuto modo di avvicinare di persona. Nel biglietto da visita che le ho dato c’è sul retro il re di questi animali: il leone. Ma il numero delle specie animali è pressoché infinito. E vengono protetti; si cerca di assicurare un ambiente di vita consono alle loro esigenze.
Qualche altra buona ragione per giustificare un viaggio nel suo Paese?
Altro motivo per venire in Sudafrica, il lavoro. Può sembrare strano, ma esistono davvero buone possibilità per chi abbia voglia di “fare”. Un po’ in tutti i settori, si capisce, ma un grande impulso hanno avuto, presso gli europei (e molti sono gli italiani) le attività connesse alla viticoltura, alla produzione del vino, alla ristorazione. I vitigni del Sangiovese sono stati impiantati quindici anni fa; ora sono presenti anche il Barolo, il Nebbiolo.
Conseguente è la qualità della vita. Città belle e curate, iniziative culturali che si accompagnano ad uno standard di vita più che accettabile. Le differenze etniche tendono ad annullarsi; occorrerà ancora tempo, questo è certo. Ma siamo sicuri che la nuova società sudafricana finirà per garantire un ragionevole benessere che non potrà che essere collettivo. E a chi ci rimprovera per i “ghetti” cittadini tipo Soweto, frutto di un comprensibile desiderio di migliorare la propria esistenza, specie per chi proviene dalle aree rurali, diciamo che un grande sforzo si sta compiendo per favorire un’occupazione per questa gente; migliorando il livello di vita, gli “slums”, le baraccopoli, spariranno, per dar spazio a insediamenti abitativi accettabili. Tutto ciò verrà favorito anche da una rete di infrastrutture, in parte già in funzione, che aiuterà non poco l’integrazione: ferrovie, linee metropolitane nelle grandi città (per esempio un collegamento tra Johannesburg e Pretoria) linee di bus anche per i centri minori, sistema aeroportuale, eccetera. Gli investimenti stanziati in tal senso ammontano a circa 60 bilioni di Euro.