Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

La Berlino segreta dietro il muro

Un anniversario emblematico quello della Caduta del Muro. Un invito a volare nella capitale tedesca e a scovare le tracce ancora visibili della Berlino Est in un viaggio nella memoria

Alexanderplatz era la vetrina moderna dell'ex Berlino est
Alexanderplatz era la vetrina moderna dell’ex Berlino est

A 25 anni dalla caduta del muro, anniversario che si è appena celebrato, Berlino nasconde ancora angoli che fanno improvvisamente ripiombare negli anni del regime di Erich Honecker (quello del bacio “alla sovietica” con Breznev immortalato da un dipinto murale nella East Side Gallery). Atmosfere descritte in film come Goodbye Lenin! e soprattutto nel cupo e inquietante Le vite degli altri. Una città dove tutti spiavano tutti.
Quella che, fino a 25 anni fa, era Berlino Est nasconde luoghi emblematici per capire davvero quale è stata la vita dei cittadini tedeschi rimasti intrappolati nella parte orientale della città dopo la costruzione del muro, nel 1961, fino alla fatidica data del 9 novembre 1989.
L’ultima volta che sono stato a Berlino, poche settimane fa, ho soggiornato all’Adina Apartment Hotel Checkpoint Charlie, in Krausenstrasse, che si trovava per pochi metri al di là del muro, nella parte est. Consultando la piccola biblioteca a disposizione degli ospiti, ho scoperto che questo edificio razionalista, che oggi offre confortevoli camere e appartamenti, è stato negli anni Trenta una delle sedi dell’UFA. Per chi non lo sapesse, quest’acronimo sta per Universum Film AG, una delle più potenti, forse la più potente, casa di produzione cinematografica dell’epoca, che coinvolgeva personaggi come Fritz Lang, Friedrich Murnau, Marlene Dietrich, Leni Riefenstahl. Ma questa è solo una digressione cinefila: le informazioni interessanti sull’epoca del muro arrivano dall’amico Stefano Gualdi, da anni residente a Berlino, che portandomi dietro l’albergo mi fa notare il tracciato ancora evidente dove correva la divisione.

Le memorie della Stasi

L'ingresso dello Stasi Museum
L’ingresso dello Stasi Museum

In direzione ovest, sullo sfondo, indica il grattacielo della Axel Springer Verlag, la casa editrice che pubblica fra le altre testate Bild e Die Welt. Negli anni ‘60 Axel Springer faceva pubblicare sul tabellone luminoso posto sul tetto del grattacielo le notizie principali dei suoi giornali. Cosa intollerabile per il regime comunista che, per tutta risposta, costruì i palazzoni di oltre 20 piani che oggi affacciano sulla Leipziger Strasse, in modo che il resto degli abitanti di Berlino Est non potesse leggere le notizie provenienti dalla Germania Federale.
Per comprendere meglio come il Ministero per la Sicurezza dello Stato meglio conosciuto come “Stasi” controllasse i cittadini della DDR, adesso c’è l’opportunità di visitare quello che è stato il suo quartier generale. Si trova in Ruscherstrasse, nel quartiere di Lichtenberg, non lontano dalla Frankfurther Allee, la prosecuzione dopo Frankfurter Tor della Karl Marx Allee, uno dei grandi progetti urbanistici del regime comunista.
La Stasi occupava un intero ed immenso isolato. Sotto la direzione di Erich Mielke arrivò ad occupare 91.000 dipendenti a tempo pieno e ad avere 189.000 informatori non ufficiali (uno ogni 90 cittadini della DDR). Quando fu scoperto, dopo la caduta del muro, il suo archivio conteneva 111 km di documenti scritti di cui 30 milioni di schede, 1.4 milioni di fotografie, 34.000 documenti video e audio. La mostra allestita all’interno del quartier generale della Stasi espone i tanti sistemi di spionaggio e controllo della cittadinanza, come le micro-camere nascoste dietro i bottoni di una giacca, le microspie, le attrezzature per lo spionaggio industriale perpetuato sistematicamente, soprattutto nei confronti dell’allora Germania Federale. Poi, si può circolare liberamente negli uffici e nelle sale riunioni, ancora arredati e attrezzati con mobili, macchine da scrivere e apparecchi di registrazione risalenti agli anni ’70-’80.

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Una prigione e un “sottomarino”

Il Carcere della Stasi
Il Carcere della Stasi

Un altro luogo della memoria da non mancare è la Gedenkstätte a Berlin-Hohenschönhausen, un luogo un po’ decentrato che si può raggiungere con le linee di Metro-Tram 5 o 6. L’area, oggi circondata da villette, per anni non apparve nemmeno sulle carte geografiche e gli abitanti della zona erano all’oscuro di cosa succedesse all’interno.
Questa è stata per decenni la prigione centrale della Stasi, un luogo di persecuzione dove venivano internati gli oppositori del regime comunista. Appena dopo la seconda guerra mondiale, l’area venne occupata dalle truppe sovietiche che la trasformarono in un campo di prigionia. Agli inizi degli anni ’50, il carcere passò nelle mani della Stasi che lo utilizzò fino al 1989. Dopo la fine della DDR, molti ex detenuti si sono impegnati a creare un luogo di memoria, per sensibilizzare il pubblico attraverso  mostre e manifestazioni e oggi l’ex-carcere della Stasi viene visitato annualmente da più di 340.000 persone, spesso accompagnate nella visita da ex-internati. Uno dei momenti più commoventi è la visita dell’ U-Boot, il cosiddetto “sottomarino”, un sotterraneo dove i detenuti vennero costretti a costruire le loro celle prive di finestre.
Era la zona di detenzione più dura, con celle fredde e umide, arredate solo con un tavolo di legno, un sacco per dormire e lampadine che rimanevano accese giorno e notte. L’elenco dei detenuti comprende gli organizzatori degli scioperi che portano all’insurrezione del 17 giugno 1953, Testimoni di Geova, membri della nomenclatura caduti in disgrazia, cittadini che avevano tentato di fuggire all’Ovest.

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