La persona nella sua accezione più completa, con i suoi specifici bisogni, è un cittadino e un cliente che ha diritto a fruire dell’offerta turistica in modo completo e in autonomia, ricevendo servizi adeguati e commisurati a un giusto rapporto qualità prezzo. Questo è il primo punto del Manifesto del turismo accessibile, il nuovo documento presentato a Torino nella sede dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, dal ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla. I dieci principi ispiratori del manifesto sono stati redatti dalla Commissione ministeriale sul turismo accessibile che si è costituita l’estate scorsa: un comitato coordinato da Giorgio Medail che coinvolge personalità impegnate a vario titolo nel mondo del sociale.
Accessibile uguale comodo
Premessa del “decalogo”, la definizione di turismo accessibile come “un turismo attento ai bisogni di tutti”, vale a dire bambini, anziani, mamme che spingono i passeggini, persone con disabilità che si muovono lentamente, che non vedono, o non sentono, che hanno allergie o difficoltà di tipo alimentare.
Tra i punti chiave del manifesto ci ha raccontato Alberto Manzo, coordinatore della Consulta per le persone in difficoltà e che è entrato a far parte della Commissione, c’è la consapevolezza che l’idea di accessibilità debba coinvolgere tutta la filiera turistica: va bene, per esempio, che un hotel sia attrezzato a ricevere persone disabili, ma quello che conta è arrivarci all’albergo. E’ indispensabile quindi che il sistema turistico sia accessibile nella sua interezza, a cominciare dai trasporti sino alla possibilità di accedere alle iniziative culturali, a quelle del tempo libero, allo sport. In sostanza, ha aggiunto Manzo, accessibile alle persone con esigenze particolari significa semplicemente “più comodo per tutti”, a prescindere dalle difficoltà o dalla disabilità specifica, e con conseguenti opportunità commerciali per tutti gli operatori.
Il mercato dei “nuovi” clienti
“Se il turismo vuole davvero diventare uno degli asset strategici futuri di questo paese, non può fare dei distinguo fra chi può accedere a determinate strutture e chi no”, ha evidenziato il ministro Michela Vittoria Brambilla. “Questo principio vale, non solo per ragioni di civiltà, ma rappresenta anche un investimento di tipo economico, perché coinvolge milioni di potenziali clienti del turismo. Chi avrà fatto meglio in termini di accessibilità, più vedrà premiati i suoi investimenti”. In effetti, il movimento stimato dalle ricerche di mercato valuta in 38 milioni questi clienti in Europa e in 3,5 milioni solo in Italia; cifre alle quali deve essere aggiunto il fattore moltiplicatore di 2.8, perché chi ha difficoltà in vacanza non va da solo (per le persone senza disabilità o esigenze particolari, invece, il fattore moltiplicativo è di 1,5).
Primo passo della Commissione, sarà dunque un primo monitoraggio campione sull’accessibilità che si svolgerà in un gruppo di comuni scelti, dal Nord al Sud, in tutte le regioni d’Italia. I risultati di questa indagine, ha chiuso Brambilla, “ci aiuteranno a capire meglio la realtà esistente”.
(12/10/09)