Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Estonia, ai piedi di un “grande” monte

Estonia Castello-di-Sangaste

Suur Munamägi, la cima più alta dei Paesi Baltici… Appena 318 metri! Prosegue il nostro viaggio alla scoperta dell’Estonia. Questa volta ci spostiamo nella parte meridionale partendo da Valga per risalire verso Nord

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La linea nera indica il percorso seguito da Pärnu a Kohtla-Järve

Scendiamo ora di un centinaio di chilometri verso sud, nella zona di Valga. La città, al confine con la Lettonia, è di scarso interesse turistico, la cosa più interessante da vedere è il bel castello di Sangaste, a pochi chilometri dalla città. Da Valga si passa perché è sulla strada che porta nel Võrumaa, il triangolo di terra tra Estonia, Lettonia e Russia dove si staglia, per così dire, la cima più alta dei Paesi Baltici, il Suur Munamägi che tradotto significa “Il grande Monte Uovo”. Ora, passi per l’uovo vista la forma tondeggiante, ma chiamare “grande” un mammellone di 318 metri sembra veramente esagerato. Tuttavia vale assolutamente la pena scalarlo (letteralmente, nel senso che una breve e facile scalinata porta in cima) perché è stata costruita una torre panoramica da dove lo sguardo spazia lungo vasti boschi intramezzati da campi e laghetti fino a valicare i confini con i Paesi vicini. Il paesaggio tipico della parte meridionale dell’Estonia. Questo angolo remoto del Paese è Setomaa, una regione dalle tradizioni antichissime. Gli abitanti parlano un dialetto speciale e hanno dei costumi tradizionali con grandi ornamenti in argento che vengono indossati durante le feste. Ad agosto, per esempio, ci sono le Giornate di Seto. Per i curiosi, a Obinitsa e Värska si possono visitare due musei che raccontano la vita e le tradizioni di questo popolo.

Estonia l’universitaria Tartu stesa lungo il fiume

Estonia Il paesaggio vicino a Otepää. Boschi, laghi e terreno pianeggiante lo rendono in inverno il paradiso per lo sci di fondo e il pattinaggio su ghiaccio
Il paesaggio vicino a Otepää. Boschi, laghi e terreno pianeggiante lo rendono in inverno il paradiso per lo sci di fondo e il pattinaggio su ghiaccio

Da Võru a Tartu ci sono una settantina di chilometri passando per Otepää, località famosa per gli sport invernali. Tartu è la seconda città èstone e capitale culturale del Paese. Ha circa 100.000 abitanti, un quarto dei quali studenti della Ülikool, la più antica e prestigiosa università di questa parte del mondo (una curiosità: negli anni Venti Indro Montanelli vi insegnò italiano). Detto questo si può capire l’atmosfera. Il centro cittadino si stende lungo le rive del fiume Emajõgi: è piccolo, neoclassico e grazioso, con una bella cattedrale medioevale decorata da numerosissime statuine di terracotta. Basta uscire un pelino per dirigersi verso la collina di Toomemägi con la sua antica cattedrale diroccata, per scoprire una città immersa nel verde con belle ville e con le sedi delle corporazioni studentesche, luoghi off limits per i non confratelli, dove si decidono i destini del Paese.

I due Wilde della letteratura europea al bar

Estonia Il corteo degli studenti si svolge tradizionalmente il 30 aprile. Tutte le corporazioni studentesche indossano le proprie insegne e sfilano fino a raggiungere l'Università dove viene intonato il
Il corteo degli studenti che si svolge tradizionalmente il 30 aprile

Durante i Tudengid Päevad, letteralmente “I giorni dello studente” che si tengono tradizionalmente a fine aprile, oltre alle grandi feste di piazza, il 30 aprile la città è percorsa dal corteo delle confraternite ed è facile riconoscere le più alte personalità estoni mescolate con i loro giovani confratelli. Tra l’altro, la stessa bandiera dell’Estonia ha preso forma e colori da una di queste associazioni. Naturalmente, in una città universitaria c’è da aspettarsi una vivace vita notturna e infatti, locali e bar non mancano di certo. Tra i più famosi il Wilde che prende il nome da Eduard, uno dei grandi scrittori èstoni. Con non poco senso dell’umorismo i tartuensi hanno piazzato all’esterno del locale un monumento in bronzo: una panchina dove siedono e conversano amichevolmente i due Wilde della letteratura europea: Eduard (pronunciato Vilde), appunto, e il più celebre Oscar. Appena fuori città c’è un interessante museo dell’aviazione, una collezione privata con numerosi aerei militari moderni.

Estonia confine con la Russia, una “vicina” molto presente

Estonia Questa signora appartiene ai vecchi credenti. E' la curatrice del museo di Kolkja
La curatrice del museo di Kolkja

Se da Tartu ci spostiamo verso nord-est raggiungiamo le sponde del lago Peipsi, il quarto più grande d’Europa. Nella storia europea è famoso per la battaglia del 1242 tra Aleksander Nevsky e i Cavalieri Teutonici conclusasi con la disfatta di questi ultimi, in gran parte annegati nel lago ghiacciato. Il lago segna il confine con la Russia e questo introduce il discorso dei rapporti “turbolenti” tra l’Estonia e il suo vicino d’oriente… A più riprese e a lungo l’Estonia è stata parte del grande impero e ancora oggi il 30% circa della popolazione èstone è di origine, lingua e cultura russa, fatto che crea non pochi problemi. Nella parte orientale del Paese ci sono aree dove la percentuale sale a sfiorare il 100%. Sulle rive del lago Peipsi, per esempio, man mano che si sale verso nord diminuisce la presenza estone. Le chiese sono un chiaro segnale della comunità che le frequenta. Sulle sponde del lago vive ancora un gruppo dei cosiddetti “Vecchi Credenti”, i pronipoti di coloro che rifiutarono alcune modifiche al culto ortodosso nel XVIII secolo e che per questo furono perseguitati e massacrati. Si rifugiarono qui, in questo angolo allora sperduto dell’immenso impero zarista, e ancora oggi rimangono con le loro usanze e tradizioni. A Kolkja, una trentina di chilometri da Tartu, c’è un museo che racconta lo stile di vita semplice di questa comunità con i suoi costumi e i manufatti religiosi.

Ritorno ai tempi dell’Unione Sovietica

Estonia Il castello di Alatskivi
Il castello di Alatskivi

Costeggiando il lago verso nord passiamo dal bel castello di Alatskivi in stile inglese con il suo grande parco, a pochi chilometri da Kallaste. Appena dopo Mustvee entriamo nella terza regione dell’Estonia, quella settentrionale, ultima parte del viaggio ma forse la più interessante. Dicevamo prima della presenza russa nel Paese. L’Unione Sovietica aveva concentrato in quest’area l’industria pesante e aveva favorito l’immigrazione di manodopera. Arrivare in questo angolo nord-orientale significa fare un viaggio nel tempo, tornare indietro di quarant’anni. Tutto sembra essere rimasto come allora: i tipici casermoni, i monumenti ai lavoratori e ai soldati sovietici (questi ultimi sempre pieni di fiori, in ringraziamento alle enormi sofferenze patite da loro durante la II Guerra Mondiale che i russi chiamano la “Grande Guerra Patriottica”), le ex-fabbriche ormai abbandonate perché antieconomiche, i mercati che vendono di tutto.

La doppia anima èstone-russa. La sfida dell’integrazione

Estonia Signora ucraina che vive a Jõhvi e non parla una parola di èstone. Situazione molto comune da quelle parti del Paese.
Signora ucraina che vive a Jõhvi e non parla una parola di èstone. Situazione molto comune da quelle parti del Paese

Sui banchi, in soprannumero rispetto ai venditori si trova roba da poco prezzo e prodotti della terra coltivati nei loro orti dagli anziani, probabilmente minatori e operai in pensione, secchi e disincantati dalla fine del loro mondo. Intorno matrioske con il fazzoletto in testa. Dappertutto si sente parlare in russo, si legge in russo, si vive alla russa, con quella umanità di fondo che li contraddistingue. La presenza di una così numerosa minoranza è un problema che richiederà parecchio tempo per essere superato.
Gli anziani sono sovietici a tutti gli effetti, per nascita e cultura. I quaranta-cinquantenni hanno vissuto la transizione ma sono rimasti spesso ai margini del cambiamento e dello sviluppo. I più giovani sono vivaci e intraprendenti ma hanno completamente perso le loro radici. Non sono più russi nel loro Paese, in Russia, in molti casi non hanno più parenti e, nel contempo non sono nemmeno èstoni. Ci vorrà tempo e fatica prima che le due anime, oltretutto in feroce contrasto tra loro, si integrino e questa è la grande sfida.

Info: www.visitestonia.com

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