Pensato di ripercorrere, il cuore in subbuglio, i cammini terreni di Gesù. Pensato di scoprire nuove mete prima trascurate: dagli incanti del deserto del Negev, alle solari e insieme inquietanti sponde del Mar Morto; meraviglie uniche. Pensato di immergersi, con la doverosa lentezza, nei panorami collinari e verdissimi della Galilea, con il famoso “Mare” dove Pietro pescava, sempre a portata di vista. Pensato, ancora, di vivere la gioiosità dei giovani israeliani che affollano città modernissime e piene di vita: ad esempio Tel Aviv. Pensato, infine, di fare tutto ciò per godere di una vacanza attiva, culturalmente impegnata, ma insieme rilassante e comoda, perché il paese offre tutte queste possibilità, anche nel corso di una breve permanenza.
Ad illustrarci le infinite possibilità di “scoperta” e le aspettative di un Israele moderno ma sempre uguale a sé stesso è Zvi Lotan, dal 2009 direttore dell’Ente per il Turismo Israeliano di Milano. È un ritorno, il suo, perché ha ricoperto lo stesso incarico dal 2000 al 2004.
Dott. Lotan, cominciamo con una domanda “interessata”. Perché gli italiani dovrebbero venire volentieri in Israele?
Risposta facile. Perché entrambi sono Paesi mediterranei. Per il clima che è favorevole, perché Israele è piccolo (poco meno della Lombardia) e quindi gli spostamenti sono agevoli anche grazie ad ottime infrastrutture, rete di trasporti ecc.; gli italiani prediligono una certa “comodità”, quindi gli alberghi, di impronta occidentale, sono numerosi e confortevoli. Ancora: in Israele, come in Italia, la gente è amichevole e disponibile; anche noi amiamo “gesticolare” quando parliamo e alziamo volentieri il tono della voce! Senza contare che anche noi, come nella penisola, andiamo matti per la pasta, la pizza, il vino, il caffè.
Se passiamo ad altri livelli di condivisione, troviamo nel nostro Paese una storia antica e monumenti di rilievo, una cultura millenaria come in Italia; più infiniti aspetti etnici e sociali, che forse all’Italia mancano. Da ultimo, non certo in ordine di importanza, Israele ha i Luoghi Santi. Un retaggio unico di spiritualità e un insieme di siti che hanno tracciato indelebilmente la storia del mondo. Israele, nazione relativamente giovane da quando è stata fondata come stato indipendente (14 maggio 1948, ndr) non è molto conosciuta nel suo complesso, a parte appunto i luoghi della cristianità. Il nostro scopo è anche quello di promuoverne la conoscenza e la frequentazione a tutti i livelli.
Per far questo, si combatte con le “cifre”. Quali sono quelle del turismo israeliano?
Non male, tutto sommato. Senza retrocedere molto negli anni, possiamo dire che nel 2007 sono giunti nel nostro Paese 2 milioni e 700.000 visitatori, ovvero un 25% in più rispetto al 2006. Il 2008 è stato l’anno migliore: poco oltre i 3 milioni di ospiti, mentre nel 2009 i dati finali hanno registrato un calo complessivo del solo 10%, percentuale che sale al 5% per i viaggiatori provenienti dall’Italia, che alla resa dei conti sono stati ben 120.000. Tutto questo, malgrado le pessimistiche previsioni di mercato, valutate inizialmente in un possibile calo attorno al 35-50%: conseguenza del conflitto di Gaza e delle immancabili tensioni interne, della pandemia influenzale ecc. Per l’anno appena iniziato ci aspettiamo che il numero dei suoi connazionali arrivi alle 140.000 unità. Per quando lascerò il mio incarico in Italia, spero di poter raggiungere almeno il numero di 250.000! Un quarto di milione di italiani in Israele! Toccando legno…