I famosi mulini a vento hanno sottratto al mare nuovi territori, sui quali vengono allevate le tipiche mucche bianco e nere che danno il latte per produrre il formaggio conosciuto in tutto il mondo, che viene venduto sul mercato di Alkmaar dove lavorano da secoli gli appartenenti alla gilda dei trasportatori di formaggio che a sera regalano i tulipani alle loro innamorate… In poche parole tutti i luoghi comuni sull’Olanda, un Paese piccolo che possiede tante caratteristiche tutte legate al suo territorio e al suo ambiente.
Il tesoro sottoterra
La regione che circonda Amsterdam è piatta e prevalentemente agricola e, a seconda delle zone, specializzata in questa o quella coltivazione. Quando si parla di coltivazioni in Olanda, la mente va subito ai tulipani e alle altre piante da bulbo. L’attaccamento degli olandesi per questa pianta è fortissimo fino dai tempi della sua importazione in Europa. Nel XVII Secolo, l’età dell’Oro per i Paesi Bassi i ricchi commercianti si contendevano i rari bulbi nelle aste a suon di sacchetti pieni di “Gulden” e più di uno si era rovinato correndo dietro a quella mania. Oggi, i tulipani e gli altri bulbi si producono più facilmente in enorme quantità (circa dieci miliardi, il 70% della produzione mondiale) in quella che viene definita la “Bollenstreek”, la “Strada dei bulbi” nella zona grande come 40.000 campi di calcio che da Katwijk passa per Haarlem e arriva a Ijmuiden vicino alle coste sabbiose del Mare del Nord. Una produzione economicamente importante che viene per la massima parte esportata, soprattutto negli Stati Uniti in Giappone e in Germania, costituendo una grande fonte di benessere per i coltivatori.
Forme e colori
Lo spettacolo della fioritura comincia già durante il viaggio in aereo. Approcciando l’aeroporto di Schiphol si possono distinguere nettamente dall’alto gli appezzamenti rettangolari e regolari con le file colorate dei fiori, come fossero lunghi nastri messi a decorare il suolo. Una volta atterrati lo spettacolo non cambia, grandi macchie di colore dappertutto accompagnano gli spostamenti. Piange un po’ il cuore pensare che i tulipani sono per la gran parte destinati a essere distrutti perché quello che importa è il bulbo. Se il fiore rimanesse a lungo sullo stelo succhierebbe “energia” alla parte sotterranea che è quella che ha il vero valore economico. Spesso avviene che i fiori recisi siano raccolti in mazzetti e messi in vendita a pochi spiccioli sulla strada. I coltivatori li lasciano semplicemente davanti a casa avvolti in foglio di giornale e messi in un secchio e chi passa li prende e lascia la monetina in una ciotola.
Il regno dei fiori
È Keukenhof, un immenso parco primaverile con migliaia di varietà di tulipani, giacinti, dalie, crochi, fritillarie, anemoni, galanti, iris, muscarie… per una gamma infinita di colori, forme e profumi. Il parco “vive” solamente tre mesi all’anno, dalla terza settimana di marzo alla terza settimana di maggio poi, per il restante periodo, torna nel silenzio della discreta operosità dei suoi giardinieri e dei suoi architetti paesaggistici. Quest’anno la stagione è leggermente in ritardo, colpa di un inverno particolarmente lungo e freddo e l’esplosione di fioritura avverrà proprio verso la chiusura del parco il 16 maggio. All’interno i fiori sono sistemati ordinatamente in giardini combinati in modo da creare disegni geometrici ed effetti cromatici. Talvolta fanno da cornice a un’opera d’arte, altre volte si offrono semplicemente alla vista del visitatore giocando con gli effetti della luce che filtra attraverso gli alberi. Un mulino ottocentesco, trasportato appositamente da un’altra zona dell’Olanda, serve da piattaforma per osservare alcuni vasti campi dove spuntano file ordinatissime di fiori colorati, da lì parte anche una barca che in un’oretta fa un giro per i canali che circondano i campi permettendo di vedere e fotografare non soltanto i fiori ma anche le numerose specie di uccelli che trovano qui il loro habitat.
A zonzo in Olanda
Il tour della regione dei fiori è molto bello. Le distanze sono minime, il traffico è tranquillo, i paesini sono deliziosi e dappertutto si può affittare una bici e gironzolare per i campi. Se la giornata è bella l’aria tersa del nord permette di fare delle splendide foto in mezzo ai campi. Abituati alle nostre città italiane dove i centri abitati si susseguono gli uni all’altri quasi senza soluzione di continuità fa effetto pensare di essere a pochi chilometri dal centro di Amsterdam in una zona aperta con poche case e i terreni coltivati.
Un patrimonio mondiale
Un posto estremamente interessante da visitare è il polder di Beemster nel Noord Holland. Con il termine “polder” si designa un appezzamento di terreno ricavato dal prosciugamento e Beemster è diventato Patrimonio dell’Umanità Unesco per la sua tipicità. Il territorio di 7.200 ettari (pari a circa 5.500 campi da calcio) fu acquisito nel 1612 e parcellato in appezzamenti regolari di 1.850 metri x 1.850 metri a loro volta suddivisi da canali, che si snodano lungo due assi ortogonali secondo una griglia che ricorda le città romane. Se pensiamo alla struttura urbanistica di New York (che quando fu fondata dai coloni olandesi si chiamava Nuova Amsterdam) ritroviamo lo stesso concetto. Nel punto dove si incontrano i due assi sorge il paese di Middelbeemster (che, in olandese significa, ovviamente: “In mezzo al Beemster”) dove esiste perfino una piccola cantina che produce professionalmente il vino in un minuscolo appezzamento nel cortile del ristorante Aagje Deker. Certo non si va a Beemster per bere il vino, piuttosto per bicliclettare tranquillamente in giro alla scoperta delle “stolpboerderijen” le fattorie rimaste, dal tipico tetto piramidale o per osservare le numerose specie di uccelli che nidificano tranquillamente lungo i canali.
Un lavoro “pesante”
Una delle fotografie più tipiche dell’Olanda è quella di due uomini vestiti di bianco con un cappello di paglia colorato in testa che trasportano correndo delle forme di formaggio posizionate su una portantina a forma di barca. Siamo ad Alkmaar, a nord-ovest del polder. Qui da secoli, si tiene il tradizionale mercato del formaggio che ogni venerdì da primavera ad autunno è una vera attrazione turistica. Ogni viaggio i trasportatori portano sulle spalle circa 130 chili tra forme e portantina eppure il duro lavoro è sostenibile grazie a un perfetto sistema di bilanciamento del peso e al passo rapido e alternato dei due portatori che riducono al minimo le oscillazioni del carico. Sulla piazza dove si svolge il mercato c’è l’antica pesa con la sede della Gilda (la corporazione) dei trasportatori.
La storia rivive al museo
Gia che parliamo di formaggio, non molto lontano da Alkmaar sorge Edam sulla costa orientale del Markermeer, con la sua chiesa monumentale, la pesa del formaggio e le sue casette. Molto pittoresca e tranquilla, come Volendam, antico porto peschereccio quando fino al 1930 il “meer” era un “zee”, cioè nel caso specifico, il lago Markermeer (creatosi con il sistema di dighe) era ancora il mare Zuiderzee. Anche Enkhuizen, nel XVII secolo era una fiorente città di mare. Oggi è molto più limitata, ma ospita lo splendido Zuiderzeemuseum, un museo all’aperto che conserva abitazioni ed edifici della zona, ognuno popolato da volontari in costume che mostrano le antiche usanze e tradizioni di queste città di mare.
Antico e moderno al profumo di cacao
Quello che colpisce in Olanda è il continuo mescolarsi di antico e moderno ispirato da un forte senso pratico. Zaanstad in questo senso ne è un esempio. È una città nuova, creata nel 1974 dall’unione di sette villaggi sulle rive del fiume Zaan. La regione è sempre stata industriale, qui ci sono le più importanti fabbriche di cacao del Paese e lo si sente dal buon profumo nell’aria. Alcuni edifici ormai non più in uso sono stati convertiti in splendide abitazioni sul fiume. Ma dicevamo della vocazione industriale… Il vento che soffia costantemente era perfetto per sfruttarne l’energia, passata l’epoca romantica e scomparsi da un pezzo i mulini, si è pensato di rendere omaggio a quell’epoca ricostruendone uno nel 2007 chiamato “De jonge schaap” [La giovane pecora]. Un lavoro da due milioni di euro, perfettamente funzionante al punto da essere in grado con le sue linee di segheria di produrre ogni anno una certa quantità di legname pregiato. La solita formula olandese: antico + nuovo = guadagno.
E un altro esempio si trova dalla parte opposta della città, l’incredibile albergo Inntel Zaandam che sembra frutto di un’allucinazione dell’architetto che ha creato una facciata che non saprei come descrivere… Immaginate di avere una dozzina di casette tipiche olandesi con tetti spioventi e abbaini e di accatastarle l’una sopra l’altra fino a raggiungere un’altezza di dodici piani. Il tutto immerso in una cittadina in fondo piccola con abitazioni piuttosto basse. Una follia potremmo definirla se non fosse che, contestualmente, stanno costruendo un grosso centro commerciale e direzionale e, soprattutto che ci troviamo a 12 minuti di treno dal centro di Amsterdam.
Le foto dell’articolo sono di Graziano Capponago del Monte ©