Mica facile la vita in collegio per Arto Procacci. Se a lui va stretta, calza benissimo invece a suo fratello Giosuè, destinato, così sembra, a una carriera ecclesiastica. Arto guarda le ragazze, accarezza sogni di ribellione e fa i conti con un padre riapparso dopo anni a recitare la parte del capofamiglia.
Il Muro di Berlino è appena caduto quando si apre una nuova prospettiva di vita. Arto sta scrivendo il suo grande romanzo, “Farneticazioni di una nana”, e vive con qualche sbadiglio la relazione con Roberta. Giosuè, visitato da una crisi spirituale, propone al fratello di andare a Lourdes insieme.
Un picaresco viaggio che vede i due giovani inaspettatamente scambiarsi i ruoli. A bordo di un pullman rubato arrivano in Spagna e la percorrono, diretti verso sud. Arto, affamato di sesso, deve vigilare su Giosuè, che perde letteralmente la testa per una bella prostituta.
La famiglia continua a non sapere nulla di loro. Anzi, Arto dovrebbe essere laureato e non lo è, Giosuè dovrebbe prestare servizio fra gli incurabili di Lourdes e invece frequenta religiosamente i bordelli spagnoli. E, proprio Arto, ateo fornicatore e bugiardo patentato, che deve badare al fratello e governare l’imbarazzante sudario di menzogne che ha tessuto per la famiglia lontana inattesa di lauree, matrimoni, ordinazioni sacerdotali e miracoli.
Prima di arrivare al gran finale molti sono gli episodi che segnano di umorismo, comicità e brillantissimo senso del racconto l’avventura dei due fratelli Procacci.
I giovani narratori italiani di rado spiccano per ironia. Marco Archetti con questo romanzo, Gli asini volano alto, è una felice eccezione. Provocatorio, grottesco e surreale cerca in qualche modo di interpretare la realtà contemporanea.
Il viaggio a Lourdes dei due fratelli Procacci, Arto e Giosuè diventa una caustica meditazione su due dei principali tabù della società: famiglia e religione.