Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Sulle tracce di Riccardo Cassin

A Lecco, ancora fino al 22 novembre, una mostra di fotografie e cimeli ricorda l’alpinista scomparso l’estate scorsa all’età di cento anni. Tre itinerari in Grignetta per rivedere le sue prime scalate

Sulle tracce di Riccardo Cassin

Di Riccardo Cassin, l’alpinista scomparso nell’agosto scorso dopo cento anni quasi ininterrotti di grandi imprese, si sente ancora la voce dalle parti di Lecco. Nella mostra aperta ancora fino al 22 novembre, alla Casa dei Costruttori. Nei progetti degli studenti universitari che hanno immaginato una “casa museo” al pian dei Resinelli; nelle vie di arrampicata da lui aperte,  ancora oggi praticate da generazioni di scalatori.
Sono la voce e il volto di un personaggio amato, prima che ammirato, che rivivono in filmati e fotografie alla sede Ance di via Grandi. Una saletta al secondo piano è dedicata ai laboratori con i bambini, i visitatori più giovani che hanno “reinterpretato” Cassin con disegni e messaggi. La rassegna, del resto, è votata a ricordare l’uomo e l’alpinista, con un video anche un poco ossessivo che ripete alcune sue frasi celebri. “Parole semplici”, come recita il titolo della mostra, per un signore d’altri tempi che di semplice fece davvero poco.

Parole semplici, la mostra
Cassin maturo ripete la via del Badile
Cassin maturo ripete la via del Badile

Vale quindi la pena di allontanarsi dal lungo lago di Lecco e dalle sue passeggiate per vedere, in mostra, la corda, gli scarponi, gli attrezzi del mestiere di chi scalava fabbricandosi da solo i chiodi che fissava, capace di stare 60 ore in parete per vincere una vetta come la Cima Ovest di Lavaredo. Era l’agosto del 1935; le immagini, che in mostra risalgono a quel periodo e ai successivi, ricordano come si andava in montagna allora, senza giacche a vento o tessuti in goretex, senza discensori o strumenti di assicurazione se non la corda e i suoi nodi. E una parola d’ordine: non mollare, per esempio nel 1961, quando Cassin salì al monte McKinley, in Alaska, o nel 1987, quando all’età di 78 anni fu in grado di ripetere una parete Nord Est del Badile, scalata per la prima volta nel ’37. Le 70 immagini, in bianco e nero e a colori, ricordano il Cassin giovanissimo e quello maturo, indulgendo anche in alcuni ritratti di famiglia e nelle foto dei compagni di cordata: tra gli altri, Ginetto Esposito, Ugo Tizzoni, Mary Varale.

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Panoramica lungo il sentiero della Direttissima
Panoramica lungo il sentiero della Direttissima

Per tornare sulle tracce di Cassin basta, zaino in spalla, camminare verso Grigna e Grignetta, tra le guglie che lo hanno visto muoversi sin dai primi anni e sulle quali chi scala oggi si affida ancora, non di rado, a i suoi chiodi. Dal rifugio Porta, – pian dei Resinelli, Ballabio – si possono raggiungere il sigaro Dones, che Cassin affrontò il 26 luglio del 1931, e il torrione Magnaghi meridionale, sul quale salì nel ’33 insieme a Rizieri Carboni. In questo caso e in molti altri, Cassin e i suoi amici erano i primi a salire. Per vedere la caratteristica guglia a forma di “sigaro” si può imboccare il facile sentiero della Cresta Cermenati e deviare poi per un tratto più impegnativo, il “traverso dei Magnaghi”. E’ possibile anche seguire un sentiero per escursionisti esperti, verso la Cresta Sinigaglia. Un escursionista sicuro e che non soffra di vertigini, avrà poi soddisfazione lungo l’itinerario della Direttissima, che va al rifugio Rosalba, e se prosegue per il colle Garibaldi e il sentiero Giorgio arriverà alla torre Palma.

La Direttissima e il canalone del Diavolo
Il Fungo, una delle più caratteristiche torri della Grignetta
Il Fungo, una delle più caratteristiche torri della Grignetta

La Direttissima attraversa il caminetto Pagani con l’aiuto di due scale metalliche a pioli; lungo il tragitto ci sono spesso delle corde fisse che facilitano il passaggio. Il sentiero fu tracciato per la prima volta nel 1923 dal Cai di Milano per collegare i Resinelli e i rifugi Rosalba e Porta. È tra i più belli della Grignetta per la vista che offre sulla Cresta Segantini, sul Fungo e, con cielo sereno, sul lago di Lecco. Per vedere, invece, la torre Costanza, che Cassin scalò nel ’33, si prende dai Resinelli il facile sentiero delle Foppe e si devia presto per il “canalone del diavolo”: come promette il nome, la traccia diviene ripida e richiede un po’ di attenzione. Si passa, a volte aiutandosi con mani e piedi, da stretti canalini rocciosi che è meglio affrontare con scarponcini alti, che proteggono le caviglie. Cassin salì sulla Costanza due volte, tra il ’33 e il ‘34: lungo la parete sud e sul versante orientale.

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Dal Medale alle Dolomiti
Cassin al Corno del Nibbio sistema un vecchio chiodo. 1951
Cassin al Corno del Nibbio sistema un vecchio chiodo. 1951

Seguire il denso curriculum dell’alpinista non è facile: si calcola che condusse circa 2500 ascensioni e ben oltre il confine dei monti lecchesi. Cassin scalò sulle Alpi e sulle Ande Peruviane, nelle Americhe e sul Caucaso. Fra i pochi rimpianti ci fu la spedizione sul K2, dalla quale fu estromesso nel ’54 per controverse motivazioni. Sulle Alpi, per tornare alle cime di Cassin si può restare in Lombardia e dirigersi, non lontano dalla Grignetta, al Medale e al Sasso Cavallo. Buone passeggiate per chi ha voglia di camminare, dalle due ore in poi, guadagnano in val Bregaglia la vista dei 3305 metri del pizzo Badile. Sul versante francese, a Chamonix, si può ammirare lo storico sperone Walker delle Grandes Jorasses. Come dimenticare, poi, le Dolomiti: alle Cime di Lavaredo, oggi affollate di turisti che possono giungere persino in auto sino al rifugio sottostante, l’alpinista firmò l’ascesa alla torre Preuss, sulla Piccolissima, e quella sulla Cima Ovest.

Amarcord lecchese
Sulle tracce di Riccardo Cassin

100 per 100 Cassin. Parole semplici
Casa dei costruttori, sede Ance Lecco, via Grandi 9
Fino al 22 novembre – Orario: da lunedì a venerdì 41.30-18.30; sabato 10.30-18.30
Per informazioni: www.fondazionecassin.org; info@fondazionecassin.org

Per gli itinerari in Grignetta

:

Partenza dal pian dei Resinelli, Ballabio Dal rifugio Porta, per vedere il sigaro Dones e il Magnaghi: 1 ora e 15 minuti di cammino, rientro in un’ora, sentiero per escursionisti esperti.
Sentiero della Direttissima e sentiero Giorgo per il rifugio Rosalba: due ore. Sentiero per escursionisti esperti. La discesa è più agevole, dal sentiero delle Foppe, un’ora e trenta circa.
Dal pian del Resinelli per torre Costanza: sentiero delle Foppe e canalone del Diavolo, un’ora e trenta. Rientro in un’ora e trenta. Per escursionisti esperti.
Per informazioni: www.cai.lecco.it/, tel 0341.36.35.88

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Per altri percorsi nei luoghi di Cassin:

Badile, val Masino e val Bregaglia: www.valtellina.com: www.bregaglia.ch Grand Jorasses e Chamonix: www.chamonix.com
Tre cime di Lavaredo, Dolomiti: www.infodolomiti.it

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