Lunedì 25 Novembre 2024 - Anno XXII

Copenaghen, dove il “design” è di casa

Danimarca terra di creativi. Tutto comincia con la ripresa economica del dopoguerra. Complici la luce del Nord, le foreste, il grande mare color acciaio e alcuni superbi cervelli. A Copenaghen il design è parte dell’identità nazionale come la Monarchia e la Sirenetta

Nell'area portuale, il vetro e l'acciaio modellano il
Nell’area portuale, il vetro e l’acciaio modellano il “Diamante Nero”, la Biblioteca Reale

Se pensate che il design sia un concetto lontano, fumoso e destinato a pochi eletti, dovete venire qui, al nord. A Copenaghen il design è cosa di ogni giorno, si gusta come il pane, si allarga a tutti gli ambiti della vita. Anzi, qui la vita è design. Tutto ebbe inizio negli anni Quaranta e Cinquanta del secolo da poco terminato. Mettete insieme la ripresa economica e morale del dopoguerra, alcuni cervelli superbi, la luce del nord, le foreste e il grande mare color acciaio; mescolate, ed ecco a voi la magnifica stagione del Design Danese. Anni intensi e prolifici da cui nacquero archetipi ancora attualissimi. Oggetti, stoffe, ceramiche, architettura: nessun ambito era escluso. Risultato di quei decenni di grande fervore: una società, un popolo, una nazione, dove il design è parte dell’identità nazionale, come la Monarchia e la Sirenetta.

Ogni casa, ogni strada, ogni palazzo aveva e ha i suoi oggetti di design, tutti riconoscibili, tutti firmati. Icone del XX secolo: una sedia di Rasmussen, un palazzo di Jacobsen, una lampada di Henningsen diventano, La Sedia, La Lampada, Il Palazzo. Parole d’ordine: accessibilità agli oggetti, democrazia estetica e facile utilizzo. In una parola, ecco a voi il Funzionalismo, l’ideologia che muoveva tutto l’universo del design di quegli anni. E oggi? Oggi il design danese ha superato le barriere nazionali e conquistato il globo. Seguiteci dunque là dove tutto è nato.

Da Kastrup alla Biblioteca Reale. Design “puro”

Kastrup, l'aeroporto internazionale di Copenaghen
Kastrup, l’aeroporto internazionale di Copenaghen

Appena sbarcati a Copenhagen ci si trova immersi in un trattato di puro design: ecco Kastrup, l’aeroporto internazionale, una dichiarazione d’intenti. In particolare il nuovo Terminal 3, a forma di freccia, è una delle più nuove rappresentazioni del Funzionalismo scandinavo. A breve distanza dalle piste, c’è un altro monumento al design: il ponte sullo Stretto dell’Øresund, ancora Funzionalismo, tecnica ed estetica strettamente collegate.

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Giunti in città, si arriva davvero al cuore della sperimentazione architettonica. E’ il grande Larsen, l’artefice dell’ampliamento della Ny Carlsberg Glyptotek, il museo famoso per la raccolta di dipinti impressionisti, un sontuoso bianco monolita che si collega con le altre due ali antiche in un magnifico connubio. Ma l’esperimento architettonico più ardito e meglio riuscito è il “Diamante Nero“. Anche stavolta si tratta di ampliare il già esistente, cioè la Biblioteca Reale. Siamo al Porto, zona di grandi novità architettoniche. E sul mare si innalza e si riflette la grandiosa struttura in vetro e acciaio, una fantastica opera che è già un classico-moderno. Ancora il genio di Larsen per un contenitore d’arte che contiene arte. Ovvero, il Danish Design Centre: una grande parete di finestre in vetro che prevedevano in origine uno strato di cristalli liquidi per offrire un immenso schermo. Qui si incontrano i creativi, si vedono i pezzi storici del design e si trovano le ultimissime novità dell’hi-fi, prodotti dalla danese Bang & Olufsen.

Mangiare con Jacobsen e dormire con stile

Una delle stanze dell'Hotel Fox
Una delle stanze dell’Hotel Fox

Ma per annusare le novità e portare a casa qualche bel colpo, bisogna buttarsi sullo Strøget, la via commerciale di Copenaghen. Alla Galleria Nørby, frequentata dai giovani creativi, si trovano le ceramiche più interessanti. Sempre su questa vivacissima arteria, c’è lo show room di Munte plus Simonsen. Si tratta di due designer ormai emergenti che disegnano singolari pezzi di abbigliamento, dove la freddezza scandinava si coniuga con il colore più ardito.

A questo punto tanto vale gustare il design danese nei suoi aspetti più piacevoli: la tavola e il letto. Gastronomia da guida Michelin, design raffinato per gli arredi e un nome che spicca luminoso: Arne Jacobsen. Il più celebre tra gli architetti di Danimarca ha disegnato il Ristorante Jacobsen negli anni Trenta, che è parte del complesso Bellavista; in pratica un piccolo museo a lui dedicato dove il cibo è sublime. E per dormire nel design? L’ultimo grido è l’Hotel Fox: le sessantun camere sono state arredate da ventun giovani creativi che si sono ispirati agli stili più diversi: Art Decò, grafic art, gli psichedelici anni Sessanta. Dunque, a voi scegliere in che stile desiderate riposare, il tasso di design è sempre altissimo.

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(23/11/09)

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