Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Como, viaggio nelle avanguardie russe

Villa Olmo ospita un’antologica di tre grandi artisti del primo Novecento, Chagall, Kandinsky, Malevic e chiude con quindici tele di un loro connazionale poco conosciuto in Italia, Pavel Filonov

Wassily Kandinsky, Composizione. Paesaggio, 1915
Wassily Kandinsky, Composizione. Paesaggio, 1915

Tre grandi nomi dell’avanguardia russa, Chagall, Kandinsky, Malevic e il loro connazionale Pavel Filonov sono protagonisti della stagione espositiva di villa Olmo sino al 26 luglio. Per l’appuntamento del 2009 nella villa settecentesca sul lago di Como sono state chieste in prestito circa ottanta opere, dal museo nazionale di San Pietroburgo e da altre collezioni pubbliche russe. Per una volta il titolo della rassegna dice con esattezza quello che il visitatore troverà esposto: 24 lavori di Marc Chagall, 23 di Kazimir Malevic, 16 di Vassily Kandinsky e 15 opere di Pavel Filonov, pittore russo anch’egli del primo Novecento, maestro dell’arte analitica, tanto poco conosciuto al grande pubblico italiano quanto sorprendente.

Il periodo di riferimento è di quelli spesso considerati nelle mostre d’arte, i primi decenni del Novecento, sino al 1930. Tra figurativo e il nascere dell’astrattismo, Chagall, Kandinsky, Malevic elaboravano ciascuno un proprio linguaggio, destinato a entrare nella storia dell’arte.

Rivoluzione creativa

Marc Chagall, Gli amanti in blu, 1914
Marc Chagall, Gli amanti in blu, 1914

Influenzati dagli sviluppi della pittura europea, gli artisti russi giunsero a formule inedite, che attingevano dal patrimonio di cultura tradizionale russa e teorizzavano codici nuovi. Una fase creativa interrotta dal 1934, quando Stalin impose i dettagli di un’estetica “realista”, più funzionale alle esigenze di propaganda. Malevic fu tra coloro che videro le conseguenze di questa politica: nel ’36 i 160 lavori, donati dalla famiglia dell’artista al museo di stato russo di San Pietroburgo, vennero tenuti “in quarantena” con il divieto di esporli in pubblico. Fu possibile rivederli solo dopo il ’77.

A più di trent’anni di distanza, le tele di Malevic sono state oramai riproposte più volte, anche in Italia. Restano di interesse perché mostrano una ricerca artistica in evoluzione, che si misura con postimpressionismo, cubismo e futurismo italiano.

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Da Kandinsky a Filonov

Pavel Filonov, Due teste (Marinai del Mar d'Azov), 1925
Pavel Filonov, Due teste (Marinai del Mar d’Azov), 1925

Prima di Malevic la mostra apre con Chagall, dipinti e acquerelli, del cosiddetto periodo russo, dal dipinto “L’ebreo rosso” alle scene di vita popolare della città di Vitebsk all’atmosfera sognante de “Gli amanti”. Di Kandinsky, noto e già molto apprezzato dal pubblico, sono presenti paesaggi dei primi anni del Novecento, ancora figurativi, tre olii su vetro e alcuni esempi del passaggio all’astrattismo.

Dalle esperienze sui contrasti di colore sino al crescere d’importanza delle forme geometriche, agli studi sul rapporto tra linee, forme e dinamismo della composizione, le avanguardie russe tracciavano la strada a un’arte in grado di comunicare emozioni e concetti per se stessi, senza rappresentare oggetti o persone.

Chiude la rassegna la sezione dedicata a Pavel Fillonov: opere pervase dall’horror vacui dove ogni centimetro di tela è dipinto, con figure analizzate in tutti i dettagli e insieme ricomposti in un’intrigante e ritrovata armonia. Tele in cui lo sguardo si perde, con soggetti che guardano alla tradizione della Russia e al suo presente, a originale conclusione del viaggio nel cuore della pittura russa.

(16/6/09)

 

Chagall. Kandinsky. Malevic. Maestri dell’avanguardia russa

Sino al 26 luglio

Como, villa Olmo

Orari: martedì, mercoledì e giovedì 9-20; venerdì, sabato e domenica 9-22

Per informazioni: www.grandimostrecomo.it

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