Dopo il successo di “Gli amici del Bar Margherita”, pubblicato nel 2009, Avati nel nuovo libro Il figlio più piccolo alla bravura riconosciuta di cineasta ripropona la sua capacità di grande narratore. Capace di incuriosire e trattenere il lettore una pagina dopo l’altra. Il figlio più piccolo è uno straordinario ritratto dell’Italia dei giorni nostri, un po’ sgangherata, divertente e feroce, improbabile e vera.
La trama ruota intorno alla figura di un “faccendiere”, un personaggio chiave della nostra moderna commedia dell’arte. Luciano Baietti è un imbroglione cinico e senza scrupoli ma dalla simpatia irresistibile. Scaltro e attivissimo, megalomane e gran seduttore, è un uomo di successo che vive sempre sull’orlo del fallimento: con le donne, negli affari, nei rapporti con i media e con la politica… Quando tutto sembra perduto, grazie anche ai suggerimenti del suo diabolico consigliere e al clan dei suoi complici, riesce sempre a tirarsi fuori da guai. Uno come lui si salva sempre, a qualunque costo: magari coinvolgendo nei suoi traffici il figlio più piccolo, un ragazzo di vent’anni che ha abbandonato a una madre ingenua e protettiva…
Da decenni Pupi Avati guarda l’Italia con il lucido distacco dell’intelligenza, ma anche con la partecipazione affettuosa di chi nel nostro paese ha le radici e gli affetti. Da questo paese ora buffo ora tragico, Avati ritaglia personaggi e storie che divertono e al tempo stesso ci fanno capire meglio chi siamo davvero. Potremmo incontrare gli eroi casalinghi del Figlio più piccolo al bar sotto casa o all’uscita di scuola, e ritrovarli il giorno dopo sui rotocalchi o al telegiornale, come protagonisti del gossip o di un fatto di cronaca.